Il mercato delle albicocche stenta a crescere rispetto agli scorsi anni. In Italia si registra una situazione di stallo. L’offerta nel nostro Paese, per il 2024, infatti, sarà di poco superiore alle 210mila tonnellate, un livello al di sotto del potenziale produttivo. Lo rivelano i dati e le stime diffuse da Cso Italy. Tra le cause sicuramente le temperature più alte registrate durante i mesi invernali che non hanno permesso ad alcune varietà di albicocche di raggiungere il giusto soddisfacimento in freddo, soprattutto al Sud. Discorso simile anche a livello europeo, anche se le perdite si prevedono più contenute, grazie alla spinta della produzione spagnola.
Per il 2024 si stima, in definitiva, una produzione di albicocche pari a 524mila tonnellate (2% in più rispetto alla media 2018-2022), ma nettamente inferiore rispetto alle 650mila tonnellate del 2019.
La perdita delle produzioni di albicocche in Italia
In linea di massima però da alcuni anni le superfici coltivate ad albicocco in Italia sono in lenta e progressiva diminuzione. Anche per quest’anno si stima un ulteriore calo del 4% rispetto al 2023. Oggi la superficie totale nazionale è pari a 18mila ettari. Perdono terreno le regioni del Nord Italia, mentre rimangono stabili invece le aree centro-meridionali. Dati in crescita invece per la Puglia, anche se comunque con valori inferiori rispetto al passato. Una flessione in Italia che non è dovuta agli abbattimenti ma ad un minor ritmo di rinnovamento degli impianti.
Export e import
Le esportazioni di albicocche nel 2023 sono tornate su valori più contenuti, 27mila tonnellate con un 45% in meno rispetto al 2022, quando invece le quantità di albicocche italiane verso l’estero sfiorarono le 50mila tonnellate. Le movimentazioni si sono concentrate soprattutto tra maggio e agosto, principalmente verso i mercati comunitari. Al primo posto per quanto riguardo lo sbocco commerciale rimane la Germania, che da sola rappresenta il 40% del totale delle albicocche italiane esportate. Seguono Austria e Repubblica Ceca. Per quanto riguarda invece i Paesi extra-UE le esportazioni sono state indirizzate verso la Svizzera, che rimane il secondo mercato per l’Italia, e il Regno Unito, anche se in calo. Un discorso diverso bisogna farlo per le importazioni nel corso del 2023. Sono tornate a salire sopra le 20mila tonnellate, oltre il doppio del 2022. A tenere cassa, in questo caso, è la merce di provenienza spagnola, con oltre 13mila tonnellate (il 70% del totale).
Produzioni a livello europeo: in piccola ripresa grazie alla Spagna
Andando nel particolare delle stime per i vari Paesi UE produttori di albicocche si notano le motivazioni alla base del calo produttivo. In Grecia sono attese per il 2024 circa 87.500 tonnellate, pari al 6% in meno rispetto al 2023 e al 13% in meno rispetto alla media 2018-2022. Il segno meno è legato perlopiù alle specie precoci ed è dovuto alla cattiva influenza delle temperature invernali troppo miti. Si attendono invece produzioni regolare sulle produzioni tardive. Ogni anno si ripresenta il problema della ricerca della manodopera necessaria per la raccolta. Le superfici coltivate restano perlopiù costanti, anche con un ricambio varietale e una tendenza a privilegiare cultivar più colorate.
La Spagna, secondo le stime, tornerà ad essere leader nel mercato europeo, dopo anni di produzioni limitate da eventi climatici avversi. In ogni caso, però, il potenziale massimo non sarà raggiunto a causa degli effetti delle elevate temperature del 2023 e quindi della siccità. Per il 2024 sono attese 134mila tonnellate circa, 46% in più rispetto al 2023, 28% in più rispetto alla media 2018-2022.
Le albicocche in Francia per il 2024, stando alle prime valutazioni, indicano un’offerta pari a 88mila tonnellate. Una riduzione del 29% rispetto al volume 2023 che era stata invece un’annata produttiva. Fenomeno dovuto principalmente all’alternanza di rendimento dopo le produzioni abbondanti dello scorso anno di alcune varietà. Anche in Francia, comunque, c’è stato un periodo invernale con temperature elevate, siccità in alcune zone e piogge durante la fioritura.
Albicocche: cala la produzione italiana, salgono i prezzi
Di certo – come evidenziato dai dati di Cso Italy – le albicocche non sono tra le drupacee più acquistate dalle famiglie italiane. Rappresentano infatti soltanto il 2% del totale acquisti di frutta in Italia, dietro a pesche e nettarine. Nel 2023 si è registrato il volume più basso per l’acquisto in dettaglio, sotto alle 56mila tonnellate, con un 22% in meno rispetto all’anno precedente. Un trend in discesa che ha portato alla contrazione anche della spesa per albicocche, anche a causa dell’aumento dei prezzi (+18%). L’acquisto medio per nucleo familiare è sceso a 4,37 Kg nel 2023 rispetto ai 5,34 Kg del 2022.
Silvio Detoma
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