Si parla spesso di intelligenza artificiale e soprattutto dei suoi risvolti negativi nei vari campi del sapere, ma non si parla abbastanza delle modalità con cui questa può essere applicata all’agricoltura. È il caso del progetto INSTICT e delle sue trappole intelligenti, guidato dal Centro di Sperimentazione Laimburg, in collaborazione con la Libera Università di Bolzano, Eurac Research e la PMI innovativa FOS S.p.A e cofinanziato dall’Unione Europea. Il progetto ha una durata di 36 mesi e prevede un investimento totale di 928mila euro, di cui 800mila euro provenienti da un contributo a fondo perduto del FESR (Fondo europeo di Sviluppo regionale) della Provincia autonoma di Bolzano. Uno dei tanti progetti nell’ambito dell’agricoltura 4.0, che sta prendendo sempre più piede nei nostri campi.
Il progetto
Dal 2011 le produzioni altoatesine, in particolare l’uva schiava (frutto di un vitigno tipico della zona) e le ciliegie, sono interessate dal moscerino dei piccoli frutti, Drosophila suzykii, un insetto originario del Sud-est Asiatico, che ha causato negli ultimi anni numerosi danni ai frutteti con conseguenti perdite economiche. La produzione di mele, invece, è presa di mira da Cydia pomonella, comunemente chiamato carpocapsa del melo.
Il lancio del progetto è avvenuto lo scorso 28 febbraio, ma ora si stanno intravedendo i primi risultati. Tra gli obiettivi dichiarati quello di trovare soluzioni innovative nella lotta contro gli insetti dannosi per la frutticoltura in Alto Adige. Uno studio, per il momento applicato nell’area ristretta del Südtirol, che potrebbe espandersi nel resto delle Regioni italiane.
Il progetto utilizza trappole intelligenti contenenti sostanze attrattive, sensori smart e per ultimo l’intelligenza artificiale.
Lo scopo è quello di fornire conoscenze e dati scientifici per minimizzare l’impiego di insetticidi di sintesi in agricoltura.
“Adotteremo anche tecnologie innovative, quali la sensoristica e l’intelligenza artificiale, per fornire al settore agricolo conoscenze fondate e adeguate per affrontare le sfide del presente e del futuro”, ha dichiarato Michael Oberhuber, direttore del Centro di Sperimentazione Laimburg. “Le trappole intelligenti permetteranno di studiare i cicli vitali di questi animali e come essi interagiscono con l’ambiente circostante, grazie all’integrazione di dati meteorologici”, ha sottolineato invece Silvia Schmidt, coordinatrice di progetto e responsabile del gruppo di lavoro “Metodi biologici di protezione delle piante” del Centro di Sperimentazione Laimburg.
Come funzionano le trappole
Le trappole intelligenti catturano gli insetti grazie all’impiego di alcune sostanze attrattive, con particolari esche a base di coltura di lieviti, sviluppate all’interno di un altro progetto dello stesso Centro, il progetto DROMYTAL. Gli insetti vengono attirati dalle esche all’interno delle trappole e rilevati da appositi sensori. Nel corso della sperimentazione, l’intelligenza artificiale imparerà a riconoscere gli insetti target, registrandone l’incidenza di cattura. Inoltre, grazie alla presenza di sensori ambientali all’interno della trappola si potranno recuperare dati meteorologici, come irraggiamento, umidità e temperatura dell’aria.
Come fa sapere il Centro di Sperimentazione Laimburg, “ciò consentirà il monitoraggio a distanza degli insetti e la determinazione del momento ottimale per applicare metodi di contenimento nonché di correlare meglio i parametri ambientali e la dinamica di diffusione delle due specie”. Così facendo, sarò possibile “ridurre al minimo i trattamenti fitosanitari ed evitare quelli superflui, con conseguente beneficio per la popolazione, l’ambiente e l’economia”.
Silvio Detoma
© fruitjournal.com