Olio d’oliva, prezzi alti e truffe in aumento

L'inflazione e le condizioni meteorologiche estreme in Spagna, Italia e Grecia, principali Paesi produttori all'interno dell'UE, hanno lasciato campo libero alle false etichette e agli oli adulterati

da uvadatavoladmin
olio d'oliva

In tempo di medaglie e Olimpiadi, la gara tra i Paesi europei con più casi di frode nella produzione e vendita di olio d’oliva la vince sicuramente l’Italia; a darne notizia è il Guardian. Il quotidiano britannico ha preso in esame i dati resi noti dall’Unione Europea riguardanti i primi tre mesi del 2024. L’UE, in generale, ha riscontrato un numero crescente di potenziali casi di frode o di errata etichettatura, su 182 infrazioni registrate, 54 provenivano dall’Italia, 41 dalla Spagna e 39 dalla Grecia.

Tra le cause c’è sicuramente l’inflazione che ha alimentato un mercato nascosto, ma anche le condizioni meteorologiche non proprio favorevoli. Non bisogna dimenticare, inoltre, che il prezzo dell’oro verde è aumentato di gran lunga dal 2018. Un fattore da considerare, come confermato da Europol, l’ente che riunisce le forze dell’ordine degli stati membri.

olio d'oliva

Andamento dei prezzi dell’olio d’oliva tra i tre principali Paesi produttori nell’UE (Fonte: Commissione Europea)

Il confronto tra le frodi del primo trimestre del 2018 e quelle dei primi tre mesi del 2024 è eclatante.

Nei primi tre mesi del 2018, all’interno dell’Unione, si registrarono soltanto quindici casi di “notifiche transfrontaliere dell’UE” relative a casi di potenziali frodi, errori di etichettature e casi di sicurezza relativi a oli contaminati. Soltanto sei anni, nel primo trimestre del 2024, i casi sono saliti alla cifra record di 50, un numero tre volte più grande. I casi presi in considerazione riguardano soltanto le segnalazioni degli Stati membri fatte alla Direzione Generale Salute dell’UE, mentre non tiene conto dei singoli casi nazionali. La portata delle frodi è quindi inevitabilmente più elevata. 

Dai dati europei citati dal Guardian si evince un aumento nelle contaminazioni degli oli, miscelati con sostanze come pesticidi, oli minerali e addirittura un caso in cui sono stati scoperti frammenti di vetro. Ci sono stati anche altri casi in cui l’olio, definito come extravergine d’oliva, è stato adulterato con oli di qualità inferiore o meno pregiata, come l’olio di semi.  Altri casi ancora in cui l’olio “vergine” è stato etichettato come “extravergine” (un olio meno raffinato, più pregiato e con un’acidità inferiore).

Il quotidiano cita due casi esemplari in Germania. Il primo è quello di un “olio lampante” (qualità di olio non adatta al consumo umano) commercializzato come “olio extravergine di oliva”, l’altro quello di un’etichettatura ingannevole che riportava sulla bottiglia contenente olio d’oliva la provenienza dalla Siria, entrato nel mercato tedesco ed europeo senza problemi passando per i Paesi Bassi. 

olio d'oliva

Dalla Commissione Europea confermano la tolleranza zero per tutte le frodi alimentari, in particolare su quelle legate all’olio d’oliva.

L’olio d’oliva, infatti, è tra gli alimenti più controllati in assoluto all’interno dell’Unione. Inoltre – sempre da Palazzo Berlaymont a Bruxelles – sottolineano come la probabilità di trovare un olio contaminato nei grandi supermercati è molto più basso rispetto alle corsie delle piccole imprese o dei servizi alimentari. Una notizia, quest’ultima, che però non rassicura più di tanto. Infatti, la criminalità si infiltra da sempre nei negozi di quartiere, meno sottoposti ai controlli.

A livello comunitario, infatti, esiste già un regolamento che, oltre ai controlli sui parametri chimici e fisici e ai relativi limiti analitici, ha previsto anche un esame organolettico, chiamato “Panel-test”. Per quanto riguarda l’Italia esistono ad oggi sei comitati di assaggio, definiti Panel, operativi nei laboratori chimici di Bari, Genova, Palermo, Roma, Verona e Cagliari sulla verifica della qualità non solo degli oli italiani, ma anche dell’intera Unione Europea.

A pesare sulla produzione europea, e in particolare su quella spagnola, c’è anche il riscaldamento globale.

Nell’annata 2018/2019 le coltivazioni in Spagna hanno prodotto più della metà dell’olio di oliva mondiale ma, a causa di siccità sempre più incombenti e ondate di calore che hanno superato i 40°C, la produzione sta subendo vari colpi che si ripercuotono anche sul prezzo al commercio, che a volte è persino quintuplicato rispetto a cinque anni fa. I livelli di produzione mondiale, stando ai dati ancora provvisori del COI, Consiglio oleicolo internazionale, dovrebbero scendere a 2,4 milioni di tonnellate nel 2023-2024, un calo del 27% rispetto al 2018-2019. 

olio d'oliva

Lo scorso anno l’Ispettorato centrale italiano per la tutela della qualità e la repressione delle frodi dei prodotti alimentari (ICQRF), grazie a una serie di azioni di contrasto ha permesso di sequestrare 380 tonnellate di prodotti oleari per un valore che ha superato i due milioni di euro. L’ultimo caso italiano è quello della Guardia di Finanza della Compagnia di Cerignola, nel Foggiano, che a inizio luglio ha scoperto tre laboratori clandestini adibiti alla preparazione di presunto olio extravergine di oliva, in realtà una miscela di oli di semi di girasole adulterato con la clorofilla e il betacarotene. I finanzieri hanno sequestrato oltre 37mila litri di prodotto illegale. Uno dei tanti casi che si sono verificati negli ultimi cinque anni, che constata purtroppo un aumento importante nelle frodi riguardanti la produzione e il commercio di olio d’oliva.

Silvio Detoma
© fruitjournal.com

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