Come se non bastasse l’aver subito il danno delle gelate, della grandine e dell’alluvione più pesante degli ultimi anni ai titolari delle aziende agricole dell’Emilia-Romagna è arrivata la beffa di vedersi arrivare indennizzi ridicoli o persino pari a zero. La vicenda è stata raccontata dal Fatto Quotidiano e riguarda il fondo mutualistico AgriCat, gestito da Ismea e finanziato con oltre 300 milioni di euro, promosso per finanziare con il 3% delle risorse della Pac i risarcimenti da calamità alle imprese agricole.
Dalle prime stime, infatti, è emerso un dato allarmante
Su 5mila domande presentate i rimborsi, nell’80% dei casi, sarebbero stati pari a zero. Molti, increduli, hanno pensato a un errore di sistema. Il caso è diventato così centrale che il prossimo 3 settembre è stato convocato un tavolo tecnico tra Agricat e i Caa, i coordinamenti nazionali dei centri di assistenza agricoli. Un caso esemplare è quello di Stefano Mordini, titolare della sua azienda agricola nel Ravennate, il quale avrebbe ricevuto soltanto 13 euro e 85 centesimi a fronte di un danno pari a circa 30mila euro.
L’assessore all’agricoltura della Regione Emilia Romagna, Alessio Mammi, ha parlato di un fatto grave e incomprensibile nei confronti delle imprese. “Ci attiveremo immediatamente presso il Governo per un incontro chiarificatore – ha sottolineato l’assessore – Sarà quella l’occasione anche per fare presente che il sistema AgriCat non sta funzionando e non garantisce le risorse alle imprese in modo rapido come dovrebbe”.
Le parole delle associazioni di categoria
“Non comprendiamo le motivazioni, il fondo mutualistico nazionale AgriCat istituito da Ismea proprio per risarcire i danni del gelo o alluvione ha rigettato gran parte delle domande d’aiuto – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna, Marcello Bonvicini – Solo un numero esiguo di domande di risarcimento danni da gelo è stato accettato sulle 5000 presentate in regione, a fronte di oltre 30mila ettari di colture danneggiate. Un capitolo a parte, inoltre, meritano le alluvioni che hanno travolto la provincia di Ravenna, che hanno danneggiato un terzo delle aziende agricole. In questo caso l’80% è stato respinto”.
Complici le gelate, si è perso fino al 90% del raccolto di albicocche, mentre nelle zone dell’alluvione del 2023 c’è chi ha visto disperdere anni di investimenti in agricoltura in un solo momento.
L’associazione di categoria ha tracciato anche la mappa delle domande presentate al Fondo mutualistico, evidenziando come la metà delle domande sia arrivata dal Ferrarese e poi a seguire dalle altre province. Bonvicini ha poi puntato il dito contro Agricat. “Bisognerebbe correggere la sua operatività e risolvere subito le problematiche tecniche delle singole aziende avviando una stretta collaborazione con il centro di assistenza agricola – Caa”, ha concluso.
Coldiretti Emilia-Romagna, tramite le parole del direttore Marco Allaria Olivieri, si è soffermata sulla situazione del settore ortofrutticolo negli areali regionali. “I vari comparti e in special modo quello delle pere, negli ultimi cinque anni, è stato flagellato da una serie di eventi calamitosi che ne hanno messo a rischio la stessa sopravvivenza”.
Anche la Cia regionale ha criticato il fondo e il suo meccanismo che rende la vita difficile agli agricoltori. “AgriCat doveva essere uno strumento efficace, invece la burocrazia di gestione lenta e male organizzata rischia di far saltare il banco – ha dichiarato in una nota l’associazione di categoria – Il fondo nasce con l’obiettivo di ampliare la base delle aziende che ricorrono a strumenti di gestione del rischio e dovrebbe essere integrato dalle polizze assicurative”.
Intanto, da Bruxelles, la Commissione Europea ha aperto alla possibilità dell’arrivo di 378,8 milioni di euro a favore delle aziende emiliano-romagnole colpite dall’alluvione di maggio 2023.
I fondi fanno parte di un pacchetto di oltre un miliardo di euro, a sostegno non solo di alcune regioni italiane, ma anche slovene, austriache, greche e francesi colpite da condizioni meteo estreme. La proposta della Commissione dovrà essere approvata dal Parlamento e dal Consiglio UE. Sul fronte italiano, invece, agli agricoltori non resta che aspettare il confronto del prossimo 3 settembre per cercare di capire in che modo si evolverà la situazione.
Silvio Detoma
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