La campagna delle olive 2024 sta per prendere il via in tutta Italia. Le principali regioni olivicole del Paese in questo periodo sono infatti alle prese con gli ultimi accorgimenti in preparazione all’avvio della raccolta. Tra queste la Sardegna che, con una superficie di 40 mila ettari destinati alla coltivazione dell’olivo e una produzione di olio compresa tra i 40 e gli 80 mila quintali, figura tra le principali regioni olivicola a livello nazionale. Un dato che dovrebbe poter contare anche sull’annata 2024 che, nonostante condizioni climatiche avverse e oscillazioni di mercato, dovrebbe garantire una produzione ottimale e una buona risposta da parte del mercato.
A conferma le parole di Antonello Fois, socio delle aziende agricole e olivicole della famiglia Fois e di Accademia Olearia, che si occupa della produzione e commercializzazione di olio extra vergine di oliva di alta qualità. Attiva dal 1700, nel cuore della produzione agricola sarda, ad Alghero, l’azienda conta oggi 250 ettari di oliveti destinati a varietà come Bosana, Semidana e Tonda di Cagliari, cultivar autoctona.
La stagione 2024 delle olive anche in Sardegna è alle porte: come si prospetta dal punto di vista qualitativo e quantitativo?
Questa è una stagione su cui puntiamo molto. Come sempre abbiamo cercato di curare ogni minimo dettaglio nelle diverse fasi produttive, per poter fare in modo che le piante fossero in condizioni ottimali. Dal punto di vista quantitativo, ci aspettiamo un miglioramento rispetto al passato e stiamo monitorando in maniera costante la parte qualitativa. L’obiettivo è riuscire a raggiungere buoni standard in campo e, in seconda battuta, attraverso l’introduzione di tecnologie innovative, ottenere risultati interessanti anche in fase di estrazione dell’olio.
Le operazioni di raccolta delle olive sono ormai imminenti e termineranno più o meno verso la fine di dicembre/prima decade di gennaio. Le prossime settimane saranno comunque quelle decisive per avere maggiore contezza dell’andamento della stagione delle olive 2024. E molto dipenderà dalle condizioni climatiche che si verificheranno durante la raccolta.
A proposito di clima, quanto ha inciso sull’andamento produttivo delle olive?
Anche qui in Sardegna senza dubbio abbiamo avuto un periodo di criticità, causato dalle temperature elevate, che è perdurato fino a metà Agosto, causando profonde condizioni di stress idrico agli oliveti storici privi di impianti di irrigazione. Fortunatamente, però, nei mesi successivi si sono verificate alcune precipitazioni che hanno così riportato la situazione sotto controllo e impedito danni ingenti sulle produzioni.
Anche per quanto riguarda il profilo fitosanitario non abbiamo riscontrato problematiche di rilievo. Ma questo anche grazie alla collaborazione con l’organizzazione di produttori Apos che ci ha permesso di monitorare e gestire avversità come quella della mosca delle olive in maniera tempestiva ed efficace, riducendo al minimo le possibili ripercussioni sui frutti.
Concludendo, quali sono le previsioni in termini commerciali?
Sebbene la stagione non sia ancora entrata nel vivo, sin da ora uno dei temi centrali per il 2024 è quello delle quotazioni dell’olio, che molti prevedono altalenanti. Personalmente, ritengo opportuno rimanere cauti e aspettare di avere maggiori dati a disposizione. Secondo alcune prime stime, l’Italia quest’anno produrrà meno olio rispetto al 2023 e, considerando che le aziende non hanno giacenze da riportare, il prezzo dell’olio potrebbe riportare un incremento. Tuttavia, prezzi più elevati – già lo scorso anno – hanno determinato una flessione dei consumi. Per cui direi che è ancora troppo presto per fare previsioni. In compenso, da parte nostra, l’obiettivo è di offrire una produzione di qualità, ma soprattutto farla assaporare ai nostri sostenitori che ogni giorno ci scelgono come compagni di viaggio e di gusto sulle pietanze delle proprie tavole.
Federica Del Vecchio
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