Da quando si parla della temuta scomparsa degli insetti impollinatori a causa degli effetti dei cambiamenti climatici e del consumo massiccio di prodotti fitosanitari contenenti sostanze chimiche a loro dannose, la ricerca scientifica si sta dedicando sempre di più a trovare delle alternative valide ed efficienti per far sì che le colture possano continuare ad avere una resa e una buona qualità adatta al commercio. È proprio in questo solco che si inserisce il progetto britannico di agricoltura di precisione dal titolo “Precision pollination for higher strawberry productivity and quality”, che prevede l’utilizzo di mini-droni per facilitare l’impollinazione all’interno delle serre o dei tunnel in polietilene in cui si coltivano le fragole.
Nato dalla collaborazione tra UK Agri-Tech Centre, Angus Soft Fruits, l’azienda tech di Singapore Polybee e grazie ai finanziamenti di Innovate UK, sfrutterà il volo dei droni per movimentare l’aria all’interno della serra e permettere così lo spostamento del polline dagli stami al pistillo dello stesso fiore, grazie a specifiche tecniche di visione 3D, l’aggancio automatico e la ricarica wireless.
I droni impollinatori all’interno delle serre andranno ad affiancarsi alle normali modalità di impollinazione – entomofila, con gli insetti e anemofila, tramite il vento – con l’obiettivo finale di garantire una resa maggiore e rispettare gli standard qualitativi di mercato.
Una cattiva impollinazione, infatti, in particolare nelle fasi critiche della stagione, può portare alla costituzione di fragole deformi o con dimensioni ridotte. Tutti problemi che comportano enormi perdite economiche per i coltivatori. Il progetto britannico segue le fila di un altro, già portato avanti lo scorso anno dalla ricerca scientifica australiana riguardante l’utilizzo di mini droni per l’impollinazione di coltivazione di fragole in serra. Anche in quel caso, tra i collaboratori figurava l’azienda Polybee.
L’introduzione di questa tecnologia potrebbe rivelarsi una salvezza per il Regno Unito, e non solo. La coltivazione della fragola, assieme a quella dei piccoli frutti, rappresenta circa il 30% del totale della frutta prodotta in Gran Bretagna per un indotto che, nel 2022, è stato di 377 milioni di sterline. A livello mondiale, invece, le coltivazioni si estendono su circa 389mila ettari, con una produzione totale che si aggira attorno ai 9 milioni di tonnellate, stando ai dati di UNdata, aggiornati al 2021.
Il comparto delle fragole, sia a livello europeo sia britannico, soffre i costi di produzione sempre più alti, così come la difficoltà nella ricerca di manodopera qualificata. Non è un caso che già a inizio anno, nella contea di Lincolnshire, sempre in Gran Bretagna, ci sia stata la prima sperimentazione di robot per la raccolta delle fragole coltivate in serra. Venti automi addestrati per riconoscere e raccogliere i frutti più maturi, lasciando sulla pianta le fragole ancora acerbe.
La mancanza degli insetti impollinatori è uno dei temi centrali anche a livello europeo.
Lo scorso gennaio la Commissione europea ha presentato un documento importante dal titolo “Un nuovo patto per gli impollinatori”, nel quale sono tratteggiate le azioni che i 27 Stati membri devono attuare per cercare di limitare il problema entro il 2030. La soluzione dei droni impollinatori, quindi, potrebbe rivelarsi essenziale per non assistere a drastici cali di rese e qualità, soprattutto per alcuni colture, tra cui le fragole, sempre più dipendenti dalla coltivazione in serra.
Silvio Detoma
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