Fioritura del pomodoro: novità per il controllo

Giunge da uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Torino e riguarda un nuovo ormone in grado di favorire il processo di fioritura nel pomodoro

da Redazione FruitJournal.com
fioritura del pomodoro

Essenziale per la riproduzione e per il successo agricolo, la fioritura del pomodoro è regolata da diversi fattori interni. Tra questi particolarmente decisivi risultano gli ormoni, capaci di influenzare l’attività di tessuti e cellule, e – a loro volta – gli strigolattoni. Ultima classe di ormoni vegetali in ordine di scoperta, gli strigolattoni sono stati al centro di un lavoro condotto da un team di ricercatori che, guidato dalla professoressa Francesca Cardinale, Ordinaria di Fisiologia Vegetale presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, forestali e Alimentari dell’Università di Torino, ha infatti indagato il ruolo da essi giocato nella fioritura del pomodoro

Come spiegato dalla prof.ssa Cardinale in un comunicato stampa dell’Università di Torino, l’attenzione verso queste molecole affonda le sue radici nel passato “da prima ancora che fossero identificate come ormoni”. “I primi effetti noti degli strigolattoni, che sono studiati ormai dagli anni ’60 del secolo scorso, sono in realtà associati a microrganismi e piante parassite presenti nella porzione di suolo intorno alla radice della pianta, la cosiddetta rizosfera. In questo spazio, in cui gli strigolattoni sono essudati dalle radici che li producono, essi vengono percepiti dai possibili partner, nei quali inducono cambiamenti che favoriscono l’interazione con la pianta – sia essa benefica o dannosa”.

Sulla scorta di alcuni studi effettuati su riso, la ricerca – pubblicata sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences USA – ha così cercato di capire più precisamente su quali tappe dello sviluppo riproduttivo si esercitasse l’azione degli strigolattoni e dove questi si posizioneranno nella rete molecolare di modulatori della fioritura del pomodoro.

Il tutto a partire dallo studio degli effetti della modifica genetica e chimica dei livelli di strigolattoni sul momento e sull’intensità della fioritura nel pomodoro (Solanum lycopersicum L.) e dei meccanismi molecolari alla base di tali effetti.

Come ribadito dall’esperta, in una prima fase è stato fondamentale confrontare “l’espressione genica – specialmente per i geni correlati alla fioritura – in foglie di piante “normali” o con livelli ridotti di strigolattoni”. Questo ha permesso di notare che alcune componenti specifiche erano alterate, aprendo così una prima pista di indagine. “Seguendola – fa sapere la coordinatrice del progetto – siamo riusciti a gettare luce sulle principali connessioni tra questi ormoni e la rete di modulatori della fioritura noti, ormonali e non. Il quadro che ne deriva spiega anche probabilmente perché gli effetti sulla riproduzione sono più vistosi in certe specie: la carenza di strigolattoni, tra le altre cose, stimola la produzione delle gibberelline. E le gibberelline sono a loro volta ormoni con effetti diversi sulla fioritura a seconda della specie: nel pomodoro la favoriscono, mentre in altre piante, come ad esempio il riso, la promuovono”.

fioritura del pomodoro 2

Nel caso specifico del pomodoro, durante gli esperimenti i ricercatori hanno infatti osservato che le piante con ridotta capacità di produrre strigolattoni, fioriscono più tardi e con minore abbondanza, soprattutto in condizioni di stress ambientale. Al contrario, il trattamento con strigolattoni di sintesi o l’attivazione della loro biosintesi accelera e intensifica la fioritura rendendola più precoce e abbondante. Questo processo può essere indotto anche attraverso un approccio pratico, innestando una pianta con una produzione normale di strigolattoni su un portainnesto con carenza di tali ormoni, stimolando così una risposta positiva nella fioritura.

Così sviluppato, lo studio rappresenta un importante passo in avanti nella comprensione del controllo della fioritura aprendo nuove strade a potenziali applicazioni pratiche. L’uso di strigolattoni nei biostimolanti o l’adozione di combinazioni di innesto specifiche offrono infatti nuove opportunità non solo in termini di migliore resa delle colture, ma anche a livello di gestione delle condizioni di stress ambientale, prima fra tutte la siccità.

 

Federica Del Vecchio
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