Mal secco, irrigazione a goccia per proteggere le colture

Attualmente mancano soluzioni che consentano a tecnici e agricoltori di fronteggiare il problema in maniera efficace. Dalla ricerca, però, sembra giungere una nuova possibilità

da Redazione FruitJournal.com
mal secco agrumi

Causato dal fungo ascomicete mitosporico Plenodomus tracheiphilus, il mal secco degli agrumi è una malattia vascolare altamente distruttiva ormai tristemente nota nel bacino del Mediterraneo per il notevole impatto economico che può provocare. In campo, infatti, la fitopatia è altamente distruttiva per limone, cedro e limeNello specifico, il patogeno fungino infetta l’albero ospite penetrando attraverso ferite nelle radici o nella chioma. L’infezione si diffonde rapidamente nei rami principali e di solito ne consegue la mortalità del tronco e dell’albero. 

Accanto alla minaccia rappresentata dal fungo, pesa la mancanza di strumenti che consentano a tecnici e agricoltori di fronteggiare il problema del mal secco degli agrumi in maniera efficace.

Attualmente, infatti, il controllo si basa principalmente sulla sanificazione del legno infetto, ottenuta tagliando e bruciando rami secchi e sintomatici e sradicando gli alberi. Un metodo che, oltre a richiedere molto tempo ed elevati costi di gestione, risulta solo parzialmente efficace. Altre soluzioni esplorate nel corso degli anni hanno incluso lo sviluppo e la selezione di varietà di limone resistenti che, tuttavia, nella maggior parte dei casi, hanno mostrato qualità e resa dei frutti inferiori.

Anche dal punto di vista dei mezzi chimici, non è stata dimostrata alcuna applicazione di prodotti di sintesi efficace, probabilmente a causa della posizione che occupa il patogeno – una volta insediatosi nella pianta – nello xilema, che lo protegge dall’azione di tali prodotti quando si trova all’interno della pianta. Sebbene nel 2022 alcuni ricercatori hanno dimostrato l’effetto di un nuovo polimero superassorbente contenente rame sulla vitalità del patogeno nei rametti di limone infetti, e altri studi recenti hanno esplorato l’applicazione e l’uso di microrganismi per il biocontrollo e la gestione del mal secco, nonché per l’induzione del sistema di difesa delle piante contro il patogeno, fino ad oggi, il controllo biologico della malattia non si è rivelato più efficace dell’applicazione di rame. 

mal secco agrumi limone

Di qui il lavoro condotto da due ricercatori israeliani che hanno approntato un protocollo di irrigazione a goccia per proteggere gli alberi e controllare il mal secco.

Come riportato nello studio, pubblicato recentemente sulla rivista internazionale “Phytoparasitica”, i ricercatori hanno dapprima testato diversi fungicidi in esperimenti in vitro.  Scoperto che flutriafol, azoxystrobin, myclobutanil e carbendazim risultano i più attivi contro il patogeno P. tracheiphilus, il lavoro è quindi proseguito nell’arco di tre anni, con l’applicazione di 250 g/ha del fungicida triazolico flutriafol cinque volte all’anno effettuata tramite sistemi di irrigazione a goccia. Negli anni successivi, gli esperti hanno quindi esaminato gli effetti della concentrazione di questo composto e della durata dell’applicazione, ampliando il campo di ricerca attraverso l’analisi di altri tre frutteti in tre diverse località, al fine di testare i trattamenti in diverse condizioni: posizione del frutteto, coltura di riferimento, età e dimensioni dell’albero. Confrontando i risultati di tutti e quattro i frutteti, il lavoro ha evidenziato che le dimensioni degli alberi e la gravità dell’infezione all’inizio del trattamento rappresentano fattori critici per il successo del trattamento. 

Nel complesso, la progressione dei sintomi della malattia negli alberi trattati è stata inibita fino all’81% rispetto al controllo non trattato, riducendo così significativamente il processo di igienizzazione e rendendolo meno costoso rispetto agli alberi non trattati. Inoltre, i sintomi sono diventati meno gravi in proporzione alla durata del trattamento. 

Inoltre, anche dal punto di vista del contenuto residuale, l’analisi condotta a distanza di 26 giorni dall’ultima applicazione non ha rilevato livelli significativi nei frutti.
Come sottolineato, in combinazione con una rigorosa igienizzazione di rametti e rami secchi e sintomatici e operazioni di potatura che garantiscano un’altezza dell’albero al di sotto dei 2,5 m, questo trattamento può aiutare a controllare i sintomi del mal secco, offrendo una soluzione efficace e un’ancora di salvataggio per le colture. 

 

Ilaria De  Marinis
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