Clementina Perrina: facciamo il punto

Considerata il fiore all’occhiello tra le clementine tardive, questa varietà è da poco entrata a far parte del panorama commerciale italiano. Ma cosa la distingue dalle altre cultivar?

da Redazione FruitJournal.com
clementina perrina

Colmare il vuoto produttivo lasciato dalla clementina comune, la più diffusa in Italia, è sempre stato l’obiettivo della clementina Perrina, nota anche come Sanzo. Questa nuova varietà di clementina tardiva porta sul mercato un prodotto di qualità premium proprio in un periodo dell’anno in cui l’Italia ha finora ceduto il passo alle importazioni in arrivo da Spagna, Marocco, Egitto e altri Paesi del Mediterraneo. Frutto di anni di ricerca condotta da Francesco Perri in collaborazione con il CREA-OFA di Acireale (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) e Op Armonia, leader dell’agrumicoltura italiana, la clementina Perrina ha ufficialmente fatto il suo ingresso sul mercato a gennaio 2024. A inaugurare la raccolta di questa nuova varietà la Campania, con una produzione limitata, ma strategica che punta a valorizzare un prodotto che non solo allunga il calendario di maturazione, ma offre anche una valida alternativa ai prodotti d’importazione, con caratteristiche organolettiche che ne fanno una scelta premium per i consumatori.

Clementina Perrina: un’innovazione frutto di decenni di ricerca

Per comprendere a pieno il percorso della clementina Perrina, è necessario fare un passo indietro. Identificata per la prima volta nell’inverno del 1994 a Corigliano Calabro (CS), la Perrina o Sanzo è frutto di una mutazione spontanea avvenuta su un ramo di Clementina Comune, che al momento della raccolta presentava frutti ancora verdi. Questo fenomeno naturale ha dato il via a un lungo processo di sperimentazione, condotto su diversi areali agrumicoli italiani in Calabria, Basilicata e Puglia, con un impegno che ha visto il coinvolgimento degli esperti per oltre dieci anni.

Nel 2018, grazie alla collaborazione tra il CREA-OFA di Acireale e l’OP Armonia, principale investitore del progetto, è stato completato con successo il processo di risanamento della varietà, avviato nel 2017 attraverso una convenzione tra i due enti. Un percorso di ricerca e innovazione che ha portato alla messa a punto di una cultivar tardiva dalle notevoli potenzialità, pronta a conquistare il mercato agrumicolo.

clementina perrina

Pianta di clementina comune e clementina Perrina messe a confronto Fonte: sito clementina Perrina

Ma quali sono gli elementi innovativi che presenta questa varietà rispetto alle clementine tardive attualmente disponibili sul mercato? 

Questa varietà presenta notevoli caratteristiche che la rendono competitiva rispetto alle clementine già presenti sul mercato.

  • Calendario di maturazione strategico: matura tra gennaio e i primi di febbraio, permettendo un ottimo posizionamento nei mercati internazionali, offrendo un prodotto di qualità anche nei mesi in cui le varietà tradizionali scarseggiano.
  • Qualità agronomiche superiori: rispetto alla Hernandina, la varietà tardiva più diffusa, la Perrina non mostra alternanza produttiva e risulta meno sensibile al marciume della corteccia causato da Phytophthora citrophthora.
  • Produzione abbondante: una pianta adulta di Perrina può produrre tra gli 80 e i 100 kg di frutti, con pezzatura media superiore a molte altre varietà tardive.
  • Resa e gusto di alta qualità: il frutto è apireno (privo di semi) se coltivato lontano da impollinatori, con una resa in succo e un equilibrio di acidità paragonabili alle migliori clementine sul mercato.

Tuttavia resta fondamentale far attenzione alle esigenze climatiche della cultivar. Essendo una varietà tardiva, è particolarmente sensibile alle basse temperature e necessita di un clima mite per evitare danni durante le fasi cruciali di maturazione. La sua coltivazione, quindi, deve essere riservata ad aree dove il rischio di gelate è minimo, garantendo così produzioni di alta qualità e un rendimento costante. Come ribadito dagli esperti, l’obiettivo è quello di introdurre la Perrina esclusivamente in areali vocati, lontani dal rischio di gelo. 

In un panorama agrumicolo in evoluzione, la Perrina risponde a una precisa esigenza di mercato, rafforzando la presenza dell’Italia nella fascia alta del segmento agrumicolo. E in attesa di dati certi sull’andamento produttivo, questa nuova varietà potrebbe diventare il fiore all’occhiello tra le varietà tardive, targata made in Italy. 

 

Federica Del Vecchio
© fruitjournal.com

 

 

 

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