La campagna di raccolta 2024 del pomodoro da industria nel territorio del Nord Italia si è conclusa la prima settimana di novembre. Avviata dopo la metà di luglio, la raccolta si è prolungata nei mesi autunnali, ma non soddisfacendo pienamente le aspettative. A caratterizzare questa stagione, infatti, vi è un dato particolarmente preoccupante: le rese 2024 sono state tra le più basse mai realizzate. Per tracciare un bilancio abbiamo intervistato Maria Chiara Cavallo, Segretario dell’OI Pomodoro da industria Nord Italia, realtà in continua crescita che, facendo leva sui principi di collaborazione e programmazione, associa oggi i soggetti economici della filiera del pomodoro delle principali regioni settentrionali vocate alla coltura.
La campagna di raccolta del pomodoro da industria 2024 nel territorio del Nord Italia è volta al termine. Qual è il bilancio con cui si è conclusa?
La campagna – avviata il 18 luglio con l’apertura del primo stabilimento e proseguita per ben 113 giorni totali – si è conclusa lo scorso 8 novembre. Il bilancio segna una produzione di circa 2,4 milioni di t (per l’esattezza 2.405.967 t) di pomodoro da industria, con rese tra le più basse mai realizzate e una flessione del 14% rispetto al 2023. Più nel dettaglio, nel 2024, il Nord Italia ha realizzato una resa media in campo di sole 57,8 t/ha, contro una media nel quinquennio precedente (2019-2023) di 74,3 t/ha. A pesare maggiormente su questo dato è stato il crollo della resa della produzione integrata scesa a 58,6 t/ha rispetto alla media quinquennale di 75,9 t/ha. Anche il biologico ha dato rese di sole 50,3 t/ha a confronto della media quinquennale di 60,2 t/ha.
Il 2024 ha visto una produzione complessiva italiana di quasi 5,3 milioni di tonnellate, in lieve calo rispetto alla produzione nazionale degli anni precedenti. Il territorio del Nord, caratterizzato da una piovosità superiore alla media annuale degli ultimi 50 anni, ha realizzato una bassa produzione, in parte compensata da una maggiore produzione del bacino del Centro Sud, seppur colpito da siccità.
A tal riguardo, quanto ha inciso il clima sull’andamento della stagione 2024?
Oltre alla lunga durata, la trasformazione è stata caratterizzata da varie chiusure e riaperture a causa delle piogge che hanno fatto interrompere la raccolta e quindi le consegne di pomodoro. Ciò ha determinato costi industriali elevati per il gran numero di giorni di lavorazione, per di più con le linee produttive non a pieno regime per la scarsità di prodotto.
Nello specifico, soprattutto durante il mese di maggio, abbiamo risentito di piogge persistenti, nettamente al di sopra della normalità climatica, che hanno determinato un ritardo nei trapianti. La speranza era di raccogliere ingenti quantità di pomodoro nei mesi di settembre e ottobre, ma purtroppo anche in quei mesi autunnali si sono verificate piogge eccezionali che hanno ostacolato l’accesso ai campi dei mezzi meccanici e la maturazione stessa della bacca, impedendo la raccolta di oltre 800 ettari a pomodoro, rimasti nei campi.
In definitiva, nonostante i ben 41.618 ettari investiti a pomodoro nel bacino del Nord Italia, le avversità climatiche non hanno dunque consentito di realizzare le produzioni previste.
E condizioni climatiche come quelle descritte hanno favorito l’insorgenza di problematiche fitosanitarie.
Esattamente: date le condizioni meteo, la campagna 2024 è stata segnata dalla presenza di malattie fungine, tra cui in particolare peronospora, che hanno richiesto diversi interventi in campo degli agricoltori. A tal proposito OI Pomodoro Nord Italia ha coordinato le richieste rivolte ai Servizi Fitosanitari delle Regioni di Piemonte, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna per adeguare gli interventi di difesa dei disciplinari all’eccezionalità dell’annata.
Guardando il mercato globale, invece, come può dirsi questa stagione del pomodoro da industria 2024?
Il 2024 ha visto una produzione complessiva italiana, che segna un -2,5% rispetto alla produzione 2023, a fronte di un andamento produttivo mondiale in crescita in termini quantitativi nell’ultimo triennio, trainato da una forte crescita rispetto al 2023 della Cina (+31%), che supera per la prima volta la produzione della California in lieve calo (-14%). In ambito europeo da segnalare il recupero della Spagna, con un +18% sempre rispetto all’anno precedente, nonostante le ridotte produzioni riscontrate negli ultimi due anni per la mancanza di disponibilità idrica.
Concludendo, quali sono le aspettative e le preoccupazioni per il futuro?
Dati i risultati di questa annata, con bassa produzione ottenuta ad alti costi sia per i produttori agricoli sia per i trasformatori, la preoccupazione è che la filiera non riesca ad affrontare la nuova campagna serenamente. OI Pomodoro Nord Italia ha quindi richiesto l’intervento delle istituzioni per supportare gli agricoltori e le industrie in questa congiuntura sfavorevole. L’aspettativa è che l’anno 2025 veda condizioni meteoclimatiche che consentano di ottenere rese in linea con la media storica dell’areale, garantendo produzioni di pomodoro soddisfacenti per il reddito della filiera tutta così da poter continuare a realizzare prodotti riconosciuti nei mercati internazionali per la qualità e per gli elevati standard ambientali e sociali.
Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com