Rhizoctonia solani: un fungo insidioso

Favorito da piogge e umidità, il fungo può interessare diverse colture ortive. Scopriamone caratteristiche e danni

da uvadatavoladmin

Il clima anomalo di novembre, caratterizzato da un andamento climatico altalenante, con l’alternarsi di condizioni tipiche della stagione a nubifragi, alluvioni e precipitazioni record soprattutto nelle regioni settentrionali, ha inevitabilmente comportato problematiche differenti in campo. Tra queste la proliferazione di funghi come Rhizoctonia solani, la cui diffusione – favorita da condizioni climatiche umide – può rappresentare una minaccia per diverse colture orticole, come patate, pomodori e melanzane

Rhizoctonia solani e Thanatephorus cucumeris: due stadi dello stesso fungo

R. solani e T. cucumeris rappresentano due fasi biologiche dello stesso organismo fungino, appartenente alla classe dei Basidiomiceti. Questa relazione si basa sulla differenza tra il suo stadio asessuato (o anamorfo), noto con il nome di R. solani, e quello sessuato (o teleomorfo), identificato come T. cucumeris. Lo stadio asessuato è quello più comune e rilevante in agricoltura, poiché il fungo si diffonde e sopravvive nel terreno, sui residui colturali e nei semi grazie al micelio e agli sclerozi, strutture resistenti che gli permettono di rimanere attivo nel terreno per lunghi periodi. Al contrario, lo stadio sessuato si manifesta raramente, in condizioni ambientali specifiche, attraverso la produzione di basidiospore, strutture tipiche dei basidiomiceti, che garantiscono la variabilità genetica e la disseminazione del fungo. La differenza tra i due stadi non modifica l’entità biologica del fungo, ma riflette le diverse modalità con cui si adatta e sopravvive. Tuttavia, la forma più temuta e dannosa per le colture è R. solani, che rappresenta il principale obiettivo nelle strategie di prevenzione e gestione.

Il ciclo di infezione di R. solani è reso particolarmente efficace dal micelio che, crescendo sulla superficie delle piante, forma cuscinetti di infezione, i quali penetrano attraverso stomi o lesioni, danneggiando radici, steli, foglie e frutti a contatto con il suolo. La diffusione del fungo avviene principalmente tramite l’acqua e la pioggia, ma anche attraverso strumenti agricoli contaminati e residui colturali infetti. In condizioni climatiche particolarmente piovose, la crittogama può espandersi anche alla base fuori terra dei fusti, formando un caratteristico feltro bianco-grigiastro noto come “calzone bianco”. Inoltre, R. solani è in grado di propagarsi direttamente da pianta a pianta, rendendolo un avversario difficile da controllare.

Danni causati da Rhizoctonia solani

A differenza di altre malattie fungine, i danni associati all’infezione da Rhizoctonia solani si manifestano principalmente in piantine giovani di melanzana, tuberi di patate e germogli. Uno dei segnali più evidenti della presenza di Rhizoctonia solani sono le cosiddette “croste nere”. Si tratta di placche crostose, di colore nero o bruno scuro, che compaiono sulla superficie dei tuberi e possono essere isolate o riunite in gruppi, ricoprendo aree più o meno estese. Sebbene superficiali e facilmente rimovibili, le croste talvolta interessano i primi strati della polpa. Tuttavia, possono comparire anche su radici e stoloni sotto forma di lesioni brune e irregolari che compromettono il normale assorbimento di nutrienti, causando uno sviluppo stentato della pianta e una produzione meno ottimale dal punto di vista quanti-qualitativo.

L’infezione può raggiungere successivamente gemme e germogli, provocando conseguenze piuttosto gravi: nei germogli infetti si sviluppano tacche brune, irregolari e depresse, che tendono a estendersi fino a coinvolgere i tessuti interni, portando spesso alla morte dell’organo colpito. Inoltre, gli steli che si sviluppano da germogli infetti presentano lesioni simili, che degenerano in cancri o in un manicotto marcescente che avvolge l’intero stelo. Anche se il fungo non attacca direttamente l’apparato fogliare, i sintomi si manifestano con accartocciamenti, avvizzimenti e nanismo. Questo “intristimento” è una conseguenza indiretta dell’infezione dell’apparato radicale.

Rhizoctonia solani

Sintomi di Rhizoctonia solani sulla base inferiore del fusto e sulle radici di una pianta in maturazione in una coltura di patate

Prevenzione e interventi agronomici

La prevenzione è uno strumento fondamentale per contrastare la diffusione di Rhizoctonia solani. Poiché il fungo è in grado di sopravvivere a lungo nel terreno e di infettare rapidamente le piante tramite sclerozi, micelio e residui colturali, adottare strategie preventive mirate è essenziale per proteggere le coltivazioni e garantire una produzione agricola sostenibile.

  • Utilizzo di materiale di propagazione certificato e sano: preferire tuberi da seme o piantine con un buon livello di salubrità. Il materiale certificato, oltre a essere selezionato per la sua qualità genetica è controllato per l’assenza di patogeni.
  • Ampie rotazioni colturali: R. solani è un patogeno che sopravvive nel terreno, spesso grazie ai residui colturali infetti. Per questo motivo, ripetere la stessa coltura sullo stesso terreno facilita l’accumulo di inoculo fungino. Alternare diverse colture, preferibilmente non suscettibili al fungo, su un arco di 4-5 anni riduce significativamente il rischio di infezione.
  • Ottimizzare le condizioni colturali: le condizioni del suolo giocano un ruolo chiave nella diffusione del fungo per cui interventi agronomici che migliorano la struttura e il drenaggio del terreno, come l’aratura profonda o la creazione di solchi (baulature) per lo scorrimento dell’acqua possono fare la differenza.

L’insieme di questi accorgimenti, combinato con una gestione dei residui colturali e una disinfezione degli strumenti di lavoro, consente di limitare la diffusione del patogeno e preservare la qualità del raccolto. Di qui in avanti, però, complici le conseguenze del cambiamento climatico in atto, sempre più fondamentale risulterà l’attività di monitoraggio.

 

Federica Del Vecchio
© fruitjournal.com

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