Salinizzazione del suolo: uno studio per contrastarla 

Condotto da un team di ricercatori dell’Università Politecnica di Cartagena, il lavoro ha sviluppato un’innovativa apparecchiatura di luci LED capace di ridurre gli effetti negativi della salinità sul peperone

da uvadatavoladmin
salinizzazione del suolo

Complici cambiamenti climatici e pratiche agricole inadeguate, la salinizzazione del suolo è sempre più frequente nei territori agricoli. Si tratta del risultato di una combinazione di fattori naturali – come siccità, scarse precipitazioni, alto tasso di evaporazione e scarso ristagno idrico – e pratiche agricole poco sostenibili, tra cui irrigazione inefficiente, sistemi di drenaggio inadeguati e uso eccessivo di agrofarmaci. 

Il problema è particolarmente sentito nella Regione di Murcia in Spagna, da anni alle prese con una cronica scarsità di risorse idriche. È proprio qui che, infatti, il mondo della ricerca si sta attivando, proponendo studi differenti sull’utilizzo di strategie che permettono di utilizzare risorse idriche non convenzionali, senza compromettere la qualità delle colture.

Peperoni sotto i riflettori: l’innovazione targata UPCT per contrastare la salinizzazione del suolo

Tra i progetti più recenti avviati per contrastare il fenomeno della salinizzazione del suolo, particolarmente innovativo è quello condotto dal Dipartimento di Ingegneria Agronomica dell’Università Politecnica di Cartagena (UPCT), guidato dalla professoressa María del Carmen Martínez Ballesta. Il team di ricerca, con il sostegno della Fondazione Séneca – Agenzia per la Scienza e la Tecnologia della regione di Murcia, ha sviluppato un prototipo portatile di luci LED capace di ridurre gli effetti negativi della salinità sulle colture. Questo sistema, dotato di un braccio articolato e regolabile, consente di applicare impulsi luminosi calibrati su misura per le piante con l’obiettivo di ottimizzare l’efficacia del trattamento in funzione delle esigenze colturali. In particolare lo studio si concentra sul peperone, una pianta moderatamente sensibile alla salinità, con l’obiettivo di adattarla alle sfide imposte dai cambiamenti climatici e dalla crescente salinità dei suoli.

Il progetto, inoltre, si distingue per la capacità di coniugare innovazione tecnologica e applicabilità pratica. Il prototipo, infatti, è stato pensato per essere utilizzato direttamente nelle serre, incluse quelle di grandi dimensioni, e la sua modularità consente di condividere l’apparecchiatura tra più aziende agricole, con un approccio che riduce i costi operativi e rende la soluzione economicamente sostenibile.

salinizzazione del suolo

Applicazione della radiazione LED ai peperoni in una serra. Fonte: Universidad Politécnica de Cartagena

Risultati promettenti: produzione in aumento e frutti più sani

I primi test, condotti in serra, hanno già mostrato risultati incoraggianti. L’applicazione della luce LED, condotta sulla coltivazione del peperone, ha determinato un aumento della produzione rispetto alle coltivazioni non trattate e una significativa riduzione dell’incidenza della Blossom-end rot, fisiopatia che – aggravata proprio dall’elevata concentrazione di sali nel terreno – provoca necrosi nei frutti.

È bene specificare che l’utilizzo delle luci LED in agricoltura non è una novità assoluta: paesi come l’Olanda, caratterizzati da poche ore di luce naturale, già sfruttano questa tecnologia per ottimizzare la crescita delle piante in serra. Tuttavia, il progetto della UPCT si distingue per il suo obiettivo specifico: contrastare gli effetti negativi della salinità sulle colture attraverso un approccio innovativo che, oltre a migliorare la resilienza delle piante, permette di integrare soluzioni tecnologiche avanzate con una visione sostenibile e adattata alle sfide climatiche globali.

Una tecnologia versatile e sostenibile

Il prossimo passo sarà testare il prototipo su altre colture, come il pomodoro già oggetto di altri studi relativi alla salinità, e affinare il protocollo di applicazione. Accanto a questo, i ricercatori puntano a migliorare ulteriormente le caratteristiche del dispositivo, rendendolo ancora più efficiente e autonomo. La continuità dei lavori, però, dipenderà dalle risorse disponibili, che si spera possano coprire almeno i prossimi tre anni di sperimentazione. Intanto i risultati sembrano già offrire un’importante conferma: la luce LED – così come impiegata nel lavoro di ricerca – potrebbe presto diventare un alleato prezioso per l’agricoltura mediterranea.

 

Federica Del Vecchio
© fruitjournal.com

 

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