Rame in olivicoltura, un approccio integrato

Alleato prezioso nella difesa dell’olivo, il rame deve essere applicato correttamente per proteggere le piante e rispettare le normative ambientali

da f.delvecchio
rame in olivicoltura

Elemento essenziale per la vita degli organismi viventi, il rame è un elemento chimico metallico presente in natura in diversi comparti ambientali. Da sempre impiegato per la protezione delle colture, assume un ruolo cruciale nella difesa dell’olivo, contribuendo alla prevenzione e al controllo di malattie come l’occhio di pavone, la cercosporiosi e la rogna dell’olivo.

Nonostante i suoi benefici, il rame deve essere utilizzato con attenzione. Un eccessivo accumulo nel suolo può infatti alterare l’equilibrio dell’ecosistema e influire sulla qualità del terreno. Per questo motivo, le normative europee stabiliscono limiti precisi per il suo impiego, al fine di promuoverne un uso sostenibile e responsabile.

Rame in olivicoltura: quando e come intervenire per il controllo dell’occhio di pavone

È bene considerare che l’efficacia dei trattamenti rameici dipende da diversi fattori come condizioni climatiche del territorio di coltivazione, il sesto d’impianto, la cultivar coltivata. Le fasi fenologiche in cui viene applicato il rame può costituire fattore di maggiore efficacia per ottenere un abbattimento dell’inoculo presente nell’olivo e una protezione preventiva delle nuove infezioni.

Nel caso dell’occhio di pavone, un  momento ideale per l’intervento è la fine dell’inverno o l’inizio della primavera, quando le temperature iniziano a salire e le gemme cominciano a gonfiarsi, ma prima che si aprano completamente. Questa finestra temporale consente un temporaneo risanamento delle piante di olivo infette.
I prodotti a base di rame, però, possono anche essere utilizzati durante il periodo vegetativo (primavera e autunno), sia per proteggere le nuove foglie che si sviluppano, sia per devitalizzare i conidi che si formano sulle zone infette delle foglie. In relazione alla possibilità di ridurre il numero di foglie durante il periodo vegetativo, in caso di trattamenti a base di rame, è consigliato utilizzare prodotti alternativi registrati per la coltura e l’avversità in caso di annate con elevato carico produttivo, in cui si ha necessità di una maggiore attività fotosintetica e nutritiva.

In linea generale possiamo considerare due tipologie di situazioni infettive:

  • presenza d’infezioni basse (inferiore al 20%), il trattamento può essere posticipato, con un successivo controllo in primavera e autunno;
  • presenza d’infezioni elevate (superiori al 20%), si consiglia un primo intervento prima dell’inizio sviluppo della nuova vegetazione e interventi successivi prima della fioritura e in autunno, in concomitanza con la formazione del quarto nodo fogliare.

rame in olivicoltura

Rogna dell’olivo: la protezione con il rame inizia dopo la raccolta

Terminata la raccolta delle olive, la cura degli olivi non si ferma. Anzi, questa fase rappresenta un momento cruciale per le infezioni di batteri come Pseudomonas savastanoi che causa la rogna dell’olivo. La raccolta, ormai, viene attuata con mezzi scuotitori di diverso tipo, associati all’abbacchiatura con verghe per agevolare la caduta delle olive. Tale modalità di raccolta determina un elevato numero di ferite su tutta la vegetazione, che rappresentano le vie di penetrazione di batteri e funghi, agevolati da condizioni climatiche molto favorevoli a tali agenti patogeni, per la presenza di piogge ed umidità. Anche eventi grandinigeni sono tra le cause di maggiore formazione di ferite e di successive infezioni di batteri. La rogna può compromettere seriamente la produttività delle piante in quanto in grado di formare masse tumorali che interrompono il flusso linfatico con conseguente disseccamento della parte superiore. Il rame se applicato subito dopo la raccolta o eventi grandinigeni possono, per la loro proprietà batteriostatica, bloccare o ridurre le infezioni, ma affinché il trattamento sia efficace è consigliabile un’applicazione uniforme, che copra tutte le parti della pianta, incluse le foglie, i rami e il tronco. 

Ma quali prodotti utilizzare? Sul mercato sono disponibili diverse formulazioni a base di rame, tra cui l’ossicloruro di rame, l’idrossido di rame e il solfato di rame. Ognuna presenta caratteristiche specifiche in termini di persistenza e solubilità, e la selezione del prodotto più adatto deve tener conto delle condizioni climatiche, del livello di pressione dei patogeni e delle normative locali che regolano l’uso dei fitofarmaci. 

Normative e uso sostenibile del rame 

Attualmente, a livello europeo, i principali composti del rame autorizzati per la difesa fitosanitaria, sia in agricoltura biologica che convenzionale, sono i cinque sali insolubili riconosciuti come sostanze attive dal Regolamento (UE) 1107/2009: poltiglia bordolese, ossicloruro di rame, idrossido di rame, solfato tribasico di rame e ossido rameoso.

È bene sottolineare che il Regolamento (UE) 1981/2018, ha rinnovato l’autorizzazione europea per l’uso dei sali di rame, stabilendo un limite massimo di 28 chilogrammi di rame metallo per ettaro in un periodo di sette anni, equivalente a una media annua di 4 kg per ettaro. Tuttavia, la scadenza per il rinnovo, fissata al 31 dicembre 2025, salvo ulteriori proroghe. Le procedure di valutazione europee, infatti, stanno registrando slittamenti sempre più frequenti, rendendo probabile una proroga dell’autorizzazione anche per questa sostanza attiva.

Cercosporiosi dell’olivo

La sua presenza e diffusione è lenta ma constante nel tempo, determinando un evidente ingiallimento precoce delle foglie con cascola delle stesse in alcuni casi anche consistente. I danni non sono al pari di quelli determinati dall’occhio di pavone ma in ogni caso situazioni più gravi vanno controllate. Anche il questo caso i prodotti a base di rame risultano efficaci per il controllo dell’agente fungino Pseudocercospora cladosporioides. Gli stessi trattamenti a base di prodotti rameici eseguiti per altre malattie hanno azione anche nei confronti della cercosporiosi, ma in caso di specifico controllo è necessario integrare un interveno nel periodo di luglio, fase in i cui generalemente iniziano le prime infezioni. 

Verso un approccio integrato per la difesa dell’olivo

L’impiego del rame in olivicoltura rappresenta quindi una risorsa strategica per il controllo delle malattie, ma la sua efficacia richiede una gestione attenta per evitare impatti negativi sull’ambiente e sulla salute delle piante. Per massimizzarne i benefici, il trattamento rameico deve essere inserito in un contesto di gestione fitosanitaria sostenibile, integrato con pratiche agronomiche mirate. Potatura e corretta gestione del suolo sono cruciali: la prima migliora l’aerazione della chioma e riduce l’umidità, fattore che favorisce infezioni; mentre una gestione attenta del terreno limita i ristagni idrici, che favoriscono la proliferazione dei patogeni. Fondamentale, inoltre, il monitoraggio costante delle condizioni climatiche e dello stato di salute delle piante, per intervenire in modo tempestivo ed efficace. Solo un approccio integrato e consapevole può garantire una difesa efficace e sostenibile dell’oliveto, preservando la produttività senza compromettere l’equilibrio ecologico.

 

Federica Del Vecchio
© fruitjournal.com

 

 

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