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L’olivicoltura italiana sta attraversando una fase di profondo cambiamento, sospinta dall’innovazione e dalla necessità di rendere la produzione più efficiente e sostenibile. La diffusione della Xylella fastidiosa, che nel caso specifico della Puglia ha devastato milioni di olivi, ha accelerato questo processo, imponendo un ripensamento delle strategie colturali. Oltre alla selezione di varietà più resistenti, si assiste a una trasformazione degli impianti: i tradizionali sesti d’impianto a bassa densità stanno lasciando spazio a modelli intensivi e superintensivi, caratterizzati da densità d’impianto più elevate, con oltre 1.600 piante per ettaro. L’obiettivo di questi sistemi innovativi non è tanto aumentare la produzione, quanto ridurre i costi di gestione e ottimizzare l’uso delle risorse. Tra queste, l’acqua riveste un ruolo fondamentale, e la sua gestione efficiente è fondamentale per la sostenibilità economica e ambientale degli oliveti moderni. In questo contesto, la subirrigazione si afferma come una soluzione strategica, capace di ridurre le perdite per evaporazione e garantire un apporto idrico mirato, rispondendo alle esigenze degli impianti olivicoli moderni.
Come funziona la subirrigazione?
A differenza dei sistemi irrigui tradizionali, che distribuiscono l’acqua in superficie attraverso aspersione o microirrigazione, la subirrigazione prevede l’erogazione dell’acqua direttamente nella zona radicale delle piante. L’acqua viene distribuita mediante tubazioni e ali gocciolanti interrate a bassa profondità, in genere tra i 30 e i 40 cm. Questo sistema permette alle radici di assorbire l’acqua in modo ottimale, riducendo al minimo le perdite per evaporazione e percolazione profonda. Di conseguenza, si incrementa il volume di suolo bagnato intorno al punto di distribuzione di circa il 46% rispetto ai metodi tradizionali.
Nella maggior parte degli impianti di subirrigazione, le tubazioni sono poste centralmente all’interno dell’interfila, con profondità di interramento e distanza tra le ali gocciolanti che variano in funzione delle caratteristiche idrologiche del terreno, della varietà e del sesto d’impianto adottato. L’obiettivo è quello di inumidire la maggior parte dell’apparato radicale e, al contempo, evitare che le radici più grosse possano provocare strozzature all’impianto di irrigazione. In generale, si scelgono distanze tra i gocciolatori comprese tra 50 e 100 cm, con distanze più ravvicinate nei terreni molto drenanti, e più ampie quando il terreno è meno permeabile.
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Gestire i primi anni dal momento dell’impianto
Nonostante la subirrigazione sia una pratica altamente consigliata, specialmente per i sistemi olivicoli intensivi e superintensivi, è importante considerare che nei primi anni dall’impianto potrebbe non essere altrettanto efficiente. Le giovani piante, infatti, possiedono apparati radicali ancora poco sviluppati, che potrebbero non essere in grado di raggiungere l’acqua distribuita dalle tubazioni sotterranee, limitando l’efficacia del sistema di subirrigazione.
Per questo motivo, durante la fase iniziale di crescita, è utile prevedere l’integrazione di un sistema di irrigazione alternativo, come ali gocciolanti sospese installate sopra il terreno o sospese, per garantire un’irrigazione più diretta e immediata per supportare l’attecchimento delle giovani piantine e prevenire stress idrici che potrebbero compromettere la loro crescita.
I vantaggi della subirrigazione in olivicoltura
L’adozione della subirrigazione offre numerosi vantaggi, rendendola una soluzione ideale per gli impianti olivicoli intensivi e superintensivi, permettendo di ottimizzare l’uso delle risorse idriche e migliorare la qualità della produzione.
- Risparmio idrico e maggiore efficienza: trattandosi di un sistema di distribuzione idrico interrato, l’acqua viene distribuita direttamente nella rizosfera, riducendo al minimo le perdite per evaporazione e massimizzando l’assorbimento.
- Riduzione delle fitopatologie: la subirrigazione riduce al minimo l’umidità sopra la superficie del terreno, concentrando l’acqua direttamente sulle radici, lontano dalle foglie e dai frutti. Questo approccio limita l’umidità che potrebbe favorire la proliferazione di funghi e patogeni che colpiscono la parte aerea della pianta.
- Ottimizzazione della fertirrigazione: la subirrigazione favorisce anche la fertirrigazione, migliorando l’assimilazione di nutrienti nel suolo, soprattutto di quelli poco mobili, come fosforo e potassio. Questo approccio consente una distribuzione più uniforme e concentrata di questi elementi direttamente nella rizosfera, migliorando l’efficacia dei fertilizzanti.
- Assenza di ostacoli e facilitazione delle operazioni colturali: l’uso di impianti interrati elimina la presenza di tubature sospese o appoggiate sulla superficie del suolo, permettendo un passaggio più agevole delle macchine operatrici per trattamenti, lavorazioni del terreno e altre operazioni colturali. Questo rende il lavoro in campo più semplice ed efficiente, riducendo le probabilità di danneggiare l’impianto di irrigazione.
- Maggiore durata dell’impianto: le tubazioni, posizionate sotto il livello del suolo, sono protette dai danni causati dall’esposizione agli agenti atmosferici, come il sole, il gelo e la corrosione.
Automazione e monitoraggio: l’evoluzione per una gestione idrica ottimizzata
La chiave per massimizzare l’efficienza e minimizzare gli sprechi nell’irrigazione non risiede solo nella scelta del metodo, ma soprattutto nell’adozione di strumenti avanzati di automazione e monitoraggio. Tecnologie avanzate come i sensori di umidità del suolo, i dati satellitari e i sistemi di supporto alle decisioni (DSS), supportati dall’intelligenza artificiale, permettono di monitorare in tempo reale le condizioni dell’oliveto, fornendo dati concreti e precisi che guidano le scelte irrigue. Questa integrazione tecnologica consente non solo di ottimizzare l’efficienza dell’irrigazione, ma anche di ridurre gli sprechi e prevenire squilibri idrici.
In conclusione, la subirrigazione rappresenta una soluzione innovativa e sostenibile per l’olivicoltura moderna, rispondendo non solo alle esigenze di un comparto in continua evoluzione ma anche alle sfide legate alla scarsità d’acqua e alla sostenibilità ambientale. L’adozione di questa tecnologia, insieme a sistemi avanzati di monitoraggio e automazione, offre una gestione più efficiente delle risorse, garantendo la salute e la produttività degli oliveti.
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Donato Liberto
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