Valerianella, la spinta dei biostimolanti

A riprova, uno studio condotto nella Piana del Sele che, esplorando l'efficacia di quattro biostimolanti naturali, ha evidenziato significativi incrementi produttivi e miglioramenti nella qualità del prodotto

da f.delvecchio
valerianella

La valerianella [Valerianella locusta (L.) Laterr.] appartiene alla famiglia delle Valerianaceae ed è una specie spontanea di origine mediterranea. La valerianella prende anche il nome di “dolcetto” o “songino”, ortaggio tipico delle insalate invernali di cui si mangiano le foglie fresche. Il suo consumo è in continua crescita anche grazie alla maggiore disponibilità di insalate di IV gamma (già lavate e pronte all’uso). Dal punto di vista nutritivo è caratterizzata da un basso valore energetico (10 kcal 100 g-1) e da un buon contenuto in vitamine e sali minerali. È una pianta erbacea a ciclo annuale, inizialmente produce una rosetta di foglie spatolate di colore verde lucido, lunghe 8-10 cm; da aprile a giugno la pianta emette uno stelo fiorale angoloso con ramificazioni dicotomiche terminanti con mazzetti di piccoli fiori imbutiformi bianco azzurri. L’impollinazione è entomofila. Il frutto è un achenio liscio globuloso grigio chiaro o scuro, che viene impiegato per la semina (peso 1000 semi da 2 a 4 g).

Valerianella: lo studio 

L’attività sperimentale è stata condotta, nel periodo febbraio – giugno 2022, in una serra in metallo e polietilene presso l’azienda agricola “Altamura”, un’organizzazione di produttori operante da oltre 4 generazioni nel territorio della Piana del Sele, nel comune di Pontecagnano (SA), avente una superficie aziendale di 250 ettari. Le analisi sulla produzione sono state effettuate nel laboratorio di Ortofloricoltura della SAFE dell’Università degli Studi della Basilicata, sita nel comune di Potenza.
Per l’esecuzione della prova sperimentale, sono stati confrontati 4 biostimolanti di diversa composizione:

a) un prodotto a base di acido folico, glicinbetaina, acetiltioprolina (AATC) ed estratti vegetali (Ascophyllum nodosum, Medicago sativa), che stimola la produzione di aminoacidi, zuccheri, acidi nucleici, promotori di crescita ed energia e, grazie alla glicinbetaina e prolina, permette il superamento dello stress dovuto all’intensa attività metabolica; 

b) un estratto di alga ottenuto esclusivamente da alghe brune della specie Ecklonia maxima. Quest’alga viene raccolta nelle acque della costa occidentale del Sudafrica e sottoposta a un innovativo processo di estrazione a freddo, senza l’impiego di solventi chimici o di alte temperature, che danneggerebbero le preziose sostanze contenute nell’estratto;

c) un filtrato di crema di alghe derivante da Ascophillum nodosum, contenente alghe brune estratte nel Mare del Nord che vengono lavorate a temperatura ambiente e senza processi chimici;

d) un biostimolante contenente glicinbetaina, trealosio, zeatina. La glicinbetaina è una biomolecola con funzioni osmoprotettive: essa viene prodotta nei tessuti della pianta per preservare le funzioni cellulari in caso di stress. Il trealosio è un disaccaride con proprietà stabilizzanti e idratanti, in grado di favorire il mantenimento del turgore cellulare anche in condizioni di stress severo. La zeatina, citochinina naturale tra le più attive, favorisce la moltiplicazione delle cellule, regola l’allegagione e promuove uno sviluppo equilibrato della pianta. Grazie all’azione sinergica dei suoi componenti, questo prodotto regola le attività metaboliche della pianta, favorendo il superamento degli stress ambientali quali alte e basse temperature, siccità e salinità.

I risultati ottenuti

Il protocollo sperimentale ha previsto un disegno sperimentale a blocchi randomizzati con 3 repliche in cui la fonte di variazione sono stati i trattamenti con i biostimolanti. Pertanto, sono state realizzate 5 tesi sperimentali, considerando – oltre ai 4 biostimolanti – anche un controllo non trattato. Allo scopo, le due baulature interessate allo studio sono state suddivise in 10 parcelle di 3 m2 ciascuna, distanti 2 m l’una dall’altra (Figure 5 e 6). Durante la coltivazione sono state effettuate 3 applicazioni fogliari con biostimolanti; la tesi controllo è stata trattata soltanto con acqua. Inoltre, sono stati effettuati due cicli di coltivazione di valerianella, uno autunno-vernino e l’altro primaverile-estivo. Per il primo ciclo la semina è avvenuta il 15/02/2022 e la raccolta il 30/03/2022, mentre per il secondo la semina è stata effettuata il 28/05/2022 e la raccolta il 28/06/2022. Ai fini della prova, a ogni applicazione, sono stati impiegati 10 g di biostimolante, diluiti in 5 litri di acqua. Il primo trattamento per ogni ciclo si è avuto alla fase fenologica delle prime 4 foglie vere. A seguito di questo primo trattamento, ne sono seguiti altri due con un intervallo di 7 giorni. Al termine di questi, dopo circa 7 giorni dall’ultimo trattamento, è stata effettuata la raccolta. 

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Figura 5: particolare di una parcella sperimentale (a sinistra), tunnel dove sono state seguite le prove con biostimolanti (a destra).

La raccolta è stata seguita raccogliendo 1 m2 di prodotto per superficie trattata comprensivo di testimone (superficie non trattata per il confronto). Il tutto dopo la raccolta è stato portato presso il laboratorio dell’Università di Potenza per le indagini quali-quantitative (Figura 6).

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Figura 6: particolare prelievo dei campioni da analizzare e indagini in laboratorio

Produzione commerciabile

A fronte delle analisi, si è osservato che l’impiego dei biostimolanti tramite trattamenti fogliari ha determinato degli incrementi significativi di produzione che si evidenziano soprattutto nel primo ciclo colturale e diventano meno evidenti nel secondo ciclo colturale con un solo trattamento (quello effettuato con il biostimolante contenente glicinbetaina, trealosio, zeatina) che ha fatto registrare un dato inferiore rispetto al controllo non trattato (Tabella 1).

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Tabella 1: Produzione del ciliegio. I valori medi seguiti da lettere diverse sono statisticamente differenti differenti con P≤0.05 secondo il test LSD.

Nella tabella 2, invece, si osservano gli incrementi di peso fresco, peso secco e sostanza secca (parametro importante per la shelf-life dei prodotti ortofrutticoli).

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Tabella 2. Peso fresco, peso secco e contenuto di sostanza secca. I valori medi seguiti da lettere diverse sono statisticamente differenti con P≤0.05 secondo il test LSD.

Conclusioni

I risultati ottenuti indicano che l’applicazione dei biostimolanti oggetto di sperimentazione abbiano favorito la crescita e lo sviluppo della valerianella coltivata con il metodo biologico in ambiente protetto. I parametri quali-quantitativi riscontrati nelle parcelle trattate con i biostimolanti confermano che queste sostanze hanno un effetto positivo sull’efficienza dell’uso dell’acqua e sull’efficienza dell’utilizzo dei nutrienti, che si traduce in un generale effetto stimolante dello sviluppo delle piante.
Negli ultimi anni, la necessità di praticare un’agricoltura environmentally-friendly e sostenibile pur mantenendo buoni livelli produttivi e qualitativi, ha favorito la messa a punto e la diffusione dei biostimolanti. 

Considerata la normativa europea sempre più stringente nella salvaguardia degli agro-ecosistemi, analizzati gli effetti favorevoli dei biostimolanti, sarebbe quindi opportuno approfondire gli studi sull’impiego di queste sostanze, sia per somministrazione radicale che fogliare.

In futuro si auspica la messa a punto di un maggior numero di questi formulati considerando anche situazioni colturali diverse, ovvero condizioni di stress abiotici e/o di limitato apporto di acqua ed elementi nutritivi.

 

A cura di: Giuseppe Longo – Dottore Agronomo 

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