La disponibilità di materiali genetici con caratteristiche innovative, che poi si concretizzano in nuove varietà, costituisce il fattore fondamentale dell’evoluzione della frutticoltura.
Naturalmente bisogna anche tener conto dei nuovi sistemi colturali, di forme di allevamento, di sistemi d’impianto, passando per le moderne tecniche di protezione, alla proposizione di innumerevoli tipologie di materiali di propagazione oggi offerti dal settore vivaistico.
La frutticoltura meridionale ha capitalizzato appieno questo processo evolutivo, diventando in pochi anni il bacino principale del settore nazionale, tanto che è ormai diffuso il termine di meridionalizzazione della frutticoltura italiana”. Tutto ciò però, non si è tradotto in un rafforzamento della filiera frutticola nazionale, che anzi negli ultimi anni arranca e perde posizioni per carenze strutturali del sistema produttivo.
Tra le motivazioni: scarsa organizzazione, difficoltà nell’interpretare le dinamiche delle singole produzioni, dei mercati e dei flussi commerciali. Al di là delle problematiche strutturali nazionali, il processo di rinnovamento varietale in frutticoltura è continuo e propone nuove tipologie di frutti che risultavano impensabili sino a qualche lustro fa.
In precedenti contributi pubblicati nell’inserto frutticoltura della rivista Uva da Tavola Magazine (anno 2016) sono state accennate le tematiche varietali per albicocco e ciliegio. Di seguito sono qui forniti maggiori riferimenti e fonti documentali da cui attingere notizie più complete.
In generale, il mercato richiede oggi genotipi con colorazione rossa estesa a tutta l’epidermide, associando a tale carattere alcuni aspetti salutistici e nutraceutici dei frutti.
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Innovazione e scelte varietali italiane per pesco, nettarine e percoco
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Autore: Agrimeca Grape and Fruit Consulting – Turi (BA)
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