Incompatibilità di innesti kiwi: uno studio condotto da un team di esperti cinesi ha analizzato omotrapianti ed eterotrapianti con diverse combinazioni di portinnesti e marze.
Il kiwi è un frutto molto apprezzato dai consumatori, anche per le sue indiscusse peculiarità nutraceutiche.
Per controllare i tratti delle cultivar innestate – come vigore, fioritura precoce, qualità dei frutti e resa – è necessario un ampio uso di portinnesti.
Tuttavia, questa pratica rimane limitata a poche specie, principalmente a causa del successo incoerente dell’innesto e delle difficoltà nel prevedere le risposte di compatibilità degli innesti kiwi con le combinazioni marza-portainnesto proposte.
Al fine di identificare la incompatibilità dell’innesto e i suoi potenziali meccanismi e studiare il comportamento di compatibilità degli omo- ed eteroinnesti nel genere Actinidia, gli esperti hanno quindi innestato 44 kiwi (Actinidia chinensis Planchon) e 18 cultivar diverse su portinnesti di kiwi commercializzati (Miliang).
Sulla base di osservazioni fenotipiche e istologiche, gli omotrapianti di kiwi hanno mostrato un’elevata affinità tra portainnesti e marze, mentre gli eterotrapianti hanno ovviamente presentato una maggiore incompatibilità di innesto traslocato. Inoltre, non è stata riscontrata alcuna differenza significativa nella percentuale di successo dell’innesto all’interno dei diversi gruppi di omotrapianto (cultivar diploidi, tetraploidi ed esaploidi). Tuttavia, rispetto alle altre specie, le specie appartenenti alla sez. Leiocarpae e utilizzate negli eteroinnesti hanno presentato una percentuale di successo inferiore.
Quando è stata osservata l’anatomia interna delle unioni dell’innesto, le combinazioni di portainnesto e rampollo compatibili presentavano connessioni cellulari e vascolari coerenti all’unione dell’innesto.
Le combinazioni incompatibili, invece, erano separate in molti punti da gruppi di strati necrotici e complessi vascolari anormali. L’analisi di correlazione ha ulteriormente confermato che la correlazione filogenetica tra portinnesti e marze era associata negativamente al tasso di sopravvivenza dell’innesto.
In generale, il lavoro condotto dal team di esperti non solo permette di indicare la relazione tra i coefficienti di affinità genetica e l’incompatibilità dell’innesto, ma risulta anche di interesse pratico per i coltivatori perché suggerisce le combinazioni ottimali di portinnesti e marze del genere Actinidia.
Ilaria De Marinis
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