Coltivazione delle fragole in Basilicata

Secondo quanto emerso da una relazione dell’Alsia, nel Metapontino gli ettari messi a dimora per la campagna fragolicola 2021/22 sono 1.162,30

da uvadatavoladmin
fragole oltre mille ettari basilicata

A distanza di un anno le previsioni trovano conferma: sono più di mille gli ettari di coltivazione delle fragole in Basilicata per la stagione 2021/22.

Sfiorati l’anno scorso, superati quest’anno: secondo quanto emerso da una relazione dell’Alsia, nel Metapontino gli ettari di coltivazione delle fragole, messi a dimora per la campagna fragolicola in corso, sono 1.162,30.

Stando ai dati riportati, infatti, con 164 ettari in più rispetto alla scorsa stagione la Basilicata si conferma ancora una volta regione leader in Italia per superficie coltivata a fragole, registrando un incremento del 16,4%.
Più di 1.079 ettari riguardano le piante fresche (93%), mentre quelli coltivati a cima radicata sono circa 82.

Con 600 ettari coltivati, la varietà più diffusa resta Sabrosa-Candonga, seguita da Inspire che passa dai 79 ettari dello scorso anno agli attuali 142,86. Si colloca in terza posizione la cultivar Rossetta®, con oltre 85 ettari coltivati.
In forte crescita, la precoce Florida-Fortuna con 56,71 ettari, a fronte dei 38 ettari messi a dimora nella precedente campagna. Ottimi numeri anche per Limvalnera, la quale conta 14 ettari coltivati tra piante fresche e cime radicate, rispetto alle poco più di 20mila piante dello scorso anno. In ascesa anche altre cultivar finora poco diffuse in Basilicata, come Primavera, Elide, Nabila e Plared 1075. Simili al 2021 sono invece le superfici per Marisol, cultivar che quest’anno vede trapiantati 28,57 ettari.

coltivazione delle fragole

Rispetto agli anni precedenti aumenta dunque, in maniera significativa, anche il numero di varietà coltivate.

Aspetto, questo, che favorisce un anticipo della raccolta nella fase precoce del mercato, creando inoltre nuovi marchi commerciali che, legando il prodotto al territorio di produzione, consentono una maggiore fidelizzazione con il consumatore.
L’incremento di superfici, iniziato a fine anni ‘90 e ulteriormente rilanciato nella stagione 2016/17, si deve all’introduzione di nuovi genotipi e alle elevate capacità imprenditoriali che hanno puntato alla realizzazione di sistemi colturali tesi a massimizzare la qualità delle produzioni.

Come mostrano i dati Alsia, ormai da un quinquennio le superfici si sono collocate oltre gli 800 ha, con oscillazioni dovute ai risultati economici. La risalita continua delle superfici si è avuta a partire dal 2010 allorquando vi è stato il passaggio dalle piante frigoconservate a quelle fresche a radice nuda. Tale scelta ha consentito una migliore distribuzione della produzione, non più concentrata in 15-20 giorni, ma distribuita su 3 mesi.

Attualmente, infatti, il calendario di produzione si è notevolmente ampliato, tanto che l’offerta di fragola parte da novembre per concludersi a maggio, con un picco che va da marzo a maggio.

Un aspetto che, nel tempo, ha permesso di essere presenti sui mercati anche in periodi in cui il prodotto proviene da altri Paesi (Spagna) o regioni italiane come Sicilia e Calabria.
Secondo alcune stime, quest’anno la piena produzione si raggiungerà nel mese di febbraio, con un lieve ritardo rispetto al 2021. Tuttavia, decisiva sarà la fornitura di fragole organiche e a residuo zero, che per il 2022 si prevede in grande aumento.

Naturalmente l’auspicio è che gli sforzi sostenuti dalle imprese per incrementare le superfici coltivate vengano compensati da risultati commerciali ottimali. Non solo per garantire la giusta redditività ai produttori, ma anche per assicurare un futuro a una coltura che, anno dopo anno, sta assumendo un rilievo di primo piano tanto per l’agricoltura lucana, quanto per quella italiana.

 

Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com

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