Manca manodopera, stagione a rischio da Nord a Sud

Dalla Puglia all'Emilia Romagna, dalla Calabria al Veneto: manca manodopera, a rischio la raccolta delle produzioni estive

da uvadatavoladmin
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Dalla Puglia all’Emilia Romagna, dalla Calabria al Veneto: manca manodopera, a rischio la raccolta delle produzioni estive in tutta la Penisola.

Che siano fragole, ciliegie o orticole la situazione non cambia: nelle campagne italiane manca manodopera.

Ad accendere i riflettori sull’emergenza, le diverse associazioni e aziende agricole che – a ridosso delle grandi campagne di raccolta – lamentano serie difficoltà nel reperire manodopera sia specializzata che generica da impiegare nei campi.
Una situazione che allarma, specie se si considera che In Italia i lavoratori in agricoltura sono circa 1,1 milioni. Di questi, la maggior parte viene prevalentemente impiegata nel Sud del Paese (53% del totale), che detiene anche la quota più rilevante degli operai a tempo determinato (56%).

Come raccontato su Fruit Journal, già nei mesi scorsi, alcuni produttori lucani hanno dovuto fare i conti con questa carenza di manodopera per la campagna fragolicola. E anche se ormai la raccolta volge al termine, il problema persiste: “L’annata è davvero buona, ma il problema grave, anzi gravissimo, è quello della manodopera, che non si trova e le ricadute anche sul fronte degli investimenti sono evidenti”.

Non va meglio in Puglia che, con oltre 15.500.000 giornate, è tra le regioni che impiegano più manodopera in agricoltura.

Qui è appena iniziata la raccolta delle ciliegie e l’assenza di operai agricoli si fa particolarmente sentire: “Da alcuni giorni ci arrivano notizie di aziende agricole che lamentano la difficoltà di trovare lavoratori, nonostante offrano regolari contratti” – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro. “La situazione è generale e riguarda tutte le nostre produzioni ortofrutticole. Ma, in questi giorni, il problema è più sentito: siamo in prossimità delle grandi campagne di raccolta nella nostra regione e, sicuramente, la più vicina è quella delle ciliegie. Anche quest’anno manca la manodopera, sia quella specializzata che quella generica. L’assenza di braccianti nei campi è un problema che si riflette su tutta la filiera, perché ci sono prodotti che vanno raccolti in determinati periodi e per forza a mano”.

“Di certo – precisa ancora Lazzaro – la mancanza di lavoratori nel settore agricolo in Puglia è un problema economico per le imprese che intendono stare sul mercato in modo chiaro e onesto. Ciò, tenuto conto che il lavoro nero in agricoltura è quasi del tutto scomparso negli ultimi anni, se non in rarissimi casi. Tra questi quelli in cui è lo stesso lavoratore che chiede di non essere assunto, perché percepisce anche il reddito di cittadinanza”.

Analogo il quadro descritto da Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria.

“Due sono le problematiche con le quali gli imprenditori agricoli, ma anche credo quelli turistici, sono costretti a fare i conti – ha spiegato – la prima è la lentezza con cui avviene il rilascio dei nulla osta necessari per consentire ai lavoratori extracomunitari, ammessi all’ingresso con il decreto flussi, di poter arrivare per lavorare nelle imprese agricole”. La seconda è invece rappresentata dal reddito di cittadinanza che “senza volerlo demonizzare – ha precisato – in principio poteva essere sacrosanto, ma poi è stato messo in pratica senza pensare agli effetti che nel tempo avrebbe prodotto”.
Intanto, come denunciato dall’associazione, all’agricoltura calabrese mancano almeno duemila lavoratori stagionali che possano garantire le campagne di raccolta estive e il lavoro ordinario.

E la situazione non cambia spostandosi al Nord.

Come riportato da Confagricoltura Emilia- Romagna, “nel 2022 servono 5 milioni di giornate lavorative per soddisfare il fabbisogno di personale nei frutteti emiliano-romagnoli. A pochi giorni dal via, si teme di non trovare chi raccolga albicocche, pesche e susine quando l’annata, incrociando le dita, pare promettere bene sotto il profilo produttivo nonostante le gelate di aprile”. Nel complesso, stando alle parole di Marcello Bonvicini, presidente regionale dell’associazione, al momento manca almeno il 30% di manodopera a sufficienza per la raccolta della frutta.

Insomma, i frutti ci sono ma le mani pronte a raccoglierli sono ancora troppo poche.

Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com

 

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