Rincari, pronta la nuova garanzia Ismea U35

Si tratta di una garanzia messa in piedi dall’Istituto per coprire i prestiti accesi da aziende agricole in difficoltà per i rincari

da uvadatavoladmin
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È operativo il portale per la presentazione delle domande dedicato alla nuova Garanzia Ismea U35. Si tratta di una garanzia messa in piedi dall’Istituto per coprire i prestiti accesi da aziende agricole in difficoltà per i rincari.

La nuova garanzia Ismea U35 per la liquidità è rilasciata a fronte di finanziamenti bancari destinati alle PMI agricole e della pesca colpite dai rincari energetici, del carburante e delle materie prime.

Nello specifico, U35 copre al 100% le operazioni di credito di importo non superiore a 35 mila euro e comunque entro il valore dei costi per l’energia, carburante e materie prime registrato nel 2021, di durata fino a 10 anni, comprensivi di un periodo di preammortamento di almeno 24 mesi.

Gratuita e cumulabile con le altre garanzie rilasciate da ISMEA, garanzia Ismea U35 è ottenuta in via automatica con modalità analoghe a quelle già sperimentate con Garanzia L25, destinata a garantire aiuti relativi al periodo covid-19.

La garanzia è concessa purché tali finanziamenti:

  • prevedano l’inizio del rimborso del capitale non prima di ventiquattro mesi dall’erogazione;
  • abbiano una durata fino a centoventi mesi e un importo non superiore al 100 per cento dell’ammontare complessivo degli stessi costi, come risultante dall’ultimo bilancio depositato o dall’ultima dichiarazione fiscale presentata alla data della domanda di garanzia, ovvero da altra idonea documentazione, prodotta anche mediante dichiarazione resa ai sensi dell’articolo 47 del decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000 e, comunque, non superiore a 35.000 euro.

Complici le conseguenze dettate dall’emergenza siccità, i continui aumenti di costi hanno già gravato pesantemente sulle attività agricole. L’agricoltura italiana – com’è ormai noto – è al centro di una vera e propria crisi. Secondo Cia-Agricoltori italiani, partendo da un valore aggiunto per il settore intorno ai 34 miliardi annui, c’è effettivamente il rischio che se ne vada in fumo il 10% del Pil del comparto. Similmente, Confagricoltura stima i danni da siccità in 2 miliardi e le perdite per il valore aggiunto agricolo attorno al 6%, anche se la percentuale – sottolineano – è destinata senz’altro a salire per colpa degli aumenti dei costi di produzione.

In tal senso, la misura predisposta da Ismea potrebbe quantomeno attutire l’impatto, assai gravoso, con i quali i rincari si sono abbattuti sulle aziende agricole italiane e andare incontro alle evidenti esigenze degli addetti al settore.

 

Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com

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