Ok all’export in Cina via mare: dal 7 settembre 2022 i kiwi italiani potranno essere trasportati tramite navi refrigerate (reefer) nel Paese asiatico.
È quanto fa sapere l’Amministrazione generale delle dogane che ha annunciato la possibilità per i kiwi italiani di essere spediti nel Paese del Sol Levante via mare, senza dover più ricorrere obbligatoriamente ai container.
Sono circa 7 mila le tonnellate di kiwi italiani che ogni anno giungono in Cina. Ma se fino ad oggi il prodotto doveva viaggiare all’interno di container, ora si apre la possibilità di scambi via mare, tramite navi refrigerate.
Diversi, però, i requisiti che dovranno essere osservati durante il trasporto dei kiwi italiani.
Il primo criterio riguarda l’ubicazione a bordo della merce. I kiwi dovranno infatti essere conservati in un comparto dedicato che non potrà essere aperto prima di arrivare nel porto di destinazione.
Per mitigare il rischio di malattie, invece, i frutti dovranno essere collocati su pallet avvolti da una pellicola forata, con buchi di diametro inferiore a 1,6 millimetri. In alternativa, potranno essere impiegate sacche sigillate.
Relativamente alla refrigerazione, il documento spiega infine che questa deve essere disposta sul carico prima o durante il tragitto in mare, nonché nel porto di arrivo. Nel caso in cui le Dogane dovessero concludere che questo processo non si è svolto in maniera adeguata, potranno procedere con la distruzione del carico, il suo rinvio all’origine o richiedere che sia sottoposto a un nuovo ‘giro’ di raffreddamento.
Quanto aiuta l’export di kiwi italiani?
Senza dubbio, la disponibilità di un’ulteriore modalità di spedizione per i kiwi italiani può contribuire a fare crescere i volumi delle esportazioni.
Di contro, non è ancora chiaro se e quanto l’impiego di navi refrigerate possa essere preferibile agli ormai più diffusi container reefer. Secondo una recente indagine di Drewry, infatti, questo tipo di unità navali rappresenta una nicchia che movimenta solo un residuale 10% del traffico merci refrigerato globale. Percentuale destinata – tra l’altro – a calare ulteriormente nei prossimi anni. Il 40% delle navi attive ha più di 30 anni e non risultano nuovi ordini per unità del genere. Ciononostante, secondo la società di analisi, il loro apporto al traffico marittimo mondiale al momento risulta ancora “insostituibile”.
Un aspetto non secondario, specialmente per un Paese come l’Italia che, stando a quanto riporta Produce Report, ogni anno esporta verso la Cina tra le 6mila e le 7mila tonnellate di kiwi.
Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com