Nel corso della campagna degli agrumi 2023, i produttori sono stati chiamati a fronteggiare diversi problemi. Tra loro, anche gli agrumicoltori pugliesi che, durante l’annata, hanno risentito delle conseguenze dell’anomalo andamento climatico.
Lo conferma Andrea Amatulli, agronomo dell’azienda agricola di famiglia “Amatulli Vito Michele” che, condotta in regime di agricoltura biologica, si occupa della produzione di agrumi, in particolare Clementino Comune, Clementino tardivo della varietà Mandalate e arance navel. L’azienda si estende in diversi comuni delle province pugliesi, tra cui quello di Palagiano (TA). In questa zona, vocata soprattutto alla produzione di clementine, diverse aziende destinano la loro produzione a varietà di agrumi tardive che, giungendo a maturazione in una specifica finestra temporale, riescono a collocarsi meglio sul mercato.
Qual è stato l’andamento della campagna agrumi 2023?
L’annata agrumicola è iniziata con il Clementino Comune e si è svolta discretamente nel corso delle prime due settimane di novembre. Pian piano, però, le condizioni climatiche hanno compromesso la qualità del prodotto, che non è riuscito a collocarsi sul mercato. A seguire, nei mesi di novembre e dicembre, a causa di valori di umidità relativa piuttosto alti, i frutti di clementino hanno mostrato un rigonfiamento della buccia. Condizione che ha compromesso il prodotto in post raccolta e che ha “inibito” la Grande Distribuzione non incentivata ad assorbire grandi volumi di prodotto.
Questi problemi si stanno verificando anche con le varietà tardive?
Con i frutti della varietà Mandalate sta andando meglio, ma la produzione è molto bassa e del 60% inferiore rispetto a quella dello scorso anno, proprio a causa della gelata del 2022. Esito dell’incrocio di Fortune e Avana, la varietà di clementina ibrida triploide Mandalate è infatti una varietà apirena e a maturazione tardiva che, nonostante le grandi potenzialità commerciali, ha riscontrato problemi nel corso della campagna 2022-23.
Bisogna precisare infatti che, a differenza del Clementino Comune, il Mandalate non è rifiorente. La produzione di Mandalate quindi è risultata scarsa e, per di più, quella ottenuta si è presentata di bassa qualità. In ogni caso, la richiesta di Mandalate è stata comunque più alta di quella del Clementino Comune.
A fronte di simili problematiche, produrre in bio quali vantaggi presenta?
Produrre agrumi in regime di agricoltura biologica è molto difficile soprattutto per quanto riguarda la gestione dei principali patogeni e parassiti agenti di malattia. Per quanto riguarda le problematiche correlate alla produzione, posso sicuramente affermare che alcune hanno un peso maggiore sulla coltivazione, quando si è in regime di agricoltura biologica. Altre invece si verificano con la stessa incidenza indipendentemente dal regime in cui si decide di produrre. Nel primo caso, mi riferisco alla gestione di patogeni e parassiti come la fumaggine, la minatrice serpentina degli agrumi e la cocciniglia bianca, per i quali i mezzi di controllo a disposizione sono molto limitati. Nel secondo caso, invece, i problemi sono quelli derivanti da Alternaria e Citrus Tristeza Virus. Prima di produrre clementine della varietà Mandalate, infatti, la varietà tardiva in azienda era Fortune. A causa della sua elevata sensibilità ad Alternaria, siamo stati costretti a rimuoverla e l’abbiamo sostituita con la varietà tardiva Mandalate, che è caratterizzata da buone performance in shelf-life e grande apprezzamento da parte della GDO.
In compenso, seppur con minime differenze, il mercato riconosce comunque agli agrumi bio un maggiore valore commerciale. Per fare un esempio, se le clementine della varietà Mandalate coltivate secondo i principi dell’agricoltura convenzionale, si vendono a 60-70 centesimi al chilogrammo, quelle coltivate in biologico arrivano a 75-80 centesimi. La differenza di prezzo per noi produttori è minima, ma il mercato è sicuramente più recettivo per il prodotto bio, la cui offerta resta comunque piuttosto limitata.
Sui mercati di quali Paesi è più presente il vostro prodotto?
L’azienda non si occupa di commercializzazione, ma attraverso i commercianti di prodotti biologici raggiunge i mercati di diversi Paesi europei. Inoltre, grazie alla certificazione Bio Suisse, riusciamo a inserirci anche su mercati meno affollati.
Per concludere, allora, quali sono le prospettive per il futuro?
Sicuramente intendiamo perseguire la strada del biologico del quale sposiamo in toto valori e principi. Produrre in regime di agricoltura biologica consente infatti di valorizzare e preservare i principi di sostenibilità, in cui l’azienda ha sempre creduto. Sin dagli anni Novanta, infatti, operiamo in tal senso e ci impegniamo per ridurre le emissioni di CO2 e preservare l’agro-ecosistema. Certo, accanto a questo, è fondamentale conoscere a fondo l’area di produzione e di riferimento dell’azienda. Considerato il nostro areale di riferimento, per esempio, non si può non considerare la sempre maggiore frequenza con cui si verificano le gelate e la necessità di adottare un piano di rinnovamento varietale volto a valorizzare la produzione. Il tutto, al fine di consentire una sempre migliore gestione di patogeni e parassiti e incontrare la domanda del mercato.
Silvia Seripierri