Pomodoro da industria: l’unione fa la forza

L’intero territorio italiano produce circa 5 milioni di tonnellate di pomodoro da industria: a garantire questi risultati l'unione del distretto produttivo

da uvadatavoladmin
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Riconosciuta dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali come Organizzazione Interprofessionale, l’OI Pomodoro da Industria Nord Italia rappresenta una realtà in continua crescita. Come raccontato nell’ultimo numero di Fruit Journal, facendo leva sui principi di collaborazione e programmazione, l’OI associa oggi i soggetti economici della filiera del pomodoro delle principali regioni settentrionali vocate alla coltura. 

L’intero territorio italiano, considerando sia il distretto produttivo del Nord che quello del Centro-Sud, produce circa 5 milioni di tonnellate di pomodoro da industria, pari al 50% di quanto lavorato in Unione Europea.

Non a caso, l’Italia si colloca al primo posto fra i Paesi produttori di pomodoro da industria in Europa, davanti a Spagna e Portogallo, e al secondo su scala mondiale, dopo la California.

Nel favorire il comparto e la posizione competitiva del sistema produttivo del pomodoro da industria a livello nazionale un ruolo non indifferente è giocato nel Nord Italia dall’OI Pomodoro da Industria Nord Italia. Nata nel 2006, l’OI associa i soggetti economici della filiera del pomodoro di Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e della Provincia autonoma di Bolzano, coinvolgendo oggi circa 2mila produttori agricoli (raggruppati in 13 Organizzazioni di Produttori) e 25 stabilimenti di trasformazione (facenti capo a 20 diverse imprese).
Ogni anno, inoltre, nell’area coinvolta sono coltivati circa 36mila ettari di pomodoro da industria e prodotte circa 2,5 milioni di tonnellate di pomodoro, destinate alla produzione di concentrati, polpe e passate.

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Una fase della trasformazione del pomodoro

Produttori e industrie protagonisti

Quella del pomodoro da industria è una filiera fortemente organizzata, con i produttori agricoli associati in Organizzazioni di Produttori (OP). Queste, insieme alle imprese di trasformazione, si sono associate in un’unica organizzazione interprofessionale, che agisce a livello territoriale nel Nord Italia – area in cui avviene la coltivazione, produzione e fornitura della materia prima trasformata – dando vita all’OI Pomodoro da Industria Nord Italia. Rispondendo ampiamente ai criteri di rappresentatività, base associativa e finalità, l’OI Pomodoro da Industria Nord Italia è ufficialmente riconosciuta dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali come organizzazione interprofessionale per la governance della filiera del territorio.
L’aspetto interessante è che questa governance non è attribuita a un soggetto esterno alla filiera: tramite l’OI sono gli stessi protagonisti (produttori agricoli e industrie di trasformazione), in maniera del tutto paritetica, a prendere decisioni e stabilire regole volontarie per un miglior coordinamento e aumento della competitività della filiera del pomodoro.

I compiti dell’OI Pomodoro da Industria

La finalità dell’OI Pomodoro da Industria del Nord Italia è promuovere, tramite l’azione di coordinamento, la competitività e la sostenibilità della filiera. È tuttavia necessario sottolineare fin da subito che l’organizzazione non interferisce in alcun modo sulla definizione dei prezzi (Regolamento (UE) n. 1308/2013 e conseguenti normative nazionali e regionali), né riveste un ruolo decisionale commerciale, ma fornisce su richiesta delle parti il supporto tecnico per la programmazione. Inoltre, in qualità di soggetto super partes, l’OI è chiamata a svolgere un ruolo di verifica sul mantenimento degli impegni presi dalla parte agricola e industriale.
Nello specifico, l’OI svolge le seguenti attività:

  • supporto nella programmazione quantitativa annuale, se richiesto dalle parti;
  • supporto nella programmazione temporale annuale tramite l’analisi della distribuzione dei trapianti, se richiesto dalle parti;
  • rilevazione delle scelte varietali più diffuse al Nord Italia e loro performance;
  • raccolta ed elaborazione dei contratti fra OP e industrie;
  • verifica dei contratti circa il mantenimento degli impegni presi da entrambe le parti in accordo quadro;
  • attività di segreteria generale per comunicare, quale soggetto terzo neutrale, a tutti gli operatori del Nord Italia le decisioni e le scadenze che gli operatori della filiera si sono dati.

La forza del coordinamento di filiera

Per molti, la sintesi del rapporto tra agricoltori e industria nella filiera del pomodoro risiede nella definizione annuale del prezzo in euro per tonnellata. In realtà, questo dato è solo un tassello di una “relazione” più complessa e strutturata, fatta di confronti e discussioni su diversi aspetti, tra cui anche eventuali problematiche che possono presentarsi nel corso dell’anno per la filiera. Questa, infatti, negli ultimi anni ha raggiunto un elevato grado di maturità nel suo coordinamento interno, grazie alla programmazione, elemento fondamentale per rispondere alle necessità produttive dei trasformatori, a loro volta collegati alle esigenze dei mercati. Ecco perché negli anni la “programmazione” è diventata centrale per gli operatori del Nord Italia. Una parola magica dalla quale è necessario partire per capire come funziona realmente la filiera del pomodoro da industria del Nord Italia e comprendere nel dettaglio il ruolo dell’OI.

Facciamo un passo indietro e torniamo al 2020, l’anno della pandemia che ha fatto esplodere le vendite delle conserve rosse presso le GDO e che ha ridotto al minimo gli stock dell’industria. È proprio in questo momento che agricoltori e industria hanno scelto la strada della programmazione quantitativa, che si attua tramite vari strumenti e punta a verificare l’effettivo incontro fra domanda e offerta, prima della definizione dei contratti. Una svolta vincente per la campagna 2020 e proprio per questo riutilizzata anche nel 2021.

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Negli ultimi anni, quindi, una volta concordato il quantitativo di pomodoro da produrre, superate le verifiche di fattibilità, raggiunto l’accordo sulla programmazione e sugli aspetti qualitativi ed economici, viene definito l’accordo quadro dell’area.

Tale accordo viene scritto nel Contratto Quadro d’Area, un documento che si compone di più voci:

  • programmazione produttiva;
  • modalità di consegna e ritiro;
  • regole specifiche per il pomodoro biologico;
  • aspetti qualitativi, contrattuali ed economici.

Dopo tre settimane dal raggiungimento dell’accordo, come previsto dalle “regole condivise” dell’OI, volute dalla filiera stessa, le parti firmano i contratti, che vengono depositati presso l’OI Pomodoro da Industria del Nord Italia. Una volta sottoscritto l’accordo quadro dell’area per il Nord, le parti firmatarie affidano all’OI la verifica e l’implementazione della corretta attuazione dei suoi contenuti per i singoli contratti di compravendita del pomodoro tra industrie e OP. Questa attività “terza” garantisce a tutte le componenti trasparenza, lealtà e correttezza.

Il coordinamento di una filiera agroalimentare è sempre al centro delle discussioni e costantemente auspicata da entrambe le parti, agricoltori e industrie.

In tal senso, sono state sottoscritte delle regole condivise, che vincolano a comportamenti leali, trasparenti e collaborativi. Eventuali difformità rispetto a quanto previsto dal regolamento comportano di conseguenza richiami, sanzioni e, nei casi più gravi, l’esclusione dall’organizzazione. Le regole condivise pretendono contratti scritti e conformi, verifiche sulla regolarità dei pagamenti, controlli a sorpresa nel corso della campagna su come viene valutata la materia prima, produzioni regolamentate, sia in regime di agricoltura integrata che bio, comunicazione periodica dei singoli dati produttivi per avere un quadro completo del contesto e operare scelte consapevoli.
Dopo il boom dei costi di produzione agricola e di trasformazione industriale del 2022, per la campagna 2023 le parti, ad oggi (10 marzo 2023 n.d.r.), stanno ancora discutendo per definire gli accordi.

I dati della campagna 2022

Durante l’ultima campagna di trasformazione, in Italia sono state trasformate 5.476.497 tonnellate di pomodoro, per un totale di 65.180 ettari. Nello specifico, nel Nord Italia sono stati coltivate 2.884.889 tonnellate su 37.024 ettari.
Tra tutti, la campagna 2022 ha regalato numeri positivi all’OI Pomodoro da Industria Nord Italia. Dei 37.024 ettari coltivati, l’11% è stato destinato a produzione biologica. Nel 2011 gli ettari coltivati bio erano 1.079, mentre nel 2022 ne sono stati rilevati 4.077: questo vuol dire che in 11 anni l’aumento è stato del +278% e nell’ultimo triennio del +18%. La resa produttiva per ettaro nella campagna 2022 è stata pari a 78 tonnellate, superiore alla media dell’ultimo quinquennio. Anche il grado Brix, pari a 4,84, e la media degli scarti, con una percentuale del 4,66%, sono valori migliori rispetto alla media dell’ultimo periodo. Le rese industriali, invece, sono risultate inferiori rispetto a quelle riscontrate negli ultimi anni. Il dato agricolo più significativo della campagna 2022 è sicuramente il buon risultato medio delle rese per ettaro e della qualità, frutto della crescente professionalità e specializzazione delle imprese agricole e degli addetti ai lavori, e di un’accorta gestione delle poche risorse irrigue disponibili, nel corso di una delle annate più siccitose di sempre.

Il fattore siccità

Nonostante i buoni risultati ottenuti, la campagna 2022 nel Nord Italia ha dovuto superare qualche difficoltà. In primis proprio la siccità e, in misura minore, la disponibilità di manodopera. Ma l’OI si è prontamente attivata per arginare le problematiche. Per sopperire alla siccità e alla insufficiente disponibilità irrigua, l’organizzazione ha infatti sollecitato le regioni, motivando opportunamente la concessione di una deroga per la derivazione irrigua al fine di garantire alle aree agricole più sofferenti una minima continuità irrigua. Per quanto riguarda la manodopera, invece, l’OI Pomodoro da Industria Nord Italia ha promosso l’inserimento lavorativo nelle imprese di immigrati soggetti al caporalato in altre filiere, in collaborazione con l’associazione Terra!.

L’augurio – manifestato anche dal Presidente dell’OI Pomodoro da Industria Nord Italia, Tiberio Rabboni – è di essere coinvolti e ascoltati dal commissario straordinario e dalla cabina di regia nazionale per la siccità 2023, recentemente costituita dal Governo italiano.
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Tiberio Rabboni, Presidente OI Pomodoro da Industria Nord Italia

La filiera del pomodoro da industria ha da tempo fatto proprie le costose innovazioni che consentono di minimizzare il fabbisogno irriguo e idrico. Le priorità nella gestione dell’acqua disponibile non possono essere ignorate. L’acqua per la produzione di cibo sano è un obiettivo strategico nazionale, che deve venire subito dopo quello dell’acqua per gli usi potabili e civili.

Tra le difficoltà, è tuttavia da segnalare un altro importante risultato raggiunto dall’OI negli ultimi mesi. Il 2 dicembre 2022, infatti, la Commissione europea ha approvato in via definitiva il Piano strategico della PAC 2023-2027. Il testo, approvato dopo un lungo e impegnativo confronto tra Ministero dell’Agricoltura, Regioni e uffici di Bruxelles, ha visto accolte le due principali istanze presentate, a suo tempo, dall’OI Pomodoro da industria del Nord Italia, d’intesa con quella del Centro-Sud: la conferma della misura del premio accoppiato a ettaro per le superfici coltivate a pomodoro e la possibilità per i produttori di pomodoro di migliorare la sostenibilità ambientale delle coltivazioni attraverso l’accesso, inizialmente non previsto, agli aiuti agroambientali supplementari dei cosiddetti eco-schemi.

Andamento delle superfici e delle produzioni

L’andamento delle superfici a pomodoro da industria nel Nord Italia si è stabilizzato negli ultimi anni, proprio grazie alla scelta della filiera di ricorrere alla programmazione, che consente di allineare la produzione alle necessità dei mercati.

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Andamento superfici a pomodoro da industria Nord Italia

A fronte dell’andamento climatico degli ultimi anni, le rese in campo – ovvero le tonnellate per ettaro prodotte – sono aumentate rispetto alle medie storiche del territorio, raggiungendo anche le 80 t/ha in regime di agricoltura integrata.

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Andamento rese pomodoro da industria Nord Italia a produzione integrata e a produzione biologica

Tali rese hanno permesso di realizzare quantitativi importanti (anche oltre i 3 milioni di tonnellate di pomodoro), mai realizzati prima nell’areale. L’analisi della distribuzione dei trapianti ha inoltre consentito agli operatori di ottimizzare la gestione delle consegne e dei ritiri durante la campagna e di sfruttare al massimo la potenzialità di trasformazione presente nel territorio, senza lasciare prodotto in campo, anche con picchi produttivi oltre le 300.000 tonnellate settimanali.

L’OI tra crescita e nuovi obiettivi

Il 2023 è iniziato nel migliore dei modi per l’OI Pomodoro da Industria Nord Italia, grazie all’ingresso dell’OP Consorzio Casalasco del Pomodoro soc. agr. coop. e delle aziende di trasformazione Casalasco Società Agricola Spa e Valli Estensi. Tre ingressi che hanno permesso all’organizzazione interprofessionale OI Pomodoro da Industria del Nord Italia di raggiungere un importante traguardo: l’aggregazione del 100% tra il mondo organizzato dei produttori (tutte le OP presenti nel Nord Italia sono infatti socie dell’OI) e la quasi totalità (oltre il 99,7%) delle industrie di trasformazione del pomodoro del Nord Italia.

La totale rappresentanza sia della parte agricola che della parte industriale consente all’organizzazione interprofessionale di accrescere ulteriormente la credibilità, l’autorevolezza e la capacità regolativa dell’organizzazione interprofessionale. Aspetto che, tra le altre, assicura un rapporto paritetico tra i due protagonisti della filiera, caratterizzato da regole condivise, comunione di intenti e trasparenza nei rapporti commerciali da entrambe le parti, a tutto vantaggio dei soci, della loro coesione territoriale e, in ultima analisi, della competitività della filiera.
Il compito dell’OI, infatti, è proprio quello di agire su mandato dei soci come soggetto super partes fra le parti economiche di produzione e trasformazione, verificare il rispetto delle regole condivise che la filiera stessa si è data, oltre a svolgere l’azione di lobby istituzionale per la filiera e mettere in atto progettualità di coordinamento su tematiche trasversali, come l’approvvigionamento idrico, le problematiche fitosanitarie, la promozione e le politiche di supporto alla filiera.

 

A cura di: Veronica Fumarola – Addetta Stampa OI Pomodoro Nord Italia
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