Popillia japonica: il nuovo regolamento UE

L'UE ha diffuso un nuovo regolamento per contenere la presenza del coleottero che, giunto anche in Italia, minaccia numerose specie vegetali

da uvadatavoladmin
Popillia japonica nuovo regolamento

Dopo avere colonizzato ampie aree del Nord America, la Popillia japonica – nota anche come scarabeo giapponese – è giunta anche in Europa. Considerata la minaccia rappresentata dal coleottero, l’Unione Europea ha diffuso un nuovo regolamento, definendo le misure da adottare per contenere e eradicare la presenza del parassita.

Popillia japonica Newman è un coleottero scarabeide estremamente polifago originario del Giappone e della Russia orientale, accidentalmente introdotto in Nord America (Stati Uniti e Canada) e negli anni ’70 nell’isola di Terceira nell’arcipelago delle Azzorre in Portogallo.

Nel 2014 è stata segnalata anche in Italia, dove ha rapidamente dato origine a un focolaio a cavallo tra Piemonte e Lombardia.

Negli anni seguenti, nonostante le misure di eradicazione e/o contenimento applicate, il focolaio iniziale si è progressivamente ampliato andando a interessare anche le confinanti regioni Emilia-Romagna e Val d’Aosta e la vicina Svizzera. L’ultimo ritrovamento del coleottero in Italia risale a luglio 2023, quando il parassita è stato rinvenuto in Trentino.

Per quanto ancora circoscritta, però, la diffusione di P. japonica rappresenta una seria minaccia per l’Europa: il coleottero, infatti, causa ingenti perdite economiche e richiede elevati costi di contenimento. Di qui il nuovo regolamento dell’Unione europea (UE) che definisce le misure per prevenire l’insediamento e la diffusione di P. japonica e per l’eradicazione e il contenimento di tale organismo nocivo all’interno di determinate aree delimitate del territorio dell’Unione. Il regolamento definisce inoltre l’entità dell’area infestata e della relativa zona cuscinetto, nonché le misure di eradicazione e contenimento da applicare. In ultimo, elenca le attuali aree in cui sono applicate misure di contenimento per questo parassita in Italia e i requisiti per le indagini ufficiali.

Popillia japonica: ciclo biologico

Alle nostre latitudini, Popillia japonica compie una sola generazione all’anno. Gli adulti fuoriescono dal terreno a partire dal mese di giugno e si spostano sulle numerosissime specie di piante ospiti per l’alimentazione e l’accoppiamento, preferendo – per quanto possibile – esposizioni soleggiate. L’epoca di volo va da giugno a settembre, con il picco di presenza verso metà luglio. Gli adulti si possono spostare autonomamente in volo nel breve raggio, mentre la diffusione sulle medie e lunghe distanze è dovuta al commercio e agli spostamenti dell’uomo.

La deposizione delle uova avviene sotto il cotico erboso, in prati umidi di graminacee, all’interno di gallerie profonde 5-10 cm. Le larve si spostano orizzontalmente e verticalmente nel terreno e con il calare delle temperature, o nella stagione più secca, tendono a spostarsi in profondità, dove l’umidità è maggiore. Nei mesi invernali la popolazione, composta in prevalenza da larve di III età, staziona nel terreno a una profondità variabile tra i 10 e i 25 cm. In primavera si spostano nuovamente negli strati più superficiali del terreno, dove riprendono l’attività trofica a carico delle radici delle piante. In tarda primavera, completato lo sviluppo e raggiunti circa 32 mm di lunghezza, le larve di III età si impupano all’interno di celle terrose.

Popillia japonica regolamento ue

Adulto di Popillia japonica (Foto di: Martino Buonopane, Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia)

Piante ospiti, sintomi e danni

Gli adulti di P. japonica sono stati segnalati su più di 300 specie vegetali comprendenti alberi da frutto, essenze forestali, colture in pieno campo, ortive, piante ornamentali e piante spontanee, dove si nutrono di foglie, fiori e frutti. Le larve, invece, nutrendosi delle radici – preferibilmente di graminacee – possono provocare ingenti danni a prati, campi sportivi e tappeti erbosi.

Per quanto riguarda i sintomi associati alle infestazioni di P. japonica, essi sono per lo più dovuti alle diverse fasi della vita dell’insetto. In particolare, i danni a carico delle foglie rappresentano senza dubbio il sintomo più evidente della presenza di P. japonica. Gli adulti si nutrono in modo gregario e iniziano generalmente dalla cima per poi scendere via via verso il basso. Quando la densità della popolazione dell’insetto è elevata, le foglie risultano scheletrizzate con la sola venatura centrale ancora integra, mentre fiori e frutti vengono quasi completamente distrutti. Le foglie così colpite imbruniscono e cadono o rimangono attaccate alla pianta. Le larve si nutrono appena al di sotto della superficie del suolo e causano danni esclusivamente alle radici. I sintomi sono aspecifici e includono diradamento, ingiallimento e avvizzimento, con la comparsa di evidenti macchie di erba morta generalmente a fine estate o all’inizio dell’autunno. Nel caso di gravi infestazioni l’intero manto erboso può andare incontro a morte.

Come evidente, i danni che l’insetto può causare alle colture sono elevati. Il suo controllo dunque risulta sempre più essenziale. Tuttavia, le nuove misure europee – congiuntamente alle strategie di difesa oggi disponibili – sembrano pronte a salvaguardare le produzioni ed evitare che una simile minaccia si trasformi in possibile emergenza.

 

Ilaria De Marinis
©fruitjournal.com

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