Un’altra settimana di contestazioni contro le politiche green dell’Unione europea quella che si appresta a cominciare. Gli agricoltori in protesta non intendono fermarsi, almeno fino a quando governo e Bruxelles non verranno incontro alle loro esigenze.
In Italia, il corteo punta ora su Roma: verrà infatti comunicata questa sera la data in cui gli agricoltori in protesta si presenteranno nella capitale.
Secondo quanto fa sapere il leader della rivolta, Danilo Calvani, all’inizio ci saranno solo i manifestanti senza i trattori, poi arriveranno anche i mezzi.
In questi giorni di presidio, gli agricoltori – riuniti sotto la sigla di Riscatto agricolo – hanno effettuato blocchi degli spazi, specialmente in prossimità dei caselli autostradali, ma fortunatamente senza alcuna tensione con le forze dell’ordine, presenti in maniera massiccia ogni giorno.
Intanto, la premier Giorgia Meloni ha annunciato l’aumento dei fondi del Pnrr per il comparto agricolo che passano da cinque a otto miliardi. Già nei giorni scorsi, la presidente del Consiglio aveva sottolineato “come la politica agricola dell’Unione andasse cambiata” al Consiglio Europeo, con Bruxelles paralizzata dai veicoli agricoli.
Cos’è successo a Bruxelles
Al grido di rivolta «Senza agricoltori non c’è agricoltura», la scorsa settimana in tanti sono giunti a Bruxelles per protestare contro le politiche verdi e commerciali dell’Ue.
Tra le giornate più accese, quella di giovedì 1 febbraio, quanto 1300 trattori – seconda la stampa locale – hanno letteralmente bloccato le strade della capitale belga. In cielo, migliaia di bandiere di associazioni di rappresentanza degli agricoltori, tra cui i palloncini gialli di Coldiretti. Per le strade, striscioni e cartelli con slogan e appelli: “Say no to despotism”, “un guadagno corretto assicura il nostro avvenire”, “senza agricoltori non c’è cibo”, “basta agli accordi di libero commercio”, “la politica liberale dell’Ue è la responsabile”. Ad avvolgere la piazza dell’Europarlamento anche i suoni dei clacson e il fumo dei numerosi petardi esplosi.
Giunti da tutta Europa, gli agricoltori in protesta hanno preso d’assalto l’ingresso principale della sede del Parlamento. A finir giù anche la statua dedicata all’industriale belga-britannico John Cockerill risalente al XIX secolo, finita tra le fiamme.
Non sono mancati gli agricoltori italiani, in larga parte radunati da Coldiretti, che aveva preannunciato un sit-in di protesta in terra belga per criticare in modo particolare la nuova PAC, ritenuta dannosa per gli agricoltori. Assieme al principale sindacato agricolo italiano, non sono mancati gli appelli di un cambio di rotta della politica agricola europea da parte di tutte le associazioni agricole e non solo.
“Dobbiamo andare oltre tutta la burocrazia creata in questi anni perché diventa impossibile per le nostre imprese riuscire a rispettarla e soprattutto comporta l’effetto che le piccole e medie imprese chiudono, cessano l’attività per gli adempimenti cui sono costrette. Nello stesso modo, chiediamo il cambio di alcuni regolamenti, dalla Pac al Green deal, che prevedono ad esempio il fatto che il 4% dei terreni non debba essere coltivato: un assurdo visto che il nostro Paese non è autosufficiente in tante filiere produttive” – ha spiegato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini.
“Inoltre si favoriscono le importazioni da Paesi in cui le regole non sono uguali alle nostre, e quindi va applicato il principio di reciprocità anche negli accordi di libero scambio. E poi serve una attenzione a una distonia che c’è tra le attività reali e quello che qualcuno si immagina che dovrebbe essere, ma che porta a perdere nel nostro Paese più del 30% di quello che potremmo realizzare se non ci saranno modifiche al regolamento sui fitosanitari”, ha continuato.
“Siamo con tutte le altre organizzazioni di rappresentanza europee. E capiamo il momento di tensione che tanti agricoltori stanno vivendo e riteniamo che sia giunto il momento perché arrivino quelle risposte che da anni andiamo a chiedere alle nostre stesse istituzioni europee”, ha infine concluso Prandini.
Ilaria De Marinis
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