Agricoltura 4.0, il futuro nei campi è sempre più smart

Algoritmi e analisi dei dati saranno in prima fila per la gestione della nuova agricoltura

da uvadatavoladmin
agricoltura 4.0

Algoritmi e agricoltura. Qualche anno fa non avremmo nemmeno pensato a questo binomio, ma tra le innovazioni più significative che stanno trasformando radicalmente il settore agricolo c’è proprio l’agricoltura 4.0, oggi chiamata anche agricoltura digitale o smart. In buona sostanza, consiste nella gestione dell’intera filiera produttiva tramite dati e tecnologie che consentono di gestire in modo mirato le risorse, nell’ottica di una riduzione drastica degli impatti ambientali. 

Sensori e microprocessori di ultima generazione, strumenti di connettività, sistemi in-the-Cloud e software di Big Data Analytics, oltre all’immancabile intelligenza artificiale. Stando al reportAGRIcoltura100” di Confagricoltura la quota di superficie gestita con tecniche di Agricoltura 4.0 in Italia oscilla mediamente dal 4% in fase di diserbo, al 6-8% nelle fasi di irrigazione, semina, trattamenti, fertilizzazione e raccolta, all’8,6% nella fase di lavorazione del terreno. 

agricoltura 4.0

Le tecniche di evoluzione assistita

Tra le numerose pratiche legate all’Agricoltura 4.0 ci sono le TEA, Tecniche di Evoluzione Assistita, chiamate nel resto del mondo nuove tecnche genomiche con cui si applica l’ingegneria genetica alle colture, con vari scopi. Innanzitutto sono utilizzate per accelerare i processi evolutivi delle piante, indirizzare i geni coinvolti per creare colture più resistenti alle patologie e alla siccità. L’obiettivo finale delle tecniche in questione è sicuramente quello di aumentare la sostenibilità ambientale, senza dimenticare la componente economica delle imprese e dell’intera filiera, grazie a maggiori rese e una riduzione delle importazioni. 

Le tecniche di evoluzione assistita intervengono sulla coltura con il trasferimento di un gene originario di una specie sessualmente compatibile, al fine di avere piante più resistenti a funghi e patogeni, con vantaggi sull’ambiente e per la salute. Il processo in questione è definito mutagenesi cisgenesi ed è opposto alla transgenesi, utilizzato invece per gli OGM, organismi geneticamente modificati. Anche il Parlamento europeo, nel febbraio scorso, si è già espresso in merito con l’approvazione del regolamento in materia, inserendole in un percorso parallelo rispetto alle tecniche per gli OGM.

Seppur ancora in fase embrionale e di ricerca, stando al report, già l’8,3% delle imprese agricole ha un buon livello di apprendimento delle nuove tecniche dell’agricoltura 4.0, mentre il 17,1% di queste ne ha una conoscenza di livello superficiale.

In ogni caso, comunque, le aziende sono disposte ad aprirsi a queste nuove tecniche. Il 73%, infatti, le considera un’opportunità irrinunciabile per il futuro, l’83,2% non ha alcun problema ma a patto che sia fatta una comunicazione trasparente, mentre per il 75,8% sarà inevitabile adattarsi all’innovazione e al progresso, anche in funzione della concorrenza. 

agricoltura 4.0

Un fenomeno che sta prendendo piede

La tecnologia 4.0 applicata alle macchine e attrezzature per la raccolta di produzioni agricole è usata, come si evince dal report, dal 18,5% delle imprese agricole, con una diffusione più accentuata rispetto alla media tra le imprese agricole più estese e tra quelle che operano su scala nazionale o internazionale. In particolare, sono diffuse perlopiù nei comparti ortivo, cerealicolo e vitivinicolo. Queste tecnologie potrebbero determinare un aumento della resa dei campi, l’aumento dell’efficienza e la riduzione dell’impatto ambientale. 

Il report fornisce anche una prima stima della diffusione di queste tecniche smart non solo a livello di imprese, ma anche di superficie, tramite l’indicatore SAU, Superficie Agricola Utilizzata. A livello nazionale, la quota della SAU è massima nella fase di lavorazione del terreno (8,6%), intermedia, tra il 6 e l’8%, nelle fasi di irrigazione, semina, trattamenti, fertilizzazione e raccolta, mentre è minima, al 4,7%, nella fase di diserbo. 

In un contesto sempre più complicato, in cui gli agricoltori sono sottoposti quotidianamente agli stravolgimenti legati al cambiamento climatico, l’agricoltura 4.0 potrebbe realmente dimostrarsi come l’unica fonte di salvezza sui campi. Certo, un futuro sempre più affidato al digitale potrebbe spaventare, ma forse è il caso di provarci.

Silvio Detoma
© fruitjournal.com

Articoli Correlati