Dorifora della patata: morfologia, danni e difesa

Tra gli insetti parassiti della patata, la dorifora rappresenta uno tra i più pericolosi e diffusi. Analizziamone morfologia, ciclo biologico, danni e metodi di difesa

da uvadatavoladmin
Dorifora-della-patata

Tra gli insetti parassiti della patata, la dorifora rappresenta uno tra i più pericolosi e diffusi. Originaria del Nord America, in particolare Messico e Canada, la Leptinotarsa decemlineata o dorifora della patata è arrivata in Europa agli inizi del Novecento. Dalla Francia, si è poi diffusa in tutto il Vecchio Continente, fino a raggiungere anche l’Italia, dove è stata segnalata per la prima volta durante la seconda guerra mondiale (1943) in Piemonte. Complice l’assenza di nemici naturali, l’insetto si è poi diffuso agevolmente, raggiungendo gli areali di tutto il territorio italiano. Si tratta di un coleottero molto insidioso, che si nutre di foglie, provocando danni non soltanto allo stato adulto, ma anche in quello larvale. Tra le piante ospiti dell’insetto, insieme alla patata, si annoverano la melanzana, il pomodoro e altre solanacee. 

Morfologia della dorifora della patata

La dorifora è un insetto che si riconosce facilmente. Gli adulti, lunghi circa 8-12 mm di lunghezza, sono tipici coleotteri con le elitre di colore bianco-giallastro, sulle quali sono segnate longitudinalmente dieci evidenti strisce nere (decemlineata); presentano un protorace di colore arancione-rossastro con una tipica “graffa” nerastra aperta verso il capo. Completano la livrea delle punteggiature nerastre sparse.

Per quanto riguarda le larve, esse mostrano una colorazione tra il rosso e l’arancione, con una tipica doppia fila di tubercoli nerastri posti ai lati del corpo. Sono larve oligopode, campodeiformi con il corpo leggermente incurvato e la regione addominale più espansa, tipica delle larve dei Crisomelidi. Più frequentemente, le larve di dorifora si trovano nella pagina inferiore della foglia, ma – essendo abbastanza grandi – è facile individuarle controllando la pianta, dove in genere si trovano in gruppo.

In ultimo, le uova – di colore giallastro e con una forma ellittica-cilindrica – vengono deposte a gruppi e incollate sulla superficie fogliare.

dorifora della patata morfologia

Ciclo biologico della dorifora

Il ciclo della dorifora comprende quattro fasi di sviluppo: uovo, larva, pupa e adulto. L’insetto sverna come adulto, uscendo dal terreno dove ha trascorso l’inverno, interrato a una profondità di circa 20-30 cm. In primavera, quando la temperatura del suolo raggiunge i 14°C circa, gli adulti escono dal terreno e iniziano la loro attività trofica sulla vegetazione, per poi accoppiarsi e ovideporre sotto le foglie. Una femmina depone da 400 a 800 uova e la deposizione può durare fino a due mesi.  

Una volta nate, le larve – molto voraci – continuano l’attività trofica a danno della vegetazione, già iniziata dagli adulti che tra l’altro permango sulle foglie. Dopo circa tre settimane, le larve mature si impupano nel sottosuolo a circa 10-20 cm di profondità per dare origine a una seconda generazione, i cui adulti possono svernare o dar vita a una seconda generazione larvale in ambienti freddi, oppure originare una terza generazione di adulti che difficilmente viene completata negli ambienti caldi. 

Nel complesso, dunque, a seconda delle condizioni ambientali, la dorifora della patata compie da 1 a 2-3 generazioni l’anno.

Dorifora della patata: i danni

Come anticipato, l’insetto danneggia le solanacee, rivolgendo in particolare le sue attenzioni alle patate e, in seconda battuta, a melanzane e pomodori.

I danni causati dalla dorifora della patata si manifestano sulle foglie e si riscontrano in genere a maggio, con la prima nascita di larve. A provocarli sono tutte le forme mobili dell’insetto e se si lasciano proliferare possono compromettere la vitalità della pianta infestata e defogliare rapidamente le altre solanacee presenti. 

dorifora della patata danni

Dorifora della patata: come avviene la gestione

L’unico sistema di prevenzione della dorifora è la rotazione delle colture. Fondamentale diventa poi l’attività di monitoraggio in campo: specialmente durante il mese di maggio, infatti, un’attenta ispezione delle piante può permettere di intercettare la prima generazione di coleotteri neonati e rimuoverli, tenendo sotto controllo l’insetto senza intervenire con alcun trattamento.

Altrettanto utile può risultare l’eliminazione di alcune erbe infestanti o ornamentali che possono ospitare la dorifora come la Solanum dulcamara, l’Atropa belladonna o i tulipani.

Un’altra strategia che può svelare l’eventuale presenza di dorifore nella zona è la crescita forzata di una pianta di patate in anticipo rispetto alle altre che funga da esca: il coleottero, attratto da questa “primizia”, infesterà la pianta, uscendo così allo scoperto.

La difesa può essere convenzionale o biologica. La prima deve essere eseguita alla comparsa delle prime infestazioni e prevede il ricorso a trattamenti che possono essere ripetuti, a seconda delle necessità, alternando i principi attivi per evitare fenomeni di desensibilizzazione. La dorifora, infatti, ben si adatta agli insetticidi, creando discendenze sempre più resistenti. 

Nel caso della lotta biologica, invece, si possono effettuare trattamenti con prodotti a base di piretro, spinosad, Bacillus thuringensis e olio di neem, o utilizzare polveri di roccia. Efficace risulta infine l’inserimento di antagonisti naturali del coleottero come Beauveria bassiana, fungo in grado di far morire l’insetto, o Edovum puttleri, un imenottero che – deponendo le uova all’interno delle uova di dorifora – ne ferma la proliferazione, limitando così le ripercussioni in campo.

 

Ilaria De Marinis
©fruitjournal.com

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