Pomodoro da industria, accordo sul prezzo è ancora un rebus

Al Nord influisce la pioggia abbondante e le superfici in aumento, al Sud la crisi legata alla carenza idrica

da Redazione FruitJournal.com
pomodoro da industria

Lo scorso anno, l’accordo quadro raggiunto nel distretto produttivo del pomodoro da industria del Nord Italia determinò un prezzo finale di 150 euro a tonnellata, quotazione che si raggiunse dopo tanti sforzi e soprattutto all’indomani dell’avvio della campagna, intorno ad aprile. La difficoltà nel raggiungere un accordo sul prezzo, però, si ripresenta ciclicamente ogni anno, a causa dei mutamenti climatici e di altri fattori come la difficoltà nel recuperare manodopera, ma anche per la crescita dell’estensione delle superfici coltivate. L’areale in questione, che comprende essenzialmente quattro regioni del Nord Italia (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto) e la provincia autonoma di Bolzano, si trova da tempo in balia di un accordo che stenta ancora ad arrivare.

Non appare diverso per la stagione produttiva 2024 del pomodoro da industria.

Proprio a causa degli eventi climatici estremi, la produzione di pomodoro da industria negli areali del Nord potrebbe infatti subire un calo drastico. In Lombardia, per esempio, le piogge abbondanti, la grandine e le temperature sotto la media potrebbero portare a un calo nella produzione stimato tra il 20 e il 25%

pomodoro da industria

Fonte: Alimentando

A confermarlo anche Corrado Ferrari, presidente della sezione pomodoro da industria di Confagricoltura Lombardia, che ha sottolineato come allagamenti e ristagni idrici potrebbero portare all’abbassamento drastico dei volumi di pomodoro da industria, provocando l’insorgenza di ulteriori problematiche come batteriosi, malattie fungine e peronospora e “condizionando addirittura nei vivai la produzione di piantine per i trapianti”.

Una mancanza di prodotto che inevitabilmente influirà sul prezzo finale

“Le prime offerte degli industriali – ha proseguito Ferrari – erano lontane dalla realtà, anche prima dell’ondata di maltempo. Avevano proposto 13 euro al quintale, ma la richiesta delle Op dei produttori era molto più alta”.  Stando alle parole del presidente di Confagricoltura Lombardia, tre delle organizzazioni di produttori di pomodori da industria avrebbero stretto un accordo con gli industriali al fine di chiudere l’accordo quadro sul prezzo a 13,50 euro al quintale per l’annata in corso. “Fortunatamente – ha proseguito – le quattro Op più importanti a livello produttivo hanno mantenuto la barra dritta”. 

Lo scorso anno Anicav – Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali propose la stipula di un contratto biennale per il 2023 e 2024, con l’intento di sostenere la stabilità del comparto e assicurare un equo compenso per i produttori agricoli e una migliore ed efficace programmazione delle produzioni. A differenza di quanto avvenuto quest’anno, come denunciato da Confagricoltura, secondo cui l’associazione avrebbe invitato le industrie a procedere autonomamente al fine di sottoscrivere accordi con i singoli produttori. “Sarebbe uno strappo che pregiudicherebbe le relazioni di filiera vanificando l’importante ruolo delle Organizzazioni di produttori e mettendo in discussione le regole condivise”.

pomodori da industria

Una pratica che era già stata criticata da Coldiretti Ferrara. Il rischio è che nelle future contrattazioni aumenti il numero delle aziende agricole in grado di gestire in maniera autonoma le trattative con gli acquirenti industriali. Un futuro di certo non auspicabile per le organizzazioni dei produttori dotate per loro natura di un potere contrattuale maggiore. “Il pomodoro non è più l’oro rosso di qualche anno fa, soprattutto per lo sfilacciamento della filiera e per le crescenti diversità di vedute che ostacolano l’intesa su un prezzo equo, che riconosca la qualità e l’impegno alla componente imprenditoriale agricola” – era stato l’allarme di Coldiretti Ferrara

Situazione non diversa al Centro-Sud

La situazione è ancora incandescente, non solo al Nord Italia. Nelle aree centrali e meridionali, infatti, emergono ugualmente delle difficoltà. A causa della carenza idrica, infatti, si stima una riduzione delle superfici destinate a pomodoro da industria nella provincia di Foggia, areale che detiene il primato italiano, con circa 17mila ettari coltivati. Al Centro-Sud l’accordo quadro sul prezzo tra la parte agricola e la parte industriale non è stato ugualmente raggiunto, anche se potrebbero esserci delle novità nel corso dei prossimi giorni.

 

Silvio Detoma

© fruitjournal.com

Articoli Correlati