Mosca mediterranea: attacchi in aumento

Anche al Nord Italia, gli inverni miti degli ultimi anni hanno favorito una maggiore diffusione della mosca mediterranea della frutta. Come intervenire per tenerla sotto controllo?

da uvadatavoladmin
mosca mediterranea 2

La mosca mediterranea della frutta (Ceratitis capitata), un parassita noto per i danni significativi alle colture frutticole, sta causando crescenti preoccupazioni tra gli agricoltori italiani. Tradizionalmente presente nelle aree frutticole meridionali e centrali, negli ultimi anni ha esteso la sua presenza anche al nord del Paese. Condizioni climatiche anomale, come inverni miti e primavere piovose, hanno favorito un’insolita anticipazione e proliferazione di questo parassita, aggravando ulteriormente i danni alle colture. Ma quali strategie possono essere adottate per ridurre e tenere sotto controllo la presenza della mosca nelle principali colture frutticole del Belpaese?

Caratteristiche distintive della mosca mediterranea

Per comprendere le cause della maggiore precocità e densità di popolazione di questo insetto dannoso e identificare le strategie di gestione più efficaci, è fondamentale approfondire le sue caratteristiche distintive. La mosca mediterranea della frutta è estremamente adattabile e polifaga. Pur avendo delle preferenze, come le drupacee, l’uva da tavola o il kaki, depone le uova in qualsiasi frutto e, se la popolazione cresce rapidamente, è in grado di ovideporre anche su pomacee, come pere e mele ancora verdi.

Questo insetto provoca danni diretti sui frutti in fase di maturazione attraverso l’attività di ovodeposizione delle femmine. I fori provocati sull’epicarpo dei frutti rappresentano facili vie d’ingresso per patogeni che possono causare infezioni secondarie. Tuttavia, il danno più importante è correlato all’attività trofica delle larve, che creano gallerie all’interno dei frutti, rendendoli inadatti al consumo e alla commercializzazione. É quindi indispensabile agire ancor prima che questo fitofago dia inizio al suo ciclo biologico, che può avere una durata variabile in funzione delle temperature, dando origine da 3 a 6 generazioni l’anno, soprattutto nelle aree produttive del Sud Italia.

L’incidenza delle temperature sulla presenza del fitofago nei frutteti

L’intervallo termico ottimale per lo sviluppo della mosca oscilla da 10 °C ai 30 °C. Temperature più elevate o più basse hanno ricadute negative sullo sviluppo e sulla sopravvivenza delle popolazioni dell’insetto. Le basse temperature invernali solitamente mantengono sotto controllo la presenza della mosca della frutta. 

mosca mediterranea

Con una temperatura media mensile di circa 2 °C per 2-3 mesi, molti adulti vengono uccisi dal freddo mentre svernano nel terreno. 

Negli ultimi anni, però, inverni caratterizzati da temperature sempre più miti hanno permesso il raggiungimento di una popolazione svernante più elevata con l’arrivo della primavera. A questa popolazione si sono aggiunte condizioni primaverili miti (16-20°C), che hanno completato la “ricetta perfetta” per una rapida esplosione della popolazione. Dall’anno scorso, le attività di monitoraggio hanno registrato un aumento significativo della presenza dell’insetto nei frutteti, anche al Nord Italia.

Strategie di controllo

Per contrastare efficacemente la mosca della frutta, è fondamentale intervenire prima che la popolazione inizi ad aumentare. Non bisogna aspettare di proteggere le colture solo quando i frutti diventano suscettibili agli attacchi della mosca, ma bisogna effettuare operazioni di monitoraggio a calendario, a partire dai mesi di maggio-giugno, quando l’insetto ricomincia il suo ciclo biologico. Quando le trappole posizionate all’interno del frutteto iniziano a catturare individui oltre una certa soglia, è necessario ricorrere ai mezzi di controllo chimici o biologici. Tuttavia, controllare questo parassita esclusivamente con trattamenti insetticidi è sempre più difficile, data la diminuzione delle sostanze attive autorizzate in agricoltura. Pertanto, è sempre più importante considerare le pratiche di lotta integrata, che hanno minori impatti sulla biodiversità ambientale.

In conclusione, l’espansione della mosca mediterranea della frutta e l’aumento della sua popolazione rappresentano una sfida significativa per la frutticoltura italiana. Attraverso un monitoraggio accurato e l’adozione di strategie integrate di controllo, è possibile mitigare l’impatto di questo parassita e proteggere le colture, garantendo così la sostenibilità delle produzioni frutticole nel Belpaese.

 

Donato Liberto
© fruitjournal.com

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