Aromia bungii: trovato nuovo focolaio in Toscana

L'insetto dal collo rosso è stato trovato su 5 piante di albicocco nel comune di Rosignano Marittimo nel livornese. A darne notizia il servizio di segnalazione della EPPO.

da uvadatavoladmin
aromia bungii

Ѐ allarme in Italia per un nuovo focolaio di Aromia bungii, individuato questa volta in Toscana. Dopo il ritrovamento nel luglio 2023, il cerambicide è stato segnalato su 5 alberi di albicocco nuovamente nel comune di Rosignano Marittimo in provincia di Livorno. Si tratta di un insetto invasivo originario della Corea e della Cina, che provoca danni significativi all’ecosistema e all’economia agricola del Paese. L’infestazione di Aromia bungii, coleottero della famiglia Cerambycidae noto come cerambicide dal collo rosso, rappresenta una minaccia significativa per diverse specie di alberi da frutto, in particolare per l’albicocco e il susino. 

Rilevato in Germania per la prima volta nel 2011, viene segnalato in Italia nel 2012 in Campania. L’insetto si è poi diffuso nelle regioni settentrionali, in particolar modo in Lombardia e Lazio. L’ultimo focolaio, identificato in Toscana a luglio 2023, ha evidenziato un aumento significativo della popolazione di questo insetto rilevando 204 piante di albicocco infestate. 

I danni causati da Aromia bungii

I danni associati alle infestazioni di Aromia bungii sono dovuti all’attività trofica delle larve che svernano all’interno delle profonde gallerie scavate nei tronchi per nutrirsi del legno degli alberi, dopo la schiusa delle uova. Ai danni provocati dalle larve si aggiungono quelli causati dagli insetti adulti che in tarda primavera sfarfallano fuori dai tronchi attraverso grossi fori che compromettono ulteriormente la salute e la stabilità della pianta. L’insetto dal collo rosso a questo punto vola su altri alberi, dove deposita le proprie uova nei tronchi. Il ciclo di distruzione ricomincia.

aromia bungii danni

Pianta con gallerie del Cerambicidae. Fotografia realizzata dal Servizio Fitosanitario della Regione Toscana nell’area focolaio di Rosignano Marittimo

Come accorgersi della presenza di Aromia bungii

I primi segnali dell’infestazione da Aromia bungii si possono osservare nel corso dell’anno, a partire dalla tarda primavera, e si manifestano mediante la presenza di fori di sfarfallamento, gallerie interne al tronco create dalle larve, segatura ed escrementi rinvenuti alla base degli alberi infestati.

Con il progredire dell’infestazione si possono notare altri segnali, come l’ingiallimento e la caduta delle foglie, oltre alla presenza degli insetti adulti visibili prevalentemente nei mesi più caldi. 

Le cause dell’infestazione

Si ritiene che i cambiamenti climatici, con l’aumento delle temperature, rappresentino una delle cause principali della infestazione, in quanto il clima caldo e umido favorisce la sopravvivenza e la proliferazione del coleottero dal collo rosso. Le infestazioni da Aromia bungii sono favorite anche dalla incontrollata importazione di materiali infetti, introdotti mediante il commercio internazionale, e dalla mancanza di predatori naturali utili a controllare la sua proliferazione.

Le strategie per intervenire 

Riconoscere tempestivamente i segnali di un’infestazione di Aromia bungii è cruciale per limitarne la diffusione, tanto che sono state implementate misure di eradicazione e contenimento condotte dalle autorità fitosanitarie con le attività di monitoraggio, che consistono in ispezioni sistematiche nelle aree infestate e circostanti per individuare nuovi focolai. Questa attività include l’utilizzo di trappole a feromoni che possono contribuire al rilevamento precoce della infestazione e alla riduzione della popolazione del parassita. 

Per arginare l’infestazione da Aromia bungii al momento è possibile procedere con alcuni accorgimenti quali: rimozione degli alberi infestati; trattamenti insetticidi per uccidere le larve in modo mirato all’interno degli alberi e ridurre la popolazione adulta; quarantena e restrizioni sul commercio del legno, oltre alla promozione della biodiversità per ridurre la probabilità di un’infestazione massiva e migliorare la resilienza dell’ecosistema.

Prevenire è meglio che curare: contro Aromia bungii, leggi e regolamenti, lotta biologica e sostenibilità

Adottare misure preventive che riducano il rischio di infezione è fondamentale per una gestione sostenibile e a lungo termine del coleottero. L’implementazione di leggi, regolamenti e controlli da parte delle istituzioni anche internazionali, per un commercio consapevole di legname, è la chiave per la salvaguardia del patrimonio naturale e agricolo.

Un ruolo fondamentale nella prevenzione dei focolai da Aromia bungii è certamente rivestito dalla lotta biologica, che sfrutta l’antagonismo naturale fra gli organismi viventi per contenere la popolazione di quelli dannosi per l’uomo, senza però creare un danno allo stesso ecosistema. Promuovere l’uso di nematodi entomopatogeni, parassitoidi e predatori naturali, favorendo la biodiversità, può ridurre la popolazione del coleottero dal collo rosso che infesta susini e albicocchi.

Il ruolo decisivo della ricerca e delle sinergie nella lotta ad Aromia bungii

È fondamentale informare il pubblico e gli operatori del settore agricolo sui rischi associati ad Aromia bungii. Obiettivo: implementare il monitoraggio delle piante per osservare l’evoluzione del parassita e le sue risposte ai diversi trattamenti. Indispensabile è investire nella ricerca per sviluppare nuovi metodi di controllo biologico utili a introdurre trattamenti sempre più ecocompatibili. La ricerca resta dunque la strada più importante da percorrere per contenere la diffusione di questa infestazione per proteggere l’agricoltura e l’ambiente italiani. L’approccio proattivo che combina monitoraggio, interventi tempestivi e sinergie tra i diversi attori, sia istituzionali che di settore, anche a livello internazionale, sarà dunque determinante per proteggere l’economia e il patrimonio verde dell’Italia. 

Federica Del Vecchio
© fruitjournal.com

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