Elemento fondamentale nella cucina italiana, la cipolla (Allium cepa L.) è una bulbosa appartenente alla famiglia delle Liliaceae – come aglio, porro e asparago – coltivata su tutto il territorio nazionale. Con 12.628 ettari dedicati alla coltivazione della cipolla nel 2024 e una produzione che sfiora le 420.000 tonnellate (dati Istat), questa bulbosa riveste un ruolo di rilievo all’interno del comparto orticolo italiano. La presenza di diverse varietà, dalle cipolle rosse a quelle bianche e dorate, con cicli colturali differenti – invernali e primaverili – permette una produzione costante e continua in più periodi dell’anno.
Con l’avvicinarsi del periodo ideale per la messa a dimora delle varietà invernai di cipolla, diventa importante considerare aspetti come le esigenze pedoclimatiche, la preparazione del terreno e la scelta tra semina e trapianto. Approfondire questi argomenti è essenziale per chiunque voglia ottenere una produzione di qualità, ottimizzando ogni fase della coltivazione sin dalle prime operazioni.
Caratteristiche botaniche
Prima di approfondire le tecniche agronomiche utili alla coltivazione della cipolla, è utile conoscere meglio la pianta dal punto di vista botanico. Si tratta di un ortaggio a ciclo biennale, perché fiorisce e produce semi l’anno successivo a quello in cui viene messa a dimora in campo. Tuttavia, nella pratica agricola comune, viene raccolta prima di raggiungere lo stadio di fioritura, motivo per cui, ai fini produttivi è considerata una pianta annuale.
Il bulbo, che costituisce la parte edule della cipolla, si forma attraverso l’ingrossamento delle basi delle foglie, che diventano carnose grazie all’accumulo di sostanze nutritive di riserva. Le guaine esterne del bulbo, invece, sono sottili e cartacee, e possono variare di colore dal bianco al dorato, fino al rosso e violetto, a seconda delle varietà. L’apparato radicale è composto da numerose radici fascicolate che si sviluppano nei primi 20-25 cm di terreno. Queste radici, biancastre e carnose, sono prive di peli radicali e si adattano bene ai terreni superficiali. Le foglie, sono cave e rigonfie alla base e si sviluppano in modo graduale. Alla germinazione, emerge una piccola foglia a forma di anello che crescendo assume l’aspetto di una frusta, mentre altre foglie seguono progressivamente nel loro sviluppo. Nel secondo anno del ciclo vitale della cipolla – quando viene raggiunto dalla pianta – si forma lo scapo fiorale, che porta all’estremità un’infiorescenza globosa semplice, composta da numerosi fiori. Questi fiori presentano un fenomeno chiamato protandria, in cui le antere (organi sessuali maschili) maturano prima degli ovuli (organi sessuali femminili), favorendo così l’impollinazione incrociata grazie agli insetti.
Esigenze pedoclimatiche e preparazione del terreno
Le cipolle si distinguono per la loro notevole resistenza alle basse temperature, rendendole uno degli ortaggi più adatti alla coltivazione anche in condizioni climatiche rigide. Possono infatti sopportare temperature invernali che scendono anche di diversi gradi sotto lo zero. Tuttavia, è importante notare che, sebbene le piante possano sopravvivere alle gelate, la loro crescita subisce un arresto quando le temperature scendono sotto i 5 °C. Per garantire uno sviluppo ottimale del bulbo, è preferibile che le temperature siano comprese tra i 12 °C e i 24 °C. Durante la fase di maturazione, temperature più alte favoriscono la formazione e l’ingrossamento del bulbo, mentre temperature troppo basse rallentano il processo, allungando i tempi di produzione e riducendo in alcuni casi le dimensioni del bulbo.
Oltre alle condizioni pedoclimatiche, un aspetto particolarmente rilevante nella coltivazione della cipolla è la preparazione del terreno. Il suolo deve essere adeguatamente lavorato per garantire uno sviluppo ottimale dei bulbi e delle radici. L’intensità delle operazioni da effettuare varia in base al tipo di terreno e alla presenza di erbe infestanti:
- nel caso di terreni particolarmente tenaci e in presenza di erbe infestanti, si rende necessaria una vangatura vera e propria, attraverso il taglio di piccoli blocchi di terreno che vengono rivoltati e poi sminuzzati;
- nel caso di terreni meno compatti e in assenza o presenza ridotta di erbe infestanti, si può optare per una tecnica di minima lavorazione del terreno, che evita il rivoltamento degli strati del suolo. Questo approccio preserva la struttura del terreno e previene l’ossidazione della sostanza organica presente negli strati più profondi.
Un altro aspetto fondamentale è quello relativo alla fertilità del terreno. Pur non essendo tra gli ortaggi più esigenti, la cipolla richiede un suolo ricco di sostanza organica. Prima della messa a dimora, sia che si scelga la semina o il trapianto, è utile incorporare ammendanti organici, come compost o letame, nei primi strati del terreno durante i lavori di affinamento.
Coltivazione della cipolla: semina o trapianto?
Nella coltivazione della cipolla, ci sono due metodi principali per la messa a dimora: la semina e il trapianto. Entrambi i metodi offrono vantaggi specifici e la scelta dipende dal tempo disponibile, dalle condizioni climatiche e dalle varietà coltivate.
La semina, a sua volta può essere effettuata in due modi: direttamente in campo o in semenzaio. Nel primo caso le cipolle seminate in campo aperto germogliano nel terreno dove cresceranno, riducendo il rischio di stress da trapianto, tuttavia, questa strategia richiede più tempo e attenzione nella fase iniziale. Attraverso il secondo metodo, invece, le cipolle vengono inizialmente seminate in semenzaio, in un ambiente protetto, per poi essere trapiantate nell’orto quando le piantine raggiungono circa 15 cm di altezza, dopo un mese e mezzo o due. Questa tecnica è utile per anticipare la coltivazione, specialmente nelle regioni più fredde, ma bisogna considerare che il trapianto potrebbe causare una fase di stress per la pianta, influenzando lo sviluppo. Un metodo alternativo a quello della semina è il trapianto utilizzando piccoli bulbi già formati, detti bulbilli. Il trapianto dei bulbilli è una tecnica particolarmente pratica e veloce, ideale per chi desidera un metodo meno impegnativo e più immediato.
Sesto d’impianto: un aspetto da non sottovalutare
Indipendentemente dal metodo di messa a dimora scelto, è essenziale rispettare le distanze di impianto. Le file delle piante di cipolla devono essere distanziate di 25-30 cm, con 10-15 cm di distanza tra le piante nella stessa fila. Queste distanze facilitano le operazioni di sarchiatura, consentendo di eliminare le erbe infestanti e arieggiare il terreno. Un impianto ben distanziato non solo facilita le operazioni agronomiche, ma aiuta anche a prevenire malattie e migliorare lo sviluppo dei bulbi. Radici ben sviluppate, con accesso ottimale agli elementi nutritivi, garantiscono una crescita vigorosa e una produzione di qualità.
In conclusione, la coltivazione della cipolla, grazie alla sua versatilità e adattabilità, rappresenta una risorsa fondamentale per l’agricoltura italiana. Che si scelga la semina diretta, quella in semenzaio o il trapianto dei bulbilli, è essenziale considerare attentamente le esigenze pedoclimatiche e adottare le giuste tecniche colturali per garantire un raccolto sano e abbondante. La preparazione del terreno e il rispetto delle distanze di impianto giocano un ruolo chiave nel prevenire malattie e favorire lo sviluppo dei bulbi. Con una corretta gestione delle operazioni agronomiche, la coltivazione della cipolla può offrire risultati di grande qualità, contribuendo a soddisfare le esigenze del mercato e della cucina italiana.
Donato Liberto
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