Marciume nero, allerta per le carote tardive

Intervenire dalla comparsa dei primi sintomi rappresenta la chiave di volta per proteggere le colture e salvaguardare la produzione

da Redazione FruitJournal.com
marciume nero

Con l’arrivo dell’autunno, le varietà più tardive di carote si avviano verso la fase di maturazione e raccolta. Le perturbazioni autunnali, però, portano con sé un’infida insidia che potrebbe compromettere seriamente i raccolti: il marciume nero. Si tratta di una malattia fungina, causata dal fungo Alternaria dauci, molto diffusa e particolarmente dannosa per questa coltura, soprattutto in condizioni climatiche umide tipiche del mese di ottobre, che favoriscono lo sviluppo epidemico del fungo.

Comunemente definita alternariosi, la malattia colpisce la coltivazione delle carote a livello mondiale. Nelle regioni a clima più freddo, i danni possono essere relativamente contenuti se le epidemie si manifestano soltanto nella parte finale della stagione di crescita. Tuttavia, in contesti più favorevoli alla malattia, come le aree umide e temperate, l’impatto può risultare devastante.

Sintomi e cause del marciume nero sulla carota

Già noto su altre colture, come il pomodoro, i primi sintomi si manifestano solitamente sulle foglie basali più vecchie, dove compaiono piccole lesioni di colore bruno-nerastro, di forma irregolare, che si localizzano lungo i margini o sulle punte delle foglie. Con il progredire dell’infezione, le lesioni aumentano di numero e dimensioni, provocando necrosi che portano al disseccamento dell’intera lamina fogliare con conseguente accartocciamento e morte della foglia, compromettendo la capacità fotosintetica della pianta e di conseguenza la sua produttività.
Nei casi più gravi intere aree del campo possono presentarsi con foglie ingiallite, marroni e appassite, segnalando un’epidemia in corso. Solitamente le radici non vengono colpite, ma durante la fase di stoccaggio è molto facile che il fungo si diffonda causando il marciume nero e infestando tutta la superficie della carota. Sintomi simili possono presentarsi anche sulla base dei picciolo e sul colletto della carota. 

Le cause principali di trasmissione del fungo Alternaria dauci sono, infatti, imputabili a due fattori: i semi infetti o più frequentemente residui colturali contaminati. A favorire il propagarsi dell’infezione di certo lo stress colturale e le temperature. L’umidità in particolare gioca un ruolo fondamentale, in quanto ideale per la diffusione dell’infezione, che si verifica quando le foglie della carota rimangono bagnate per 8-12 ore, con temperature comprese tra i 16 e i 25°C. 

marciume nero sintomi

Sintomi iniziali di Alternaria dauci sull’apparato fogliare della carota Fonte: Bugiani

Impatti economici e diagnosi preventiva del marciume nero

Conseguenza primaria dell’infezione fungina sono le significative perdite di resa, specialmente se prima della raccolta le foglie impediscono l’utilizzo delle macchine raccoglitrici. A destare allarme è la capacità della malattia di diffondersi anche su altre cultivar di carota nel corso delle stagioni, rendendo il controllo ancora più complesso.

Per questo, la prevenzione e il monitoraggio delle colture restano la chiave per il contenimento della malattia fungina. Un primo passo riguarda l’utilizzo di sementi sane, preferibilmente trattate con prodotti adatti, e la scelta di varietà tolleranti. Inoltre, è fondamentale praticare rotazioni colturali di almeno due o tre anni, in modo da permettere la decomposizione dei residui infetti, che possono essere una fonte di inoculo per il fungo. 

Una corretta gestione dei residui colturali infetti, quindi, risulta fondamentale, come anche l’irrigazione che deve essere ben regolata, evitando eccessi o deficit idrici che possono favorire lo sviluppo del fungo.

Gestione delle resistenze

Vista la crescente resistenza del patogeno ai trattamenti tradizionali, risulta fondamentale mettere in atto un approccio integrato che preveda un lavoro sinergico tra trattamenti preventivi e l’uso di prodotti fitosanitari già dalla prima comparsa dei sintomi. 

Tra i prodotti disponibili per il trattamento, i sali di rame rappresentano una soluzione efficace non solo contro i funghi, ma anche contro le batteriosi. In alternativa, per un’azione più mirata, è possibile ricorrere a principi attivi specifici come difenconazolo, pyrimetanil, azoxystrobin, pyraclostrobin+boscalid o fungicidi della famiglia degli Sdhi, come fluoxapyroxad o la miscela fluoxapyroxad+difenoconazolo.
È bene però dosare l’utilizzo di questi prodotti. In particolare il sale rameico a un massimo di 4 kg di ione rame per ettaro all’anno, alternandolo con principi attivi per evitare la selezione di ceppi resistenti; mentre per i trattamenti con strobilurine (pyraclostrobin e azoxystrobin) e fungicidi Sdhi (fluoxapyroxad) a due interventi per stagione, poiché queste molecole sono più soggette allo sviluppo di resistenze.

In definitiva, l’uso di sementi sane, la rotazione colturale, il monitoraggio costante e l’impiego strategico dei fungicidi possono garantire una gestione efficace della malattia in un contesto agricolo sempre più esposto ai cambiamenti climatici. 

 

Federica Del Vecchio
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