Tempesta Dana, agricoltura in ginocchio

60mila ettari distrutti, una campagna olivicola in crisi e perdite multimilionarie: per le stime dei danni post-alluvione è ancora troppo presto, ma i primi dati lasciano già ipotizzare una situazione drammatica

da uvadatavoladmin

È già trascorsa una settimana da quando la tempesta Dana (acronimo di “Depresion Aislada en Niveles Altos“, ovvero “depressione isolata ad alta quota“, fenomeno meteorologico tipico della Spagna e del Mediterraneo occidentale che si scatena proprio quando una massa d’aria fredda – ad alta quota – si “isola” dal flusso principale formando una depressione cieca) si è abbattuta sulle regioni orientali e meridionali della Spagna. 

Una scia di morte e distruzione che ha riportato ancora una volta l’attenzione sulla tragicità degli effetti del cambiamento climatico in corso. Quanto avvenuto nella Penisola iberica è infatti conseguenza della tropicalizzazione del clima mediterraneo: come fa sapere l’AEMET, l’ente meteorologico nazionale spagnolo, nella zona di Valencia, in 3 ore e 20 minuti è caduta la pioggia di un intero anno. A gravare, l’arrivo delle piogge dopo un periodo prolungato di siccità. Basti pensare che tra gennaio 2023 e settembre 2024 sono piovuti in tutto 446 millimetri di pioggia. In sostanza, dunque, è caduta più pioggia in quelle tre ore che nei 21 mesi precedenti. 

tempesta dana valencia AEMET

Come sottolineato in post diffuso dall’AEMET su X, martedì 29 ottobre si sono registrati straordinari accumuli di pioggia nella provincia di Valencia, che hanno superato i 300 litri per metro quadrato nella zona tra Utiel e Chiva. In quest’ultimo sono stati raccolti 491 l/m² in sole otto ore, “praticamente quanto può piovere in un anno intero”.

Un dramma che si perpetua in tutta la regione e che si consuma anche nelle campagne, con l’agricoltura spagnola messa in ginocchio dalla tempesta Dana.

Sebbene sia ancora presto per calcolare i danni, sono infatti già saliti a 60mila gli ettari distrutti dall’alluvione, con perdite multimilionarie stimate a livello di tutti i comparti. A finire sotto la prepotenza dell’acqua interi raccolti di agrumi, cachi e ortaggi. Tra campi sommersi, migliaia di viti sradicate e colture già provate da deficit idrico, lo scenario lasciato da Dana è drammatico. 

Tra le zone più colpite, quella di Ribera Alta – nota in tutto il mondo specialmente per le Arance di Ribera (o Riberella), a polpa bionda e senza semi – dove si registrano danni fino al 100% alle coltivazioni di agrumi e cachi, in piena raccolta. Nelle aree interne, a La Hoya de Buñol e Utiel-Requena, la pioggia ha invece sradicato vigneti e ortaggi, distruggendo piante già compromesse dalla siccità prolungata: qui si sono registrati 445,4 mm di pioggia in un solo giorno, con punte di 343 mm in appena quattro ore. Stando a quanto riportato sul settimanale Valencia Fruits, riprendendo i dati forniti dall’associazione agricola COAG, nella regione di Requena-Utiel sono stati inondati 35.000 ettari di vigneti e 5.000 ettari di mandorli, mentre a Valencia è andato perso il 100% della produzione di cachi e mandarini. Si stima inoltre che le perdite in tutti i frutteti periurbani intorno alla capitale valenciana siano del 100%. Sempre l’organizzazione agricola COAG ha poi precisato che l’alluvione ha danneggiato circa 3.500 ettari di uliveti, agrumi e vigneti a Malaga e 4 mila nella Sierra de Alcaraz (Albacete), in Castiglia-La Mancia, dove si contano inoltre perdite fino al 100% negli ulivi a causa della grandine.

tempesta dana valencia

E l’olivicoltura si conferma uno dei comparti maggiormente compromessi anche in Andalusia e nella regione di Almanzora (Almeria), dove sarà possibile quantificare l’entità dei danni solo quando l’acqua si sarà ritirata, ma dove il conto si preannuncia già salatissimo. A tal riguardo, l’associazione agraria dei giovani agricoltori sivigliani, Asaja-Sevilla, ha infatti avvertito che le piogge hanno paralizzato il lavoro dei frantoi e metteranno ancora più pressione sulle quotazioni dell’olio nel breve periodo, minando una produzione che da sempre rappresenta una delle eccellenze dell’agricoltura andalusa.   

A finire nella morsa della tempesta Dana anche allevamenti, infrastrutture e mezzi agricoli.

In particolare, nella cittadina spagnola di El Ejido, nella provincia di Almeria, la tempesta ha devastato le serre con danni a oltre 4500 ettari, con ripercussioni sulla produzione di peperoni (per la quale si prevede un calo del 20% del raccolto) e di cetrioli, zucchine e melanzane (con una perdita stimata intorno al 30%). 

Stimare perdite e danni effettivi sarà un’impresa titanica e – almeno in tempi brevi – difficile da ottenere. Quello che è certo, purtroppo, è lo strascico che questa tragedia si porta dietro di sé: l’agricoltura spagnola è in ginocchio e gli effetti di quanto accaduto non si limitano al presente. Sono infatti molteplici le voci che avvertono circa le ricadute che si avranno nel prossimo futuro: un comunicato stampa rilasciato dall’Associazione valenciana degli agricoltori (Ava-Asaja) ha parlato di “conseguenze incalcolabili anche per le future stagioni di produzione”; il presidente di Asaja-Alicante, José Vicente Andreu, ha sottolineato che i disastrosi effetti di Dana si ripercuoteranno anche sulle prossime campagne.

Per far fronte alla tragica situazione, le associazioni dei produttori, i sindacati e tutti gli agricoltori hanno richiesto aiuti immediati al governo e la dichiarazione di area catastrofica in tutte le regioni. 

Intanto, però, quella lasciata da Dana è una crisi senza precedenti, con impatti drammatici su una delle fonti di reddito più rilevanti per l’intera economia della Penisola e un’intera comunità in ginocchio che, tra detriti e macerie, deve ora riuscire a trovare la forza di risollevarsi.

Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com

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