Largamente diffusa in tutto il mondo, con una produzione globale che supera i 100 milioni di tonnellate ogni anno, la coltivazione delle cipolle effettuata in modo tradizionale presenta diverse problematiche, tra cui stagionalità limitata, malattie del suolo e difficoltà di conservazione. Le cipolle, infatti, necessitano di una luce specifica, vengono tipicamente coltivate all’aperto e piantate nel periodo tra primavera ed estate. Tutti elementi che limitano la produzione a un solo raccolto annuale e – specialmente in paesi come il Regno Unito, dove si concentrano i più elevati consumi di questa coltura – implicano spesso l’importazione della materia prima da paesi come la Nuova Zelanda, con un conseguente aumento dei costi. Inoltre, sempre in Regno Unito, proprio per estenderne la stagionalità, le cipolle prodotte localmente vengono spesso stoccate in celle frigorifere fino a dieci mesi con una pratica che non solo consuma ingenti quantità di energia, ma può anche compromettere la qualità del prodotto e aumentare lo spreco alimentare.
Coltivazione delle cipolle in aeroponica: lo studio
Per rispondere a queste esigenze, Jonathan Bell – Operations Manager di Stourgarden, importante azienda inglese che produce e commercializza cipolle, ha promosso un nuovo progetto che mira a rivoluzionare le modalità di produzione di questa coltura, utilizzando un sistema di coltivazione aeroponica ultrasonica. A condurlo, un team di ricercatori dell’Università dell’Essex guidato della professoressa Tracy Lawson, che – attraverso una tecnologia di irrigazione sviluppata da LettUs Grow, azienda specializzata nella creazione di software di tecnologia aeroponica e di gestione agricola per fattorie indoor e verticali – mira a ridurre l’impronta di carbonio complessiva della coltivazione, eliminare la necessità di stoccaggio, aumentare la velocità di crescita e garantire una qualità costante.
In pratica, quella sperimentata è una coltivazione delle cipolle “senza terra”, dove – in assenza di suolo – le radici delle cipolle vengono nutrite con una nebbia di nutrienti generata tramite ultrasuoni, attraverso un processo che, favorendo un maggiore accesso all’ossigeno da parte delle piante – consente una crescita vigorosa e sana. Inoltre, la coltivazione indoor elimina l’esposizione alle malattie del suolo, migliorando la qualità e la sicurezza del prodotto fin dalle prime fasi di sviluppo.
Al momento, stando a quanto fanno sapere gli esperti a lavoro, il progetto sta già dando risultati promettenti. Come dichiarato in un’intervista da Bell, infatti, i ricercatori sono già riusciti a “coltivare cipolle fino a uno stadio in cui si possono vedere i primi segni di bulbificazione”. Il lavoro, però, prosegue e il team sta ora monitorando le varie fasi di avanzamento del progetto per poter raccogliere dati sulla crescita delle piante, sul clima interno e sulla efficienza energetica. Come ribadito, non si tratta di sostituire il metodo tradizionale di produzione in campo, ma comprendere le potenzialità che coltivare cipolle in un ambiente controllato (CEA) potrebbe offrire, moltiplicando significativamente la resa e garantendo una disponibilità costante del prodotto.
In prospettiva, quindi, se i risultati della ricerca confermeranno le aspettative, l’agricoltura aeroponica potrebbe diventare un modello di riferimento per la coltivazione di cipolle e di altre colture su larga scala, segnando un passo importante verso un’agricoltura più resiliente e meno impattante sull’ambiente.
La Redazione
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