Sicilia: il limone dell’Etna diventa IGP

da Redazione FruitJournal.com

Il limone dell’Etna diventa Igp. Il caratteristico agrume siciliano ha ottenuto l’indicazione geografica protetta pochi giorni fa con pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Il Limone dell’Etna si distingue per le sue caratteristiche superiori degli oli essenziali ottenute dai frutti, e per la presenza di citrale (geraniale e nerale) che conferisce al frutto il caratteristico aroma di limone.

L’areale più vocato per la sua coltivazione è  quello della provincia di Catania lungo la fascia ionico-etnea; comprende i comuni di Aci Bonaccorsi, Aci Castello, Aci Catena, Aci Sant’Antonio, Acireale, Calatabiano, Castiglione di Sicilia, Fiumefreddo di Sicilia, Giarre, Mascali, Piedimonte Etneo, Riposto, Santa Venerina, San Gregorio di Catania, Valverde, Zafferana Etnea.

Le particolari condizioni pedoclimatiche di questa zona con temperature fortemente influenzate dalla vicinanza del Mar Jonio e la presenza del complesso vulcanico dell’Etna hanno le loro ricadute sugli impianti di limone.

Grazie al microclima favorevole la coltivazione del limone si è diffusa già nei secoli passati lungo la fascia costiera dell’Etna e nelle immediate vicinanze. Ovvero in un’area compresa tra il fiume Alcantara, a Nord, e il confine settentrionale del comune di Catania, a Sud.

Il Limone dell’Etna viene coltivato su terreni di matrice vulcanica, caratteristica che dona al suolo:

  1. elevata permeabilità,
  2. buona fertilità e
  3. sostanza organica.

La permeabilità dei suoli è fondamentale per lo sviluppo dell’agrume in questione, perché grazie ad essa è i produttori eseguono la tecnica agronomica della forzatura  – o “secca” – del limone dell’Etna, praticata da oltre due secoli.

Questa particolare tecnica agronomica consente di ottenere una produzione estiva di frutti denominati verdelli, prodotto d’eccellenza dei limoneti dell’Etna. 

L’area dedicata alla coltivazione dei verdelli è caratterizzata da particolari faglie/scarpate – dette “Timpe” – e da terrazze sorrette da muri a secco in pietra lavica, realizzate nel XIX secolo per la viticoltura sostituita poi dalla limonicoltura.

Il legame forte tra limonicoltura e ambiente lo ritroviamo, infine, anche nei nomi dei luoghi (i toponimi) come Riviera dei Limoni e Città del limone verdello, che identificano proprio alcune aree del comprensorio.

Articoli Correlati