Balanino delle castagne: danni in Basilicata

Secondo Alsia, si tratta del principale responsabile delle infestazioni delle castagne del Lagonegrese nell'ultimo triennio

da uvadatavoladmin

È il cosiddetto balanino delle castagne, il curculionide Curculio elephas, il principale responsabile delle infestazioni delle castagne del Lagonegrese (Basilicata) nell’ultimo triennio, e della loro conseguente incommerciabilità.

Il dato è emerso dalle osservazioni condotte dall’ALSIA in quel periodo – nell’ambito del progetto di consulenza fitosanitaria “FitoConsult” – per indagare la principale causa dei danni riscontrati sulle castagne in post raccolta. Danni che, in alcuni casi, consistevano in perdite superiori all’80% del prodotto.

Il monitoraggio con trappole attivate con feromoni sessuali specifici ha infatti confermato la presenza di due lepidotteri, Cydia splendana e Cydia fagiglandana (i così detti “vermi delle castagne”), consentendo di seguire il volo degli adulti e il susseguirsi delle generazioni. L’analisi di campioni di castagne non trattate attraverso il processo di “curatura” (che consiste nell’ immersione dei frutti per sette giorni in acqua fredda), tuttavia, ha evidenziato che l’infestazione dei due lepidotteri non ha mai raggiunto livelli elevati. Le larve di Curculio elephas, invece, sono state rinvenute in circa l’80% del materiale esaminato.

Negli ambienti del Lagonegrese il balanino delle castagne svolge una generazione all’anno.

Gli adulti si portano sugli alberi di castagno tra la fine di agosto e l’inizio di settembre. Il periodo di sfarfallamento varia in funzione del clima e della localizzazione dell’impianto. Le femmine forano il riccio con il rostro di cui sono dotate e vi depongono un uovo. La larva, una volta nata, penetra nella castagna e comincia a nutrirsi. È possibile rinvenire più larve per frutto.

Le larve mature fuoriescono dalla castagna in autunno, forando il pericarpo e interrandosi, così da svernare nel terreno e diventare pupa e poi adulto nell’ estate successiva. Gli adulti sfarfallano in corrispondenza della maturazione delle castagne. Nelle aree castanicole italiane l’insetto ha una sola generazione all’anno, anche se, in qualche caso, il periodo di diapausa può durare più anni. In presenza di popolazioni elevate i danni sono consistenti, talora fino al 90% di castagne infestate. I frutti, ove sia già presente una larva di Cydia sp. non vengono attaccati dal balanino. Al contrario le cydie non disdegnano frutti già “occupati”.

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Castagne infestate dal balanino, con evidenti fori di uscita dell’insetto.

È estremamente difficile riuscire a tenere sotto controllo il balanino in una zona come il Lagonegrese, ove convivono realtà secolari, caratterizzati da alberi monumentali, pochi ettari di impianti da frutto o in conversione e una superficie considerevole di castagneti cedui.

Inoltre i proprietari dei castagneti, la cui attività spesso è solo una integrazione al reddito, sono piuttosto restii a effettuare trattamenti fitosanitari con mezzi chimici o biologici disponibili sul mercato.

In ecosistemi non deteriorati, la popolazione del balanino viene parzialmente controllata da piccoli mammiferi come la Talpa europea, Apodemus sylvaticus, artropodi predatori (es. Scolopendra cingulata e Lithobius forficatus) e da imenotteri parassitoidi della famiglia Braconidae e Ichneumonidae.

Per una valorizzazione e qualificazione delle produzioni castanicole del Lagonegrese, i coltivatori potrebbero ricorrere a interventi diretti e indiretti che consentirebbero di contenere sotto la soglia di danno economico il balanino e le due cydie, le quali svernano anch’esse nel terreno come pupe.

Le metodologie di controllo agronomico del balanino delle castagne alla portata degli imprenditori locali sono diverse:

  • posizionamento di reti apposite sotto chioma per impedire l’interramento delle larve mature nel terreno e la fuoriuscita degli adulti già presenti nel suolo;
  • raccolta meccanica, che permette di allontanare le castagne cascolate e infette, abbassando la percentuale di infestazione per l’anno successivo;
  • raccolta manuale razionale, non lasciando in campo il materiale infetto e di scarto che viene raccolto e compostato o bruciato, evitando il contatto tra larve e terreno;
  • curatura”, mediante immersione in acqua fredda delle castagne, per devitalizzare per asfissia le larve di balanino.

 

Fonte: ALSIA – Basilicata
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