Con una partecipazione che ha sfiorato l’83% delle aziende agricole, si è chiusa il 30 luglio la fase di raccolta dati del 7° Censimento generale dell’agricoltura avviata all’inizio di gennaio 2021.
Un milione di questionari compilati e una partecipazione che ha sfiorato l’83% delle imprese agricole: si chiude così la raccolta dati del 7° Censimento generale dell’agricoltura dell’Istat, avviata il 7 gennaio scorso.
I dati saranno diffusi entro il primo semestre del 2022. Come sottolineato da Copagri, “gli esiti saranno di fondamentale importanza per orientare il futuro del primario nazionale e per valutare nel dettaglio l’impatto economico determinato dal Coronavirus sulle aziende, in termini di variazione di volume di prodotto, di giornate di lavoro perse e dell’eventuale calo di vendite subito sul mercato nazionale e internazionale”.
Bisogna tuttavia considerare che la maggior parte delle risposte è giunta dalle aziende più grandi, in termini di estensione agricola o di capi di allevamento posseduti. Di queste, infatti, oltre 700mila rappresentano il 95% circa della superficie agricola utilizzata (SAU) del nostro Paese e il 98% del patrimonio zootecnico italiano.
Secondo una prima analisi, inoltre, la quota più consistente (68%) si è rivolta ai Centri di assistenza agricola, scegliendo nel 46,1% dei casi la classica intervista faccia a faccia e nel 21,9% l’intervista telefonica da parte di operatori CAA.
Quasi il 20% delle aziende agricole residenti nelle regioni del Nord ha compilato direttamente il questionario online. Quelle del Centro e del Mezzogiorno, invece, si sono avvalse in misura maggiore della rete dei Centri di assistenza agricola. La campagna di comunicazione del Censimento ha supportato tutte le fasi di raccolta dei dati. Il sito ha registrato oltre un milione di contatti, con più di 200mila visitatori unici. Il continuo reindirizzamento da parte dei principali motori di ricerca nel caso di Google (oltre 300mila impression) ha sfiorato il 79,5% dell’engagement rate.
Dal punto di vista territoriale, a presentare i più elevati tassi di risposta sono la Provincia Autonoma di Trento (92,0%), il Veneto (90,0%), l’Emilia-Romagna (88,1%), le Marche (87,2%) e il Piemonte (86,8%). Le regioni che hanno riscontrato maggiore difficoltà nella compilazione sono state Calabria, Sicilia, Abruzzo, Liguria e la Provincia Autonoma di Bolzano. In tutti questi casi il tasso di risposta lordo è stato, comunque, superiore al 75%.
In ogni caso, la partecipazione al censimento permetterà all’Istat di elaborare dati aggiornati e dettagliati a livello nazionale e territoriale sulle complesse trasformazioni in atto in agricoltura.
“Tali dati – ribadisce infatti Copagri – rappresenteranno le basi per le future politiche agricole del Paese e forniranno un concreto supporto ai decisori pubblici, allo Stato e alle Regioni, dando loro la possibilità di poter meglio individuare, concertare e programmare gli interventi sul territorio”.
“La rilevazione censuaria, l’ultima a carattere decennale visto che dal 2022 si trasformerà in permanente, ha coinvolto oltre un milione e 700mila aziende del settore – continua la Confederazione – e servirà a dare una lettura approfondita della struttura del settore agricolo e zootecnico, sia dal punto di vista tematico (caratteristiche del conduttore, utilizzazione dei terreni e consistenza degli allevamenti, metodi di gestione dell’azienda e loro eventuale multifunzionalità, tipo di manodopera impiegata, commercializzazione), sia per quanto riguarda la localizzazione territoriale delle diverse attività produttive, elemento decisivo per comprenderne le dinamiche di possibile sviluppo, fornendo un quadro statistico approfondito, a livello nazionale, regionale e locale, del settore primario nazionale”.
“L’intera operazione – fa notare ancora la Copagri – ha visto per la prima volta il coinvolgimento dei Centri di assistenza agricola-Caa convenzionati con l’Istat”. Fra questi il Centro autorizzato di assistenza agricola della Copagri Caa-Caf Agri, che ha operato “mettendo a disposizione del Paese la capillarità della sua rete permanente di uffici, già riferimento fondamentale per tutto il mondo agricolo”.
Complessivamente, i risultati raggiunti sono dunque l’esito di una fruttuosa sinergia creatasi fra tutti gli attori a vario titolo coinvolti nelle fasi del Censimento (Mipaaf, Regioni, Province autonome, Enti istituzionali quali Agea, Ismea, Crea, Caa, solo per citarne alcuni). Un lavoro di squadra che, anche grazie alle innovazioni tecnologiche introdotte, ha così saputo far fronte all’emergenza da Covid-19 e avviare l’intensa opera di rilevamento statistico dell’Istat.
Ilaria De Marinis
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