Ciliegie: una copertura per proteggerle

Per distinguersi occorre rinnovarsi: il progetto innovativo della società agricola Mansueto dedicato all’oro rosso di Puglia

da Redazione FruitJournal.com
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Per distinguersi occorre rinnovarsi: questo il principio che ha portato la società agricola Mansueto all’ideazione e realizzazione di un progetto innovativo dedicato all’oro rosso di Puglia. Si tratta di una copertura per le ciliegie, capace di proteggere i frutti e garantire prodotti unici e di qualità.

Volge ormai al termine la campagna cerasicola 2021. A caratterizzare questa annata non solo proteste e malcontenti, ma anche l’innovazione e la lungimiranza di alcuni produttori. Tra questi Bruno Mansueto, titolare dell’azienda agricola omonima che, sita in Conversano (Ba), è intestatario del brevetto per l’invenzione della struttura, ideata e realizzata da Franco e Tommaso Mansueto.

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Come nasce l’idea di una copertura per le ciliegie?

L’idea nasce circa due anni fa: stanchi dei danni provocati dalle piogge e delle relative perdite di prodotto, abbiamo pensato di realizzare una copertura che proteggesse i nostri ciliegi. Il progetto è stato realizzato sulla falsariga delle coperture dei vigneti a uva da tavola, ma tenendo conto di altri fattori, come il vento che, purtroppo, molto spesso provoca ingenti danni alle strutture.

Complessivamente, questa copertura arriva a 4 metri e mezzo di altezza ed è possibile applicare sia reti che teli, a seconda delle esigenze. A tal proposito, la difficoltà maggiore risiede nella realizzazione del sistema di apertura-chiusura teli, assai delicato.

Si procede poi con l’innalzamento di un impianto di putrelle al quale viene ancorato un sistema di capannina. Questa capannina funge da canna fumaria, per cui all’interno della struttura si viene a creare un sistema di areazione che regola temperatura, umidità e ventilazione dell’impianto. Per fare un esempio: quando entra il vento, grazie a dei tiranti presenti sotto terra, la struttura rimane ancorata al suolo e la capannina ne favorisce la fuoriuscita.

La struttura al momento copre un ettaro di ciliegie a varietà Giorgia e Ferrovia, in agro di Conversano, ma l’idea è di estendere ulteriormente la copertura.

Quali benefici avete tratto dalla creazione di questa struttura?

Quest’anno non abbiamo avuto piogge, però sappiamo bene che un’annata piovosa comporta perdite significative per la produzione, con ciliegie non più commerciabili. Senza considerare gli effetti dei cambiamenti climatici che stanno incidendo significativamente sull’agricoltura. L’innovazione in tal senso è quindi fondamentale. Grazie a questo sistema, infatti, le colture sono protette da pioggia, problemi fitosanitari, penso alla Drosophila suzukii, e da fenomeni come il cracking.

Inoltre, abbiamo notato miglioramenti anche a livello della pianta stessa che, sotto copertura, è infatti cresciuta rigogliosa, con importanti risultati anche a livello di cimatura.

Altro fattore importante: grazie alla copertura, è possibile anche anticipare la raccolta. Creando un perimetrale, infatti, sotto copertura si viene a creare una specie di serra. Proprio quest’anno, nel periodo della fioritura, sottotelo abbiamo registrato temperature che hanno toccato i 38°C. Abbiamo temuto di perdere il raccolto, essendo il fiore di ciliegio delicato, ma grazie al sistema della capannina, il calore è fuoriuscito, non intaccando i frutti. Personalmente, i risultati che abbiamo riscontrato quest’anno sulle varietà Giorgia e Ferrovia sono stati ottimi.

I nostri frutti hanno raggiunto calibro 32, ma alcune ciliegie sono arrivate anche a 35, 38. Risultati assai significativi, specie se guarda all’andamento di questa annata cerasicola, caratterizzata da volumi importanti, ma abbastanza difficile dal punto di vista della qualità dei frutti. Decisiva è stata proprio la copertura che, infatti, ci ha permesso di presentare ciliegie la cui superiorità qualitativa è stata riconosciuta dal mercato, con prezzi superiori rispetto alla media generale.

Quindi complessivamente non avete subito gli effetti del crollo dei prezzi che ha generato proteste in tutto il sud-est barese?

Quest’anno la partita si è giocata sulla qualità e davvero queste ciliegie avevano una marcia in più.
D’altra parte, anche se siamo riusciti a spuntare prezzi superiori, non possiamo dire che sia stato pienamente riconosciuto l’effettivo valore qualitativo dei frutti, specie per la Ferrovia. Noi cerchiamo di innovare il settore, aggiornarci, però quando arrivi sul mercato e trovi prezzi poco soddisfacenti, il rischio è di rinunciare a tutto.

Basti vedere la situazione di quest’anno, con frutti non raccolti o gettati via.
I costi di raccolta sono notevoli e l’unico modo per cambiare la rotta è unirsi, creare cooperative come accade nelle regioni del Nord, eliminando intermediari tra produttori e consumatori. Solo così potremo salvaguardare il nostro prodotto e ottenere prezzi più giusti e all’altezza delle nostre ciliegie.

Quali sono adesso gli obiettivi per il futuro?

Vogliamo far conoscere questa struttura, ideata e realizzata interamente da noi, ed esportarla. Un anno fa abbiamo avviato la procedura per il riconoscimento del brevetto e l’abbiamo ottenuto. Da quando abbiamo innalzato la struttura, c’è stato un via vai di gente: molti si sono incuriositi e hanno compreso la portata innovatrice di questo progetto. Tanto che abbiamo già replicato per conto terzi in un piccolo impianto a Conversano. Ma sono già arrivate diverse richieste da parte di clienti che, dopo aver visto la struttura, desiderano realizzarla. Per noi è fondamentale perché, come impresa agricola, oltre a produrre uva da tavola e ciliegie, ci occupiamo anche della realizzazione di impianti irrigui, di putrelle e tendoni per conto terzi. Vogliamo far conoscere questo nostro progetto e supportare nel nostro piccolo il comparto cerasicolo.

Purtroppo adesso si parla anche di varietà obsolete: si è fatto tanto per raggiungere certi livelli soprattutto con la Ferrovia e ora si cerca di diversificare, perché il mercato richiede varietà di calibro superiore o dalla maggiore resistenza alla conservazione. La diversificazione varietale è importante, ma non dimentichiamo che la frutta va prima di tutto mangiata e i consumatori amano le ciliegie pugliesi. Il sapore della Ferrovia poi è unico al mondo, emblema com’è della vocazione di questo frutto al suo territorio di cui rappresenta un fiore all’occhiello.

 

Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com

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