Coldiretti: boom di frutta esotica made in Italy. Secondo una stima, in meno di tre anni le superfici destinate a colture tropicali in Sicilia, Puglia e Calabria sono raddoppiate.
Complici le elevate temperature, l’agricoltura del Sud Italia guarda sempre più ai tropici: secondo la Coldiretti, in meno di tre anni, nelle regioni meridionali le superfici destinate alla frutta esotica sono raddoppiate superando i mille ettari.
Avocado, mango, papaya e altro ancora: così in diverse regioni del Sud Italia gli agricoltori decidono di affrontare le nuove sfide portate dai cambiamenti climatici. A renderlo noto, l’associazione Coldiretti che, in occasione dell’Avocado Day, il 31 luglio, ha elaborato una stima sulle nuove produzioni tropicali made in Italy. Tra tutti, spiccano i dati relativi a Sicilia, Puglia e Calabria, dove – complici le temperature bollenti – è cresciuto notevolmente l’interesse per queste colture che, in poco meno di un triennio, ha determinato l’incremento di superfici coltivate a queste coltura, che ora superano i mille ettari.
“Sempre più spesso nelle regioni del Sud – sottolinea la Coldiretti – prima si sperimentano e poi si avviano vere e proprie coltivazioni di frutta originaria dell’Asia e dell’America Latina: dalle banane ai mango, dall’avocado al lime, dal frutto della passione all’anona, dalla feijoa al casimiroa, dallo zapote nero fino al litchi, per un consumo totale stimato in oltre 900mila tonnellate a livello nazionale”.
“Il tutto – ricorda la Coldiretti – grazie all’impegno di giovani agricoltori che hanno scelto questo tipo di coltivazione, spesso recuperando e rivitalizzando terreni abbandonati proprio a causa dei mutamenti climatici, in precedenza destinati alla produzione di arance e limoni”.
Un andamento che trova riflesso anche nei consumi, con oltre sei italiani su 10 (61%).
Secondo un sondaggio Coldiretti-Ixè, in molti preferirebbero acquistare frutti tropicali made in Italy invece di quelli stranieri, se li avessero a disposizione. Il 71% dei cittadini sarebbe inoltre disposto a pagare di più per avere la garanzia dell’origine nazionale dei tropicali. Una scelta motivata dal maggiore grado freschezza, ma anche dalle preoccupazioni sulle garanzie di sicurezza del prodotto importato.
“Quello della frutta tropicale Made in Italy – sottolinea la Coldiretti – è un fenomeno destinato a modificare in maniera profonda i comportamenti di consumo nei prossimi anni, ma anche le scelte produttive delle stesse aziende agricole per gli effetti del surriscaldamento determinati dalle mutazioni del clima”. Stando alla elaborazione Coldiretti su dati Isac Cnr relativi al mese di giugno 2021, con una temperatura superiore di 2,18 gradi alla media storica, l’estate 2021 si classifica come la quarta più calda in Italia dal 1800, anno di inizio delle rilevazioni.
“Il fenomeno della frutta esotica italiana, spinto dall’impegno di tanti giovani agricoltori – ha sottolineato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini – è un esempio della capacità di innovazione delle imprese agricole italiane nel settore ortofrutticolo che troppo spesso viene però ostacolata da un ritardo organizzativo e infrastrutturale”.
Ilaria De Marinis
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