Pubblicato il Decreto con le misure di lotta obbligatoria alla Flavescenza dorata (FD) della vite in Toscana.
Fino a qualche anno fa confinata quasi esclusivamente nei vigneti delle regioni settentrionali, la Flavescenza dorata – ampelopatia estremamente pericolosa per la vite – sta ora assumendo notevole importanza anche in Toscana.
A seguito dell’individuazione nel 2022 di diversi casi di piante infette rinvenute in zone viticole vocate e alla incrementata diffusione sul territorio del suo principale vettore, l’insetto cicadellide Scaphoideus titanus, il Servizio Fitosanitario regionale è quindi corso ai ripari. Tra il 2020 e il 2021, infatti, la malattia ha fatto registrare una recrudescenza nelle aree produttive in questione, per via di una serie di concause, tra cui la difficoltà di contenimento del vettore con i trattamenti insetticidi, la presenza crescente di superfici incolte che rappresentano un pericoloso serbatoio di infezione, nonché gli evidenti cambiamenti climatici.
Considerata l’importanza della problematica per la produzione vitivinicola nazionale, e delle ingenti perdite produttive ed economiche derivanti dalla progressione e diffusione della malattia, è stato inoltre definito un apposito Gruppo di lavoro. Qui, e successivamente nel Comitato fitosanitario nazionale, dopo aver ampiamente discusso le criticità relative alla gestione della flavescenza, è stata concordata la predisposizione di specifiche Linee guida, al fine di garantire interventi di contrasto alla malattia armonizzati e uniformi.
Nello specifico, si invitano tutti gli operatori del settore produttivo viticolo e vivaistico viticolo presenti in Toscana, compresi i proprietari o conduttori a qualunque titolo di vigneti sul territorio regionale, a rispettare e ad applicare scrupolosamente tutte le misure previste.
“Le misure di lotta obbligatoria alla Flavescenza dorata in Toscana possono variare nel tempo – si legge in una nota di Cia Grosseto – e dipendono dalle decisioni delle autorità regionali competenti”.
In generale, il controllo della malattia avviene mediante l’attuazione di strategie atte a prevenire e limitare la diffusione del patogeno. L’approccio indiretto rimane l’unico attualmente utilizzabile nei confronti di flavescenza dorata, non essendo ancora noto alcun trattamento o metodo in grado di agire direttamente sul patogeno, eliminandolo dalla pianta. La rimozione completa e tempestiva dall’area vitata delle piante sintomatiche risulta infatti l’unica pratica fitosanitaria, di sicura efficacia, direttamente di contrasto alla fitoplasmosi.
In particolare, un’efficace gestione della malattia si basa sull’applicazione puntuale e tempestiva delle attività di seguito elencate:
- controllo visivo delle piante in campo;
- estirpo tempestivo delle piante di vite sintomatiche;
- gestione del vettore S. titanus: monitoraggio e trattamenti insetticidi;
- corretta gestione dei nuovi impianti e dei rimpiazzi.
Tali strategie possono essere applicate, seppur con modalità differenti, sia in zone indenni, in cui non è nota la presenza della malattia, che in zone in cui la malattia è notoriamente diffusa. Ai fini della corretta applicazione delle linee guida è dunque necessario avere conoscenza circa l’effettiva presenza e diffusione di FD sul proprio territorio.
Nelle aree indenni, in cui la malattia non è ancora stata segnalata, è necessario effettuare un’attenta attività di sorveglianza dei propri vigneti, con particolare riferimento ai sintomi dei giallumi. In tal modo, attraverso la puntuale ispezione di tutte le piante di tutti i filari di un vigneto, in un periodo dell’anno compreso tra fine giugno e fine settembre, è possibile riscontrare l’eventuale presenza di sintomi sospetti di flavescenza dorata. A seguito dell’individuazione di sintomi sospetti si deve avvisare tempestivamente il Servizio fitosanitario regionale competente, ovvero i servizi di assistenza tecnica a esso collegati, che provvederà, ai sensi di legge, ad effettuare il prelievo dei campioni da sottoporre ad analisi di laboratorio di conferma.
Ilaria De Marinis
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