Nel corso degli ultimi anni il quadro relativo alle malattie fungine della fragola è progressivamente cambiato. Questo si deve a diverse ragioni: la diffusione di nuove tecniche colturali, la concentrazione in alcune aree di impianti specializzati, la produzione di nuove varietà.
Con l’agronomo e responsabile Apofruit Raffaello Massimo Tita, approfondiamo le problematiche che interessano la coltura, ponendo in particolare l’accento sulla situazione in Basilicata, prima regione italiana per produzione di fragole.
Sicuramente le buone pratiche agronomiche legate soprattutto alla gestione dell’apertura e chiusura giornaliera dei tunnel serra nei periodi critici invernali favoriscono un buon arieggiamento all’interno degli stessi, riducendo notevolmente gli attacchi fungini, in modo particolare quelli di Botrite (Muffa Grigia).
Negli ultimi anni, in materia di difesa integrata, l’utilizzo di prodotti fitosanitari non residuali di origine naturale ha rappresentato un valido strumento per ridurre il numero di interventi chimici legato alle malattie fungine della fragola.
Questi prodotti, utilizzati in maniera preventiva e in sinergia con i prodotti chimici, permettono di abbassare notevolmente il quantitativo di residui nei frutti e di preservare anche l’ambiente, consegnando nelle mani del consumatore un prodotto più sano e rispondente alle richieste della Grande Distribuzione Organizzata.
Per quanto riguarda gli attacchi di fitofagi, la difesa è avviata nel periodo post-trapianto (ottobre-novembre) principalmente contro le nottue di Spodoptera Littoralis, facilmente controllata da trappole per la cattura massale e da interventi chimici specifici, se necessario.
Uno dei problemi emergenti degli ultimi anni, legato soprattutto all’andamento climatico favorevole, è rappresentato soprattutto dagli afidi che – a partire dalla copertura dei tunnel serra con il film plastico nei mesi invernali – riescono a insediarsi abitudinariamente sulle piante, creando non poche difficoltà.
In alcuni casi, infatti, riescono a resistere a fitofarmaci specifici registrati sulla coltura o a sfuggire al controllo degli antagonisti naturali e di quelli lanciati con la lotta integrata, tramite l’ausilio di insetti utili.
I principali afidi presenti sulla coltura sono l’afide delle Cucurbitacee (Aphis Gossypii) e l’afide verde della fragola (Chaetosiphon fragaefolii), più difficile da contrastare in quanto dotato di più resistenza nei confronti degli antagonisti. Entrambi causano l’imbrattamento dei frutti con rilascio di melata e successivo sviluppo di fumaggine sui frutti, innescando l’attacco da parte di formiche che diffondono l’infestazione, trasportando gli afidi da pianta a pianta e – nei casi gravi – portando alla perdita delle piante stesse.
Un altro problema fitosanitario per la fragola è rappresentato dal Tetranychus Urticae, comunemente noto come ragnetto rosso bimaculato.
La sua presenza aumenta esponenzialmente in base alla temperatura e all’ambiente asciutto che si viene a creare all’interno dei tunnel di coltivazione. La diffusione è a zone: partendo da piccoli focolai delle zone perimetrali, si espande progressivamente fino a diffondersi in tutto l’appezzamento. Nei casi più gravi, la vegetazione viene quasi completamente coperta da ragnatela, provocando il blocco dello sviluppo vegetativo della pianta e quindi della produzione stessa. Il controllo può essere chimico e/o integrato e prevede l’ausilio degli insetti utili, come il suo predatore specifico Phytoseiulus Persimilis (fitoseide), particolarmente efficace nel controllo se distribuito nei tempi giusti.
Nei periodi caldi, accanto al ragnetto rosso si riscontra la presenza del tripide, Frankliniella Occidentalis, che rappresenta uno dei principali problemi della fragolicoltura meridionale.
Il tripide riesce a insediarsi principalmente sui fiori e attraverso delle piccole punture sul frutto in accrescimento provoca delle deformazioni e la classica “bronzatura”. Inoltre, quando la popolazione è alta può anche attaccare le foglie e i germogli. Anche in questo caso, oltre la lotta chimica con agrofarmaci specifici, si può prevedere l’utilizzo di insetti utili come l’antagonista Orius Laevigatus che, attraverso lanci cadenzati preventivi, riesce a controllare bene il tripide, evitando danni importanti e riducendo o annullando gli interventi chimici.
In particolare, la lotta integrata con l’impiego di insetti utili oltre a riequilibrare l’ecosistema agrario, consente ad Apofruit Italia – Cooperativa Nazionale presente con i soci produttori su tutto il territorio – di abbattere del 70% i residui chimici previsti dalla legge, in modo da poter fornire quasi la totalità della GDO italiana ed estera con un prodotto di alta qualità e affiancare i brand “Solarelli” e “Piraccini” per l’integrato, e il Marchio “Almaverde Bio” per quanto riguarda il prodotto biologico.
A cura di: Raffaello Massimo Tita – agronomo e responsabile Apofruit
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