Calo delle temperature, pioggia e ondata di freddo: è iniziato così il mese di aprile in Spagna. Ma ora è tempo di stime e sale la percentuale di danno da gelate sulle drupacee.
Per capire la portata degli effetti dell’ondata di gelo e maltempo che ha investito la Spagna nei primi giorni di aprile bisognerà attendere ancora qualche mese. Tuttavia, secondo quanto emerso dai dati presentati dai produttori assicurati, al momento si sono già registrati danni su oltre 37.000 ettari in tutta la Spagna.
A essere compromessi ciliegi, agrumi, barbabietole, cachi, vigneti, vari ortaggi invernali, frutti a semi e a nocciolo nella valle dell’Ebro, e mandorli, soprattutto in Castiglia-La Mancia.
Particolarmente incisivo l’impatto delle gelate sul comparto delle drupacee, con una percentuale di danno stimata superiore al 50%.
Stando alle prime previsioni, infatti, la campagna delle drupacee spagnole 2022 rischia di essere una delle più brevi degli ultimi anni, con un buco nelle raccolte da luglio a settembre. Specie se si considera che nella maggior parte dei terreni coltivati a drupacee la fioritura era già in corso e i frutti erano allegati, sebbene la distribuzione delle drupacee vari di zona e in zona e alcune colture fortunatamente sembrano essersi salvate.
In generale, secondo l’associazione spagnola ASAJA, il gelo di aprile ha causato perdite in Catalogna stimate in oltre 600 milioni di euro, come anche in Aragona. In totale sono stati colpiti circa 30.000 ettari di alberi da frutta assicurati e più di 70.000 ettari di mandorli non assicurati, il che – secondo quanto stimato da Agroseguro, l’associazione spagnola delle compagnie di assicurazione agricola – supererà i 40 milioni di perdite.
Pere Roqué, il presidente di ASAJA Lerida, una delle province più colpite, ha riferito che il gelo ha danneggiato più dell’80% delle colture.
Anche in questo caso, le colture più colpite sono le drupacee (pesca, nettarina, pesca tabacchiera) e le pomacee (pere e mele), con danni superiori al 75%. Una situazione che ha portato nuova attenzione su alcune criticità del sistema assicurativo spagnolo. Come sottolineato da Roqué, infatti, l’assicurazione contro il freddo e la grandine ha una franchigia del 30%, il che significa che i produttori devono rispondere per 30 euro su ogni 100 euro che perdono a causa di questi eventi.
Accanto a questo, Roqué sostiene che negli ultimi anni le compagnie di assicurazione hanno diminuito le dimensioni dei raccolti potenziali che possono assicurare. “Questo significa che se i produttori della Valle dell’Ebro hanno il potenziale di produrre da 30 a 35 tonnellate di nettarine per ettaro, le compagnie di assicurazione permetteranno di assicurare solo da 20 a 25 tonnellate il secondo anno che si verificano condizioni di gelo. E questo aumenta le franchigie”.
Di qui la richiesta dell’associazione di diminuire le franchigie, vista l’impossibilità per i produttori di pagare il 30% dei danni, e di garantire il potenziale produttivo nella zona. Due interventi che, seppure in parte, potrebbero quanto meno ridimensionare la portata dei danni causati dalle gelate sull’agricoltura spagnola.
Ilaria De Marinis
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