Le gelate primaverili ampiamente annunciate non hanno lasciato scampo alle colture. In particolare, a subire i danni più ingenti della nuova ondata di maltempo sono state le produzioni dell’Emilia Romagna, dove le temperature sono scese mediamente di 2-3 gradi sotto lo zero, con punte fino a -4, -5°C.
Albicocche, mele e pere le colture più gravemente colpite dalle gelate tardive che nei giorni scorsi hanno fatto svegliare i frutteti e le piante di quasi tutta l’Emilia-Romagna sotto una coltre di brina.
Stando quanto riportato da Cia-Agricoltori Italiani Ferrara, ora all’opera per la ricognizione dei danni tra le aziende frutticole nei diversi areali, “la situazione appare decisamente allarmante in tutto il territorio”. L’esposizione al freddo dei frutteti prolungata per diverse ore “ha infatti provocato danni estesi alle albicocche, con i frutti in piena fase di accrescimento che mostrano una evidente “bruciatura” da gelo”. Migliore – a detta di un produttore emiliano – la situazione di pesche e ciliegie, sebbene non saranno esenti da problematiche.
Se quindi da un lato si contano i danni, dall’altro un gruppo di ricercatori sta studiando e mettendo a punto una nuova idea di frutteto per combattere le conseguenze del cambiamento climatico. Il lavoro rientra nel progetto di ricerca DREAM (Diversified orchards for REsilient and sustAinable Mediterranean farming systems), promosso da PRIMA Foundation e guidato dall’Università di Bologna.
Nello specifico, l’iniziativa darà vita a piantagioni sperimentali al fine di offrire agli agricoltori un agroecosistema alternativo per la produzione di frutta di alta qualità, che sia resiliente e adatto a diverse aree produttive.
I primi test stanno partendo in questi giorni in Italia e in Marocco, dove saranno ospitate piantagioni sperimentali di meli, e in Spagna dove saranno piantate piantagioni di peri. Ogni frutteto è composto da 2600 piante distribuite su un ettaro ed è stato piantato con a fianco un frutteto di controllo, un frutteto convenzionale gestito con pratiche classiche che permetterà un confronto tra le due colture.
“A causa del cambiamento climatico sono oggi necessarie misure di adattamento che permettano ai frutticoltori un approccio più resiliente agli stress biotici e abiotici e agli eventi estremi”, spiega Brunella Morandi, professoressa al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna e coordinatrice del progetto.
“Per questo vogliamo dare vita a una nuova tipologia di frutteto, con varietà diverse e scalari, che fioriscono e maturano in diversi momenti della stagione, così che, nel caso in cui il clima sorprenda con gelate tardive, ondate di calore o stress idrici eccessivi, il danno sia limitato solo alle piante che si trovano nella fase più sensibile”.
Come precisato, le varietà di alberi da frutto testate in alcuni casi sono nuove e in altri antiche, ma tutte accomunate da un’elevata qualità e dalla capacità di resistere alle più comuni patologie fungine. Inoltre, per ridurre la perdita di biodiversità, i frutteti saranno arricchiti da un mix di piante e fiori in grado di attirare gli insetti impollinatori e le diverse specie di insetti utili, antagonisti naturali di quelli dannosi. E, in tempi di crisi idrica, un’attenzione particolare sarà dedicata anche all’irrigazione, con sistemi innovativi, pensati per risparmiare acqua e aumentare al contempo la qualità dei frutti.
Questo nuovo agroecosistema è pensato in particolare per piccole aziende a conduzione familiare, che nel panorama europeo rappresentano circa la metà di tutte le aziende agricole.
A loro, gli studiosi offriranno anche indicazioni per accompagnare tutto il percorso del prodotto, dal frutteto fino al consumatore finale, con strategie di marketing mirate per dare modo ai cittadini di comprendere il valore aggiunto della frutta che cresce in queste piantagioni.
“Vogliamo stimolare un cambio di paradigma, perché è importante avere a disposizione soluzioni alternative e nuove idee con cui poter fare fronte in modo efficace a un contesto in cui il clima diventa sempre più imprevedibile”, ha chiarito la Morandi. “Per questo, i risultati delle sperimentazioni che stiamo mettendo in campo ci forniranno certamente informazioni e strumenti utili per migliorare la sostenibilità dei frutteti e la loro resilienza nei confronti dei cambiamenti climatici”.
Specialmente dopo giorni come quelli appena trascorsi, segnati da freddo quasi invernale e da gelate tardive che, almeno in Emilia Romagna, lasciano ipotizzare strascichi nel lungo periodo.
Ilaria De Marinis
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