Il mandorlo come alternativa alla frutticoltura, progettare l’impianto

da Redazione FruitJournal.com

 

La massima importanza va attribuita al progetto dell’impianto, che ha la funzione di sfruttare razionalmente la superficie disponibile, determinando le distribuzione delle piante per l’ottimizzazione dell’uso delle risorse – acqua e luce – ed agevolare al massimo la meccanizzazione.

L’esposizione dei filari deve essere quanto più possibile in direzione nord-sud per favorire un’uniforme distribuzione della luce ed evitare fenomeni di ombreggiamento.

Bisogna considerare che per la possibilità di meccanizzare le operazioni di potatura e raccolta, nonché per la disposizione degli impianti d’irrigazione a goccia, con ala gocciolante o attraverso sub-irrigazione, nella moderna frutticoltura razionale si è fatto spazio il concetto di gestione del filare come continua unità produttiva, piuttosto che quella della singola pianta.

Chiaramente le distanze ed il sesto d’impianto dipendono dalla forza del terreno, dall’habitus della varietà, dalla forma di allevamento prescelta e dalla vigoria della combinazione varietà/portinnesto.

Per mandorleti tradizionali le densità d’impianto consigliate per forme di allevamento a vaso libero, tali da permettere una raccolta meccanica con scuotitore provvisto di ombrello riverso o con sistemi di intercettazione del frutto su reti, variano tra le 300 alle 420 piante/ha con distanze minime e massime sulla fila di 4÷5 metri ed interfila di 6 metri. Questo per agevolare al massimo la meccanizzazione degli impianti.

Per gli impianti superintensivi, che permettono la raccolta in continuo con macchine scavallatrici, la densità d’impianto può arrivare fino a 2.000 piante/ha, con distanze minime e massime sulla fila di 1,00÷1,50 metri ed interfila di 3,50÷4,00 metri. Tali impianti necessitano di spazi liberi in testata di 6-8 metri per permettere alle macchine di muoversi agevolmente e ridurre i tempi morti di manovra.

Per questo motivo i corpi aziendali dovrebbero essere non inferiori ai 10-15 ha di superficie da impiantare. Oggi si stima che questi impianti in Spagna e Portogallo superino i 1550 ha, a cui vanno aggiunti 340 ha tra Puglia e Sicilia, circa 100 ha tra Marocco e Tunisia e i 120 ha della California, con un trend in ulteriore crescita per il futuro.

 

Autore: Agrimeca Grape and Fruit Consulting srl – Turi (Bari)

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