Gennaio è mese di raccolta per verdure come insalata e prezzemolo. Per approfondire gli aspetti della loro produzione e commercializzazione, abbiamo intervistato Raffaele Ciasca dell’azienda agricola Fusella. Collocata principalmente in agro di Polignano a Mare (BA), l’azienda si estende su una superficie in pieno campo di circa venti ettari. A caratterizzare l’offerta aziendale, la produzione di ortaggi, erbe aromatiche e patate e la commercializzazione sui mercati nazionali e internazionali di Germania, Polonia, Francia, Svezia e Danimarca.
Quali specie e varietà coltivate principalmente?
Durante il periodo invernale ci occupiamo della produzione di insalata, ovvero di diverse varietà di lollo come quello rosso e biondo, di lattuga romana e scarola. Inoltre ci occupiamo della produzione di prezzemolo liscio e aneto. In azienda facciamo le semine e i trapianti già nel mese di agosto e poi iniziamo a raccogliere prezzemolo e aneto dai primi di settembre. Per le insalate, invece, iniziamo la raccolta a dicembre e continuiamo fino a febbraio-marzo per tutti i prodotti.
Come sta procedendo la campagna?
Attualmente, anche se sta finalmente iniziando a fare freddo, il mercato non è dei migliori. Tra le cause principali, ormai note a tutti, le conseguenze della guerra e della pandemia, come pure i sempre più frequenti cambiamenti climatici. Negli ultimi tre mesi le temperature sono state molto al di sopra della norma e questo ha creato non pochi problemi per la verdura, che si avvantaggia delle temperature più fresche. Le difficoltà riscontrate sono associate all’umidità e al caldo, che non consentono alla merce una buona tenuta. Nelle nostre zone, infatti, si coltiva verdura a foglia anche nelle zone più interne di Conversano e Casamassima che, sebbene più fredde, presentano ormai temperature idonee alla coltivazione. Questo a patto che non si verifichino gelate che, proprio in queste aree, potrebbero mettere a rischio la produzione di un intero campo.
Quali sono i prodotti più richiesti dal mercato?
La domanda più bassa è quella per le insalate come scarola e lollo, ma si tratta di una situazione correlata al caldo degli ultimi mesi. Altri Paesi, il cui prodotto presenta quest’anno una qualità molto alta, si stanno infatti collocando molto bene sui mercati. Per quanto riguarda i prezzi, invece, alti sono quelli che sta spuntando l’aneto, essendo minore l’offerta. Per le insalate, invece, tutto dipende dai supermercati che decidono quale insalata mettere sui banchi, in funzione del prezzo che pagano al produttore. Quest’anno, per esempio, sembra che la richiesta sia maggiore per la scarola e minore per quanto riguarda le diverse varietà di lollo.
A fronte dell’attuale situazione, registrata non solo per l’insalata, cosa si potrebbe fare per valorizzare il settore?
Il settore è strutturato principalmente in aziende produttive che, come noi, si occupano anche di commercializzazione. Non mancano però grandi produttori che, altamente specializzati nella coltivazione, si occupano solamente di questo. Nel complesso, due sono le principali carenze del settore. La prima è legata alla mancanza di comunicazione e condivisione tra commercianti che fanno a gara tra loro senza aiutarsi a vicenda. La seconda è dovuta all’assenza di una promozione e valorizzazione commerciale del prodotto.
A riguardo basti pensare alle patate di Polignano che, pur contraddistinguendosi dalle altre per caratteri agronomici e qualitativi, vivono più annate negative che positive. A livello di singola azienda, quindi, noi non possiamo fare molto. La speranza, però, è che sempre più addetti al settore prendano consapevolezza di questa situazione in modo che, tramite la condivisione e la promozione del prodotto, si possa presto garantire al frutto di questo lavoro il giusto valore.
Silvia Seripierri
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