Gli eventi climatici sempre più anomali stanno contribuendo a trasformare la geografia dell’agricoltura italiana. Ne è un esempio la produzione del kiwi al Sud, che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede in regioni come Calabria e Puglia, dove è in aumento il numero di ettari dedicati alla coltura.
Tra l’introduzione di nuove colture e di altre insolite, la geografia dell’agricoltura italiana sta cambiando. Ne è una prova evidente la produzione di kiwi: secondo i dati del Cso Italy, l’area destinata alla coltivazione di kiwi made in Italy si attesta attorno ai 25mila ettari, con un potenziale produttivo che consente di fornire un’offerta complessiva di circa 600mila tonnellate. A incidere sulla crescita anche le regioni del Sud Italia, che – a fronte del forte calo produttivo degli areali settentrionali a causa di moria delle piante e PSA – hanno incrementato notevolmente le produzioni di kiwi, specialmente tra Calabria, Campania e parte di Puglia e Basilicata. Ne parliamo con l’agronomo Domenico Annicchiarico di Floema S.r.l. – Studio Agronomico Mediterraneo.
Qual è l’andamento delle produzioni di kiwi al Sud Italia?
Nel complesso, si registra un incremento davvero interessante. La Calabria è la regione dove la produzione sta crescendo più di tutte, tanto da far pensare che tra 2-3 anni diventerà la prima regione produttrice di kiwi in Italia. In crescita risulta anche la produzione di kiwi in Puglia che, grazie a condizioni pedoclimatiche favorevoli e alla possibilità di sfruttare la struttura degli impianti di vite ad uva da tavola, può rappresentare un interessante areale di sviluppo per la coltura.
Quali sono le varietà più promettenti per questi areali?
Per gli areali del Sud Italia, le varietà più promettenti sono sicuramente quelle con fabbisogno in freddo molto basso, capaci di adattarsi alle condizioni climatiche che contraddistinguono Calabria e Puglia. Parliamo quindi di varietà di kiwi a polpa gialla o rossa che – tra l’altro – potrebbero offrire ai produttori un’importante alternativa non solo in termini di offerta, ma anche di mercato, trattandosi di una coltura remunerativa e sempre più richiesta dai consumatori.
Dal punto di vista fitosanitario, quali sono le principali problematiche da affrontare?
Il problema principale è costituito dalla batteriosi, ma è bene prestare attenzione anche all’irrigazione. Se mal gestita, infatti, può favorire l’insorgenza di marciumi radicali e infezioni di Botrytis cinerea a carico dei fiori. Accanto a questo, un’altra problematica da non sottovalutare è poi quella legata all’aumento della salinità delle acque di irrigazione. Aspetto che – a mio avviso – sarà sempre più limitante nella diffusione di questa coltura se non considerato con la giusta attenzione.
L’andamento climatico ha inciso sulla gestione? Com’è cambiata? Ci sono nuovi problemi da affrontare?
A differenza di quanto avviene in altri areali, l’andamento climatico fortunatamente non sta incidendo così tanto sulle produzioni di kiwi in Calabria e Puglia. D’altra parte, la gestione agronomica dell’actinidieto sta cambiando e questo, più che per ragioni legate al fattore climatico, si deve soprattutto all’introduzione di nuove varietà. Come si diceva, è fondamentale prestare attenzione all’irrigazione: la pianta del kiwi è molto sensibile sia agli eccessi che ai deficit idrici, e un errore nel dosaggio di acqua può determinare conseguenze significative sulle produzioni.
Accanto a questo, per una migliore gestione della coltura è bene disporre di strumenti e tecnologie innovative. La coltura del kiwi prevede infatti elevati investimenti e ottimizzare i risultati produttivi – e quindi economici – con l’apporto di tecnologie digitali può fare la differenza.
Dal punto di vista del mercato com’è la situazione? A lungo termine, cosa si prevede?
Le prospettive sono ottime, specialmente in relazione alla sempre crescente domanda di kiwi giallo da parte del consumatore, che al momento non riusciamo ancora a soddisfare a pieno. Tuttavia, si stima che già nel giro del prossimo decennio saremo in grado di incrementare le produzioni e garantire così al mercato nazionale volumi sufficienti di kiwi calabresi e pugliesi.
Insomma, il Sud Italia rappresenta una grande opportunità per lo sviluppo della coltura, ma per vincere in questa nuova sfida sarà importante garantire una buona disponibilità idrica e trasferire ai nuovi agricoltori le conoscenze necessarie a ottenere produzioni competitive e di qualità.
Ilaria De Marinis
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