Danni incalcolabili all’agricoltura del Lazio con frutta e ortaggi distrutti dalla grandine, grano abbattuto, foraggi per l’alimentazione degli animali perduti, colture affogate nei campi finiti sott’acqua per i nubifragi, con il maltempo che ha colpito a macchia di leopardo tutta la regione.
Una situazione talmente grave da spingere le federazioni provinciali di Coldiretti Roma a chiedere lo stato di calamità per i comuni interessati, così come era avvenuto ad aprile per Coldiretti Latina.
È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti della perturbazione che attraversa l’Italia, dove sono stati rilevati ben 21 eventi estremi negli ultimi tre giorni tra violenti temporali, forti grandinate e tempeste di vento, secondo elaborazioni su dati Eswd (European severe weather database).
Nel Lazio si registrano criticità nella Capitale e soprattutto nelle aree tra Palombara, Sabina e Moricone, coinvolgendo anche i comuni limitrofi, dove il violento nubifragio, che si è abbattuto in questi giorni, ha danneggiato soprattutto le colture frutticole e olivicole. Queste ultime già compromesse dai precedenti giorni di pioggia, che ne avevano compromesso l’allegazione. Un problema che si sta presentando anche a Rieti, dove solo due settimane fa, sono stati devastati oltre 600 ettari di terreni agricoli a Magliano Sabina, dalla violenta grandinata. Qui, secondo una prima stima di Coldiretti Rieti, ammontano ad oltre 900 mila euro i danni. Danni sono state registrate in questi giorni anche a Viterbo, soprattutto a Civita Castellana.
“La situazione è critica – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – stiamo assistendo ad una lenta agonia con piante che seccano per un eccesso di acqua. I nostri produttori sono impossibilitati nel preparare i terreni per i trapianti, con ritardi di oltre un mese e fornitori di piantine pronti da settimane. Tutto questo determinerà ritardi nei raccolti di almeno un mese”. Analoga anche la situazione registrata negli areali di Latina e soprattutto Frosinone, dove i danni all’agricoltura causati dai cambiamenti climatici, rischiano di concretizzarsi anche a lungo termine.
Il maltempo sta flagellando tutta la regione, colpendo le coltivazioni di fragole, di ciliegie e altre colture fruttifere.
E non va meglio per il grano con la trebbiatura che si è fermata, il fieno ora ammuffito, la frutta caduta e gli ortaggi annegati. Già ad aprile le zone più colpite sono state quelle di Latina, tra Fondi e Terracina. La situazione non cambia a Viterbo, dove già a metà aprile una violenta gradinata si era abbattuta sulle aree comprese tra i comuni di Tarquinia, Montalto di Castro e la frazione di Pescia Romana, distruggendo asparagi, carciofi e mandorle. E sempre due mesi fa il maltempo si era abbattuto nella zona dei Castelli Romani, soprattutto a Velletri, dove sono stati danneggiati oltre 200 ettari di terreno in particolare nelle località Le Castella, Cinque Archi e Colle San Clemente, colpendo vigneti e frutteti.
Le violente precipitazioni non hanno risparmiato neanche il settore vitivinicolo, e stanno creando un ambiente che potrebbero favorire la diffusione della peronospora, una malattia fungina, che può causare gravi danni alle viti e compromettere a capacità produttiva dei vigneti e, con essa, la tenuta economica delle aziende e delle strutture cooperative che operano nel comparto.
Fonte: Coldiretti Lazio
©fruitjournal.com