Mirtillo italiano: buoni i prezzi

Con Sergio Martino, titolare del Vivaio Martino situato a Pinerolo (TO), approfondiamo alcuni dei motivi del successo della produzione di mirtillo in Italia.

da Silvia Seripierri

Per diversi prodotti ortofrutticoli, gli operatori del settore si dicono insoddisfatti e poco contenti a causa dell’aumento dei costi di produzione e dei bassi prezzi riconosciuti ai produttori. La tendenza, però, sembra essere differente per i berries, tra cui il mirtillo che in questi anni ha registrato prezzi al produttore in linea con i costi di produzione.

Per comprendere le ragioni di questo “successo” e le possibilità di coltivazione del mirtillo in Italia, abbiamo parlato con Sergio Martino, titolare del Vivaio Martino di Pinerolo (TO) che, grazie alla collaborazione con il prof. Eynard dell’Università di Torino, è stato nel 1984 il primo vivaio a occuparsi della propagazione di piante di mirtillo e della sua diffusione sul territorio nazionale. Oggi l’azienda, oltre a occuparsi della vendita di piantine, produce e vende frutti come mirtilli, lamponi, kiwi e babykiwi.

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Sergio Martino, titolare del Vivaio Martino di Pinerolo (TO).

Quali caratteristiche è bene considerare prima di produrre mirtilli?

Prima di approfondire le strategie colturali per la produzione di mirtilli, è importante ricordare che il mirtillo è una pianta acidofila, che predilige quindi terreni con pH acido. Per questo motivo, in Italia, non sono molte le zone vocate alla coltivazione del mirtillo, perché la maggior parte dei terreni hanno valori di pH medio-elevati (basico). Fatta eccezione per alcune zone del Piemonte, del Trentino, di zone in prossimità dei laghi dell’alta Lombardia, di una piccola zona del grossetano e di qualche zona della Sila in Calabria – dove i terreni sono tendenzialmente acidi – infatti, produrre mirtilli in pieno campo è quasi del tutto impossibile.

Molto interessante e assai diffusa, quindi, è la coltivazione del mirtillo in vaso.

Questo tipo di coltivazione, che necessita di terreni e grandi vasi drenanti, ha particolari esigenze anche per quanto riguarda le fertirrigazioni. La coltivazione in vaso non ha nutrienti né supporto dal terreno, per cui è necessaria la fertirrigazione per dosare le sostanze nutritive necessarie alla pianta. Per quanto riguarda le varietà, invece, è bene ricordare che vi sono varietà di mirtillo, frutto di incroci effettuati negli ultimi 10-15 anni, che si prestano meglio di altre all’allevamento in vaso.

Per quanto riguarda la gestione di parassiti e patogeni, poi, il mirtillo non aveva grossi problemi fino a poco tempo fa, ovvero fino a quando non è arrivata la Drosophila suzukii che, così come infesta ciliegie e lamponi, è attratta anche dai mirtilli. I mezzi a disposizione per il controllo di questo patogeno non sono molti. Come per la cimice asiatica, infatti, trattandosi di un patogeno di importazione, mancano in Italia gli antagonisti naturali che sarebbero gli unici in grado di consentire un certo controllo. Considerato che i mezzi di controllo a disposizione sono molto limitati, quindi, è buona norma coprire le piante con reti antinsetto.

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Quali sono le differenze di costo tra l’allevamento in vaso e quello in pieno campo?

La coltivazione di mirtilli in vaso ha dei costi di partenza maggiori rispetto a quelli della coltivazione in pieno campo, perché il vaso e il terriccio rappresentano due fattori di costo molto importanti. Con l’allevamento in vaso, però, le piante sono molto sostenute con le fertirrigazioni e le loro rese sono più elevate, soprattutto nel corso dei primi 4-5 anni. Per quanto riguarda la vita media delle piante, invece, quella del mirtillo in vaso è di circa 10-15 anni e più bassa di quella del mirtillo in pieno campo, che può raggiungere anche i 30 anni.
Coltivare mirtillo, quindi, è una scelta molto importante che deve tener conto non solo dei fattori tecnico-agronomici della coltura, ma anche del rapporto costo-benefici specifico per ogni zona.

Come è organizzata la commercializzazione?

Considerato che la maggiore produzione di mirtilli avviene nel centro nord-Italia, dove sono diffuse le cooperative, queste rappresentano per i produttori uno dei possibili canali di vendita, insieme alla vendita diretta e al conferimento del prodotto ai commercianti.

A differenza di altri prodotti ortofrutticoli, soprattutto nel 2022, il mirtillo è riuscito a spuntare prezzi più adeguati e remunerativi. Individuare le principali cause di questo successo non è semplice, ma sicuramente il mirtillo è una coltura con del grandissimo potenziale, riconosciuto dal mercato. Per le sue caratteristiche, non solo si presta molto bene alla surgelazione che ne consente la disponibilità tutto l’anno, ma è anche dotato di importanti proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, a tutto beneficio della salute umana.

 

Silvia Seripierri

© fruitjournal.com

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