Non più un’incursione, ma un vero e proprio focolaio. È quanto fa sapere la Regione Campania dopo i numerosi ritrovamenti di mosca orientale della frutta in 55 comuni della zona.
La mosca orientale della frutta continua a minacciare la Campania. E ora, alla luce delle catture registrate tra settembre e ottobre, la Regione attiva l’unità territoriale per l’emergenza fitosanitaria.
Preso atto della presenza di un vero e proprio focolaio, la Regione ha inoltre delimitato un’area di 55 comuni tra le province di Napoli, Salerno e Avellino. Area in cui – secondo le disposizioni – devono essere adottate le misure di eradicazione.
La Regione ha delimitato:
- l’area infestata in una fascia di territorio larga 1 km, perimetrale rispetto alle trappole che hanno catturato ai margini esterni;
- l’area cuscinetto, ovvero un territorio ricadente in una fascia della larghezza di 7,5 km partendo dal bordo esterno dell’Area infestata, che include ben 55 comuni tra le province di Napoli, Salerno e Avellino;
- l’area delimitata, che include l’area infestata e l’area cuscinetto.
La Regione ha inoltre annunciato un aggiornamento del Piano d’azione, che è già stato approvato con DRD n. 90 del 02/08/2019 in modo da renderlo più confacente all’applicazione delle misure ufficiali di eradicazione in seguito ai numerosi ritrovamenti dell’insetto avvenuti nel 2022. L’insetto è classificato dall’Unione Europea come organismo nocivo da quarantena. Quindi sarà compito dell’Unità territoriale per le emergenze fitosanitarie dare attuazione al Piano di azione e alle ordinanze del Servizio fitosanitario centrale.
Come anticipato, il decreto regionale sulla mosca orientale della frutta arriva a seguito di indagini già espletate nei mesi precedenti.
A partire dal ritrovamento ufficiale della mosca il 17 giugno scorso tramite il sistema Europhyt in una trappola posizionata nel territorio di Palma Campania in provincia di Napoli, di un maschio di Bactrocera dorsalis avvenuto nell’ambito dell’ordinaria attività di controllo del territorio.
In seguito a tale ritrovamento – come segnalato – è stato incrementato il numero delle trappole che hanno portato a un incremento crescente delle catture. Fino ad arrivare a fine settembre, con la cattura tra Palma Campania e San Gennaro Vesuviano di alcune centinaia di individui. Infine, nella prima settimana di ottobre, sono state rilevate catture anche in trappole posizionate nei territori di Nola (a confine con Palma Campania) e Ottaviano.
Fortunatamente, secondo quanto riporta la Regione, con l’incremento delle catture sono aumentate anche le attività ufficiali sul territorio e le misure di sicurezza.
Da parte loro, le associazioni di categoria spingono ora a non allentare la presa. Il rischio, infatti, come sottolineato da Copagri Campania, è di ripetere gli errori commessi in Puglia con la Xylella.
Ilaria De Marinis
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