Nuova PAC: tra sostegni e sostenibilità

Con la dott.ssa De Boni scopriamo le principali novità relative alle attività degli agricoltori italiani e alla distribuzione dei fondi secondo la nuova PAC

da uvadatavoladmin
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Il primo gennaio 2023 è entrata in vigore la nuova PAC, la Politica Agricola Comune che terrà banco in Europa fino al 2027. Tra norme e obiettivi da perseguire, nell’ultimo numero di Fruit Journal magazine – attraverso le parole della dottoressa Annalisa De Boni del DiSSPA dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” – siamo andati alla scoperta delle principali novità relative alle attività degli agricoltori italiani e alla distribuzione dei fondi. 

La nuova Politica Agricola Comune (PAC), in vigore dal primo gennaio 2023 a dicembre 2027, presenta elementi di forte novità e un approccio radicalmente diverso rispetto al passato.

E questo non solo per la rilevanza data alla salvaguardia di ambiente, biodiversità e benessere animale, in coerenza con il Green Deal europeo e con le strategie From Farm to Fork e Biodiversity, ma anche per cambiamenti sostanziali rivolti al ridimensionamento e alla redistribuzione del sostegno tra territori e orientamenti produttivi. Il Piano Strategico Nazionale per la PAC (PSP), approvato dopo una lunga contrattazione tra Stato Italiano, Regioni e Unione Europea (UE), racchiude le norme che regoleranno le attività degli agricoltori e la distribuzione dei fondi nel periodo 2023-27. Anche tale documento è fortemente innovativo, non solo per il nuovo approccio di progettazione partecipata (New Delivery Model), ma anche perché trasferisce potere decisionale e responsabilità dalla UE agli Stati membri, che dovranno perseguire gli obiettivi definiti a livello comunitario.

Per l’Italia il PSP approvato nel dicembre 2022 prevede tre obiettivi generali (OG):

  • promuovere un settore agricolo intelligente, resiliente e diversificato che garantisca la sicurezza alimentare; 
  • rafforzare la protezione ambientale e l’azione per il clima contribuendo al raggiungimento degli obiettivi dell’UE per ambiente e clima;
  • rafforzare il tessuto socio-economico delle zone rurali, rispondendo alle istanze sociali. 

I tre OG si dettagliano in 9 obiettivi specifici (OS) – che rispondono alle sfide ambientali, sociali ed economiche – e in un obiettivo trasversale in materia di conoscenza e innovazione.

nuova PAC obiettivi

I 10 obietti della PAC – Fonte: Commissione Europea

Le risorse per la PAC 2023-27 sono pressoché invariate rispetto alla precedente: quasi 37 miliardi di euro in 5 anni, dei quali oltre 28 miliardi di finanziamento UE e circa 8,5 miliardi di cofinanziamento nazionale.

Il budget complessivo si ripartisce in I Pilastro, che prevede i pagamenti diretti, con oltre 18 miliardi (49,5%), e II Pilastro, che comprende sviluppo rurale, con circa 16 miliardi (44,8%), e sostegno settoriale, con 2 miliardi (5,7%).

Mentre per i pagamenti diretti e per il sostegno settoriale le norme di applicazione sono le stesse su tutto il territorio nazionale, per le misure di sviluppo rurale ogni regione stabilisce gli impegni da adottare e il budget da allocare a ciascuna attività. L’obiettivo specifico dei pagamenti diretti è integrare il reddito degli agricoltori stabilizzandolo rispetto alle fluttuazioni di mercato, migliorando la sostenibilità economica e la resilienza delle aziende agricole e garantendo efficienza ed equità nella distribuzione delle risorse. La nuova PAC individua i beneficiari dei pagamenti diretti in relazione all’importo dei pagamenti ricevuti l’anno precedente, con il limite massimo di cinquemila euro. Rispetto al precedente criterio di “agricoltore in attività”, il sostegno viene esteso a un maggior numero di aziende, soprattutto medio-piccole.

In Italia i pagamenti del I Pilastro riguardano 5 linee di intervento:

  • sostegno di base al reddito per la sostenibilità (BISS) (48% del plafond complessivo);
  • regimi per il clima, l’ambiente e il benessere degli animali (eco-schemi) (25%);
  • sostegno accoppiato (15%);
  • sostegno redistributivo complementare al reddito per la sostenibilità (CRISS) (10%);
  • sostegno complementare al reddito per i giovani agricoltori (CISYF) (2%).

Il nuovo BISS, a partire dal 2023, verrà ricalcolato con un processo di convergenza interna che prevede la riduzione fino a un massimo di 2.000 euro di tutti i titoli di valore superiore a tale importo, senza tuttavia scendere al di sotto del valore medio nazionale e con una perdita massima del 30% (stop loss). La nuova PAC riduce il sostegno legato al pagamento base più il greening, ma consente alle aziende di dimensione inferiore a 50 ettari di percepire un pagamento di 81,70 euro/ha per una superficie massima ammissibile di 14 ettari, attraverso il CRISS, che trasferisce il sostegno dalle aziende di grandi dimensioni verso quelle più piccole, in modo da ridurre le differenze di  reddito agricolo per unità di lavoro tra le aziende e tra agricoltura e altri settori, molto più marcato nelle aziende medio-piccole. Per effetto della nuova distribuzione è prevedibile che le aziende di regioni che hanno in passato beneficiato di diritti all’aiuto superiori alla media nazionale (Lombardia, Veneto, Puglia e Calabria) vedranno ridurre il sostegno a favore di regioni meno sostenute (Sardegna, Abruzzo, Trentino Alto Adige). Analogamente i settori maggiormente finanziati in passato (tabacco, olivo, riso, latte e carne bovina e pomodoro da industria) potranno beneficiare di minori risorse, che saranno invece trasferite ai settori ortofrutticolo, vitivinicolo e zootecnico estensivo.

La definizione dei requisiti per beneficiare del BISS della nuova PAC potrà contribuire ulteriormente al miglioramento delle performance ambientali delle aziende agricole.

La cosiddetta “architettura verde” della PAC, infatti, definisce sia i requisiti ambientali da soddisfare che una serie di misure volontarie articolate su entrambi i pilastri. Elemento di novità della nuova PAC è la “condizionalità rafforzata”, che include il greening ed è non solo maggiormente stringente relativamente a requisiti ambientali e del benessere animale, ma comprende ora la “condizionalità sociale” relativa alle condizioni di sicurezza, salute e tutela dei lavoratori agricoli e costituisce un vincolo per la corresponsione dei pagamenti, sia del I che del II pilastro. 

Al sostegno di base si aggiungono gli eco-schemi, che definiscono 5 tipologie di impegni relativi a:
  • benessere animale e riduzione degli antibiotici; 
  • inerbimento delle colture arboree;
  • salvaguardia degli olivi di particolare valore paesaggistico;
  • sistemi foraggeri estensivi;
  • misure specifiche per gli impollinatori.

Gli eco-schemi definiscono le pratiche da adottare al fine di conseguire una maggiore sostenibilità climatico-ambientale, tutelare e valorizzare il patrimonio paesaggistico e culturale, salvaguardare e rinforzare la biodiversità e tutelare gli impollinatori; limitare l’uso di prodotti di sintesi; garantire un appropriato livello di sostanza organica e la fertilità dei suoli. 

Il sostegno accoppiato prevede aiuti specifici per l’erogazione di specifici contributi, per ettaro o per capo di bestiame, ed è destinato a produzioni ritenute strategiche per il settore agricolo dei singoli Paesi o che sono in sofferenza. È vincolato a specifici obblighi come l’utilizzo di sementi certificate, la partecipazione dell’azienda a contratti di filiera o l’adesione a sistemi di certificazione della qualità.

A completare gli interventi del I Pilastro, il CIS-YF al quale possono accedere gli agricoltori capo azienda, in possesso di ettari ammissibili e beneficiari di sostegno di base che abbiano non più di quarant’anni.

Relativamente alle misure del II Pilastro, la nuova PAC prevede otto aree di intervento per lo sviluppo rurale: 

  • impegni in materia di ambiente e di clima e altri impegni in materia di gestione; 
  • vincoli naturali o altri vincoli territoriali specifici;
  • svantaggi territoriali specifici derivanti da determinati requisiti obbligatori;
  • investimenti, compresi gli investimenti nell’irrigazione;
  • insediamento dei giovani agricoltori e l’avvio di imprese rurali;
  • strumenti per la gestione del rischio; 
  • cooperazione; 
  • scambio di conoscenze e diffusione dell’informazione.

Tali interventi si integrano con l’approccio alla condizionalità evidente nelle misure del I Pilastro enfatizzando ulteriormente l’attenzione alla dimensione ambientale e sociale della nuova politica europea. 

 

A cura di: Annalisa De Boni
© fruitjournal.com

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